C’eravamo tanto amati

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Sono passate 24 ore da quando è stato reso noto che Caltagirone ha fatto “un passo indietro” o “lascia i lavori del porto turistico”, come si legge sulle locandina dei quotidiani locali e su Riviera24 e ancora non si hanno reazioni politiche di peso.
Quella del Sindaco Strescino è leggerissima: sulla Stampa si dice dispiaciuto e comprende l’amarezza di Caltagirone. Poi mette il disco che ormai, più che rotto, è fuso: “Se fosse per l’opposizione saremmo ancora ai gozzi a remi”.
Paolo Verda (Pd) si limita a dire che il porto “sta perdendo i pezzi”, ma nessuno ha ancora spiegato come mai Caltagirone è amareggiato e perché ha mollato tutto.
Capire gli intrighi della storia è difficile, ma sembra evidente che adesso la sua fidanzata, Beatrice Cozzi Parodi, abbia in mano molto di più rispetto a quello che aveva prima.
Caltagirone ha mollato perché è indagato per associazione a delinquere (insieme a Claudio Scajola, Carlo Conti, Domenico Gandolfo e Paolo Calzia) come si legge su un quotidiano locale, o perché la Carige gli ha chiesto di cacciare i 60 milioni che ha di esposizione e diversi debitucci con altre banche?
Chi sarebbe questa fantomatica azienda che sta tra il Canale della Manica e il Mar Baltico che subentrerebbe a Acquamare? (come sono simpatici certi cronisti che sanno le cose, ma le dicono a metà, forse per non scontentare qualcuno)
Si attendono chiarimenti e credo che la cittadinanza abbia il diritto di sapere, visto che, se la ragioniamo alla Strescino, il 60 e passa per cento voleva il porto e lo voleva finito entro il 2013 (ultima data pervenuta) e visto che almeno 7000 posti di lavoro (ultimi numeri dati) erano stati garantiti da Caltagirone. A cui, peraltro, credo che molti imperiesi pagheranno ancora il caffè quando lo incontreranno in città.
I link delle fonti:
Il Secolo XIX
Riviera24
Sanremonews
Ansa
Repubblica.it