Archivio per il mese di luglio, 2006

La strage di Costa d’Oneglia del 5 maggio 1945

un commento al post

La Stampa sta seguendo con interesse le oscure vicende che sono capitate anche dalle nostre parti subito dopo il 25 aprile 1945.
L’inchiesta è portata avanti da Marco Pirina, direttore del centro studi «Silentes Loquimur» di Pordenone, che sta contribuendo a fare luce su vicende successe dopo la Liberazione.
In breve, dalle sue ricerche è venuto fuori che il 5 maggio del 1945, a Costa d’Oneglia furono fucilate 26 persone (e oggi il quotidiano di Torino ne riporta i nomi), prelevate dal carcere di Imperia e giustiziate senza processo.
Pare inoltre che anche due ragazze, testimoni scomode dell’avvenuta esecuzione, furono in seguito catturate dai partigiani, violentate a Oliveto e poi uccise.
Qui non si vuole difendere a spada tratta i partigiani e si sa benissimo che anche dopo il 25 aprile ci sono stati episodi che hanno sporcato, per così dire, l’immagine della Resistenza.
Quando c’è in corso una guerra civile capita che anche dopo il cessate-il-fuoco, o elezioni democratiche (vedi Iraq, tanto per non andare troppo indietro nel tempo), avvengano ancora brutti episodi di sangue, perpretati soprattutto dai “vincitori”.
E questo è da condannare.
Per completezza di informazione, però, sarebbe interessante sapere chi fossero queste ventisei vittime. Con tutto il rispetto per loro, io non lo so e sarebbe interessante che qualcuno me lo dicesse.
Per esempio qualche partigiano ancora in vita.
Mi hanno insegnato che le campane bisogna sempre sentirle tutte, quindi se qualche storico della Resistenza Imperiese dicesse qualcosa in proposito, farebbe un gran servizio alla Verità.
E per completezza di informazione, tanto per essere chiari, bisognerebbe dire anche chi è Marco Pirina.
Ebbene, Marco Pirina è anche questo:
Pirina, esponente del FUAN a Roma negli anni Sessanta, poi leader del Fronte Delta, fu incriminato per il tentativo di golpe di Junio Borghese del 1970; fu prosciolto, come tutti gli imputati. Negli anni Ottanta iniziò a pubblicare, attraverso una casa editrice di proprietà sua e della moglie, una serie di testi di revisionismo storico, tesi a dimostrare la “barbarie” dei partigiani (soprattutto se “slavi” o “comunisti”) ed a minimizzare i crimini commessi dai nazifascisti. Pirina in realtà di storia non ne capisce molto, però è un buon mistificatore, difatti (come dimostrato nel libro “Operazione foibe a Trieste” di Claudia Cernigoi, edito dalla Kappavu di Udine), nel suo libro “Genocidio…” del `95, ha dato per “uccise dai partigiani solo perché italiane” nella zona di Trieste 1458 persone, inserendo in questo elenco un 64% di nomi di persone che non c’entrano per niente, perchè, o si tratta di uccisi per altri motivi (anche partigiani e deportati nei lager tedeschi!), o di persone arrestate e poi rimpatriate, o addirittura di diversi nomi duplicati per errori di trascrzione o perché scomparsi in Istria o nella zona di Gorizia, dove Pirina li lascia tranquillamente presenti in due o più elenchi, facendo così in modo di far lievitare il numero dei morti.
[fonte www.intermarx.com/]
E su Carmilla si puo’ anche leggere questo.
Giusto per sentire un po’ di campane.

