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I “cervelli” di Imperia ignorano le valli e l’entroterra del Comune

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Su un portale locale si è sviluppato un dibattito che era iniziato sul blog di Benedusi, al quale aveva risposto il Sindaco Capacci dalla sua pagina Facebook.
Ho letto con attenzione gli interventi di Settimio Benedusi, Maurizio Rainisio e Stefano Senardi e, detto che concordo con gran parte di ciò che hanno scritto, mi meraviglio che nessuno abbia preso in considerazione, ma proprio per niente, le frazioni che stanno in Valle Prino e nella bassa Valle Impero, a pochi chilometri dal capoluogo. Così come non si è mosso l’aeroporto di Nizza, che dista un centinaio di chilometri e a 45 minuti da noi, non si sono mosse le frazioni che dal mare distano km. 10 in media, 10/15 minuti dal centro, per dire.
Basterebbe leggere “I monumenti delle Valli di Imperia” di Nino Lamboglia per capire quello che non stiamo sfruttando e resto dell’idea che occorrerebbe inglobarle nel discorso turismo e “linkarle” meglio e di più con il centro.
Posto due immagini che ho scattato personalmente, tanto per rendere l’idea.

Torre antibarbaresca di Torrazza (IM)
La Torre antibarbaresca di Torrazza

Ponte romanico di Clavi (IM)
Il ponte romanico di Clavi

Scritto da Angelo Amoretti

9 marzo, 2015 alle 12:07

Imperia città turistica

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Pare che la squadra di calcio della Fiorentina dovesse venire in ritiro nella nostra città in vista dell’incontro di domenica con il Genoa.
Solo che lo staff conta una cinquantina di persone e non si è trovato un posto dove sistemarli.
L’ho letto su La Stampa di oggi.
Del resto quando c’erano i campionati di nuoto, ricordo che moltissimi partecipanti con familiari al seguito, alloggiavano nelle città vicine perché qua non abbiamo sufficiente ricettività. In ogni caso è stato deciso da tempo: Imperia è una città turistica.

Scritto da Angelo Amoretti

21 marzo, 2012 alle 12:37

Pubblicato in Attualità

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Turismo, arrivederci e grazie

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Ferragosto senza il tutto esaurito
Il Ponente perde piede sul fronte turistico e il responsabile regionale e provinciale della Federalberghi, Americo Pilati, punta il dito anche sulla carenza di infrastrutture e collegamenti, non lesinando anche un attacco diretto all’aeroporto Clemente Panero di Villanova d’Albenga.
Sottolinea il presidente Pilati: «Siamo di fronte a una stagione pessima. Fino a giugno il tempo non ci ha aiutato per niente. Luglio si è attestato, più o meno, sui dati dello scorso anno e per quello che riguarda agosto, siamo già davanti a un calo del venti percento rispetto allo scorso anno e siamo costretti a vendere anche il solo fine settimana, per avere il tutto esaurito a ogni costo. Vero è che la situazione negativa è diffusa a macchia di leopardo. Per esempio, a Diano marina è andata meglio che a Sanremo, dove il divieto di balneazione ha letteralmente devastato la stagione».
Proprio prendendo spunto dal divieto di balneazione a causa della rottura degli impianti fognari della città dei fiori, Americo Pilati si lancia in una decisa critica generale rivolta agli amministratori pubblici e legata alle carenze infrastrutturali.
Dice Pilati: «I nostri amministratori devono capire che non ci si può beare di una bandiera blu o di una stella conquistata in una spiaggia, se a poca distanza c’è il mare sporco. L’inquinamento non conosce e non rispetta i confini comunali. Siamo noi a dover rispettare il nostro ambiente e tutelarlo con le giuste infrastrutture. Ma tutti lo devono fare, altrimenti lo sforzo sarà vano. Sempre per quello che riguarda le infrastrutture, poi, c’è il problema dei collegamenti. Il Ponente è quasi isolato e ostaggio del solo trasporto su gomma. Diciamolo chiaro: è inutile spendere risorse e tempo con l’aeroporto di Villanova d’Albenga, che prima o dopo dovrà chiudere, quando ormai l’unico riferimento che ci è rimasto è lo scalo di Nizza. Il 40 per cento del turismo arriva da Inghilterra, Scandinavia, Germania e Russia. Pensate che questa gente venga qui in macchina? Siamo seri e pensiamo a un potenziamento vero, anche dei treni. Le chiacchiere non servono più, perché in questa stagione hanno iniziato a venir meno anche i turisti delle seconde case e gli affittuari».
Già, le seconde case. Se, da sempre, costituiscono un problema e una «concorrenza» diretta per le strutture alberghiere, lo stesso certo non si può dire per gli stabilimenti balneari, che attingono clientela anche da queste.
Osserva Riccardo Borgo, presidente nazionale e regionale del Sib, il sindacato italiano dei Balneari: «A luglio si è registrato un buon recupero e siamo quasi in pareggio. A soffrire sono in modo particolare le città prettamente turistiche, che hanno molti alberghi e poche seconde case. Agosto è sui livelli dell’anno scorso e il bilancio andrà fatto soltanto alla fine del mese. Il Ferragosto, infatti, da solo, non può far testo».
Andrea Pomati – La Stampa, 14 agosto 2010 -

