L’Agnesi va a morire

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E’ quanto si può dire, semi-parafrasando il film di Giuliano Montaldo, della vicenda Agnesi.

“Il fatto stesso di aver realizzato il progetto delle ex Ferriere significa che il mio gruppo ha intenzione di radicarsi sempre più nella città. Per noi, inoltre, Imperia è un punto di massima importanza. È da qui che agisce il gruppo di dirigenti che decide e coordina la politica economica con il mercato europeo. Mi pare un’ottima garanzia”
Angelo Colussi, patron dell’Agnesi – 23 novembre 2008

Su La Stampa di oggi viene riportato quanto annunciato nel Consiglio Comunale di lunedì scorso da Lorenzo Lagorio del Pd che in sostanza, in mezzo al trambusto per via delle quote della Porto di Imperia SpA da vendere, diceva, pressoché inascoltato, che Colussi si appresta a trasferire negli uffici di Milano gli impiegati dell’Agnesi.
Oggi tocca a circa venti impiegati e domani, probabilmente agli operai. Che sono 160.
L’Assessore Giovanni Amoretti, interpellato da Sanremonews ha detto che cercherà di mettersi in contatto con l’azienda per capire le motivazioni. Al limite può andarci anche a piedi: il tratto tra il Comune e Via Schiva è breve.
Con tutto ciò l’Assessore si dice preoccupato, ma nello stesso tempo pare già rassegnato alla mazzata che l’occupazione prenderà nei prossimi mesi, stando così le cose.
E aggiunge che la Porta del Mare “potrà essere in grado di colmare in parte il vuoto occupazionale eventualmente lasciato da Agnesi“. Vorrei sapere come e quanto.
Così approfitto dell’occasione, senza entrare nel merito della polemica di questi giorni tra i consiglieri regionali Alessio Saso e Tirreno Bianchi, per chiedere ai giovani consiglieri del Pdl che “difendono” il Porto di Oneglia dicendo che potrà offrire nuovi posti di lavoro, per chiedere loro: quando e quanti?
Tornando all’Agnesi e a ciò che dichiarava Angelo Colussi il 28 novembre 2008, ci sarebbe da dire che sì, l’Agnesi resta a Imperia, gli operai e gli impiegati no.

Scritto da Angelo Amoretti

25 settembre, 2009 alle 17:40