L’Agnesi va a morire [II]

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Siamo al caos.
Era prevedibile, dal momento che non si è ancora capito bene cosa succederà.
Così capita che il Sindaco dica che chi prevede tempi duri, faccia del “terrorismo”: nella sostanza il “cattivo” sarebbe Lorenzo Lagorio del Pd che all’Agnesi ha lavorato vent’anni e che se dice qualcosa probabilmente lo fa con cognizione di causa.
Capita che un precario che da oggi starà a casa, tenti di fare irruzione nell’ufficio del sindaco in Comune, mostrandogli poi la foto dei suoi due figli e chiedendogli come farà a mantenerli.
Capita che il segretario generale della Cisl Paolo Carrozzino dica che “Bene ha fatto il Sindaco di Imperia ad ammonire chi, pur non avendo tempo da perdere a seguire i problemi degli operai, ritiene di dover dire la sua, magari solo per spirito di pseudo – protagonismo“; resti amareggiato “nel leggere le parole, di pochi giorni or sono, dell’ Assessore alle attività produttive di Imperia: questo incarico imporrebbe alla persona in questione, un obbligo di informazione sull’andamento della principale azienda industriale del capoluogo” e chieda un tavolo di concertazione “fra tutti i soggetti interessati allo sviluppo dell’Agnesi e del polo agro – alimentare ad Imperia, fra questi, sicuramente: Comune, Confindustria, Colussi, Organizzazioni Sindacali. Per quest’ultime, riteniamo utile e democratico che la partecipazione sia limitata alle Organizzazioni effettivamente rappresentative in Azienda
Se non è limitata, che democrazia è?
Sto aspettando la bottiglia con il messaggio della CGIL: forse ha preso la corrente sbagliata.

Scritto da Angelo Amoretti

30 settembre, 2009 alle 16:23