Fatelo sapere al ministro Michela Vittoria Brambilla.

Scritto da Angelo Amoretti

14 agosto, 2010 alle 10:56

Previsioni azzeccate: turismo in calo

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Sono quelle fatte da Pilati, riguardo al flusso dei turisti sulla nostra costa.
Sono le previsioni più facili da fare: basta vedere le prenotazioni negli alberghi. E Americo Pilati, che non è un sovversivo, ma il Presidente Provinciale degli albergatori, aveva già lanciato l’allarme qualche giorno prima: le prenotazioni erano in calo del 20-30%.
Un po’ per via delle previsioni meteo su cui bisognerebbe discutere seriamente a parte, un po’ perché nonostante tutto, purtroppo, gli italiani hanno cambiato le loro abitudini. A Pasqua venivano in Riviera per una settimana, poi, negli anni, piano piano si è scesi a due giorni, come se fosse un week end normale.
Nella nostra città c’era un bel po’ di gente e chiunque può averlo constatato. Ma un conto è il colpo d’occhio, un conto è la stima reale di chi e quanti sono venuti a passare la Pasqua da noi.
E si direbbe che i vacanzieri siano in netta diminuzione.
Diciamolo pure, ora che è mondiale e che non si fa torto a nessuno: la colpa è della crisi e ormai su questo credo che siamo tutti d’accordo.
Ma se vogliamo guardare avanti e riprenderci i turisti che per il momento non possono permettersi di scendere in Riviera, si devono studiare i modi per far sì che, passata la crisi, tornino tutti e di più.
Ancora una volta sono d’accordo con Pilati quando si chiede: “Che fine hanno fatto il raddoppio della Statale 28 e l’Aurelia bis?
E’ incredibile che per andare da Savona a Imperia (e poi viceversa) si debbano fare chilometri e chilometri di coda. Sono anni che tornando la domenica sera da est, si vede una colonna di auto infinita, tra Savona e Andora.
Bisogna fare in modo che un torinese o un milanese in tre ore sia da noi. Bisogna che al suo arrivo trovi i bar aperti per prendere un caffè. Sì, anche solo un caffè. Perché se trova i bar chiusi, dopo cinque o sei ore di macchina, gli passa la voglia di tornare.
Una volta arrivato in tempo e preso il caffè, magari gli verrà voglia di fare shopping. Sempre che i negozi siano aperti.
Credo che nella nostra città, come altrove, possano convivere benissimo il turismo d’élite (quello degli yachts) e quello non d’élite. Basta volerlo.

Scritto da Angelo Amoretti

14 aprile, 2009 alle 19:09

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Vele d’Epoca 2008 [II]

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“Il bilancio delle Vele è positivo. Una manifestazione che è stata caratterizzata da un tempo splendido che ha portato le barche a uscire con regolarità.”
Marco Scajola – Il Secolo XIX, 14 settembre 2008

Le condizioni meteo della mattinata hanno consigliato al Comitato di regata prima di differire la partenza e poi di annullare definitivamente la prova. In effetti il vento forte ed il mare con onde piuttosto impegnative non rappresentavano le condizioni migliori per barche che, in molti casi, hanno ancora attrezzature originali con decenni di anzianità alle spalle.
Il Secolo XIX, 14 settembre 2008

Con i fuochi d’artificio di ieri sera si è conclusa la XV edizione del Raduno delle Vele d’Epoca a Imperia e pare che anche quest’anno, a parte qualche difficoltà logistica, sia andata bene.
Su flickr potete vedere le immagini immortalate da un folto gruppo di fotografi.

Scritto da Angelo Amoretti

14 settembre, 2008 alle 10:31

Vele d’Epoca 2008

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Domani avrà inizio l’edizione 2008 del Raduno delle Vele d’Epoca a Imperia che si protrarrà fino al 14 settembre.
Il programma delle regate è visibile sul sito ufficiale e tra i numerosi eventi collaterali, segnalo la mostra collettiva di pittura in Calata Anselmi dove si potranno ammirare le opere di Damiana Andreotti, Silvana Cannas, Angelo Dolla, Enzo Faltracco, Marco Ferrari, Giuseppe Ferrando, Helga Kirchner Guerra, Armando Ostuni, Gianluigi Pescio, Nuccio Piccone, Piergiovanni Scremin, Maria Luisa Stroppiana, Franco Tarantino e Maria Teresa Tissone.

Opera di Gianluigi Pescio

Un dipinto di Gianluigi Pescio

Le opere sono ispirate al mare e alle vele e saranno in mostra per tutto il periodo del Raduno, dalle 9.30 alle 23.00.

Scritto da Angelo Amoretti

9 settembre, 2008 alle 16:55

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Imperia: c’era una volta il turismo

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Il turismo è in crisi seria e questi due interventi su Il Secolo XIX di oggi lo dimostrano.
Purtroppo, a mio avviso, il problema è a monte: gli italiani fanno sempre più fatica ad arrivare alla quarta settimana. I giornali e le televisioni possono girarsela come vogliono, ma la realtà è questa: nel nostro bel Paese il benessere è di pochi, ma sempre più ricchi; il malessere di molti, sempre più poveri, e il divario si sta allargando pericolosamente.
Ma siamo un popolo che sa reagire, vinciamo medaglie d’oro alle Olimpiadi, con uno schioccar di dita facciamo sparire l’immondizia da Napoli e salviamo Alitalia che è morta da anni.
E poi avremo le Vele d’Epoca a rimettere a posto i conti, e poi ancora il porto turistico che farà diventare Imperia la Saint Tropez italiana.

«Vedo in giro i dehors di bar, ristoranti, chioschi con sempre meno gente. La crisi dei consumi e delle famiglie italiane pesa e molto, ma sono preoccupato dal fatto che, seppur in giro si vedano migliaia di turisti gli affari, per tutti o quasi, vanno male. L’analisi è molto semplice: i vacanzieri sono alloggiati in casa, nella propria o in affitto, fanno la spesa al supermercato e non mangiano più fuori, vanno sulla spiaggia ma quella libera dove non si paga e di sera, al posto del tavolino al bar, preferiscono il cono da mangiare passeggiando, guardando le vetrine ma senza fare shopping. Ecco, la crisi è tutta qui.
Bisogna sederci tutti attorno allo stesso tavolo per cercare di capire sino in fondo quali sono i problemi che impediscono al movimento turistico di mantenere gli standard del passato. Occorre veramente prendere di petto la questione: in caso contrario, e più che un rischio è ormai un dato conclamato, quest’inverno hotel, alberghi e pensioni della Riviera potrebbero tenere chiuso. Se non si fa qualcosa, di urgente edi impatto, la prossima estate potrebbe trasformarsi un un autentico bagno di sangue».
Americo Pilati, presidente della Federalberghi

«Guardate i “bagni”. Ci siamo inventati l’idromassaggio, il fitness, la musica, le aree ad hoc per i bambini… Gli stabilimenti balneari di Imperia sono diventati quasi dei villaggi turistici, ormai. Eppure, quando arriva un turista e ci chiede l’ombrellone per dieci giorni lo guardiamo come fosse una mosca bianca, gli facciamo un monumento. Da qualche anno è cambiato tutto: una volta le famiglie si fermavano qui per un mese, oggi tre, quattro giorni al
massimo. E poi via, ripartono verso casa».
Gianmarco Oneglio, presidente del Consorzio che raccoglie una decina di operatori balneari.

Il Secolo XIX – 13 agosto 2008

Scritto da Angelo Amoretti

13 agosto, 2008 alle 10:04