Scritto da Angelo Amoretti

30 luglio, 2006 alle 15:05

Pubblicato in Attualità

Window-shop

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Se volete gardare le vetrine di notte e se vi capita di entrare nell’atrio di Novarini, il mitico negozio di abbigliamento in via Bonfante, fate in modo di uscire prima delle 22.30 sennò rischiate di rimanere chiusi dentro.
E’ quello che è successo a tre pensionati lombardi ieri sera.
I tre, due uomini di 67 e 80 anni e una donna di 81, poco prima delle 22.30, sono entrati nell’atrio e all’improvviso hanno sentito il rumore della seracinesca automatica che si stava chiudendo.
Dopo aver provato ad aprirla, senza peraltro riuscirci, hanno cominciato a gridare per cercare di attirare l’attenzione di qualcuno.
Per fortuna alcuni passanti hanno dato l’allarme così sono giunti sul posto i poliziotti che hanno provato a contattare il proprietario del negozio e l’agente della sicurezza privata.
Visto che tardavano ad arrivare, hanno poi chiamato i vigili del fuoco che hanno aperto la saracinesca in pochi minuti.
Suggerirei a Novarini (ma avrà già fatto di meglio) di regalare agli uomini due belle cravatte Burberry e alla signora un foulard di Hermès, così, tanto per far dimenticare la brutta avventura ai tre arzilli pensionati.

Scritto da Angelo Amoretti

27 luglio, 2006 alle 10:11

Pubblicato in Attualità, Cronaca

Silvia e la Sinfonica di Sanremo

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Una ragazza di Sanremo ci ha inviato questa mail.
Lei non lo sa che qua ci si è data una specie di regola: chiacchierare solo di Imperia e dintorni. Si “sconfina” solo in casi eccezionali perché sarebbe troppo impegnativo star dietro a tutto quello che succede altrove.
Ma siccome Silvia non lo sa, per stavolta pubblichiamo volentieri la sua mail, anche perché l’appello che lancia merita come minimo un’attenta riflessione.
Sono una semplice ragazza, amante di Mozart e della Sinfonica, appassionata e affezionata a Sanremo per vari motivi.
Mi dispiace vivere in un paese che non riconosce di avere una cultura così radicata e profonda e non sa difendere gli elementi più pregiati, quali la musica, arte raffinata e sublime. Ritengo che la popolazione sanremese, affezionata alla sua orchestra, non debba lasciare i soli sindacati a lottare, ma li affianchi, riconoscendo la Fondazione quale elemento di valore per la vita culturale e turistica della città, anche se, purtroppo, talvolta ‘la gente non capisce che la cultura e la musica sono i paesaggi ed i colori delle nostre anime’! La musica è parte di noi, l’orchestra è parte di noi e di questa città, e noi lottiamo con voi, al di là di ogni schieramento politico. Perché la Fondazione Orchestra Sinfonica risorga e voli, e non rimanga impiccata nella burocrazia anche noi ci siamo!
Silvia

Scritto da Angelo Amoretti

26 luglio, 2006 alle 14:10

Pubblicato in Attualità

Precarietà

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Alla sala Varaldo della Camera di Commercio, si è svolto ieri un incontro con il sottosegretario al Ministero del Lavoro Rosa Rinaldi nel contesto de “La settimana della precarietà”.
“Incontro sempre più donne vicino ai quarant’anni che sono precarie e per questo motivo non hanno ancora avuto un figlio” ha detto tra l’altro la Rinaldi, che ha continuato: “Bisogna dare la possibilità alle persone di costruirsi un futuro immediato perché possano anche ottenere un’emancipazione della famiglia”.
Tutto sacrosanto e tutto da sottoscrivere.
Epperò…c’è un però.
Possibile che questi cosiddetti comunisti, post PCI, che a suo tempo hanno voluto aborto e divorzio debbano sempre battere il chiodo della “famiglia”?
Voglio dire: un precario/a single, un giovane, un vedovo/a o un divorziato/a non ha lo stesso diritto di avere un lavoro fisso per farsi un bel po’ di affari loro, senza necessariamente avere una moglie (o un marito) per fare un figlio (o una figlia) e vivere felice e contenti?
Dove sta il progresso dalle parti della Rinaldi e dei suoi compagni?
Questa contraddizione viene da lontano, non è certo nata da poco.
Già al tempo di Berlinguer, e dopo la vittoria sul divorzio, se un compagno diceva a un altro compagno: “Sai, sto per divorziare” lo guardavano scandalizzati nello stesso modo in cui lo avrebbero guardato i democristiani più bigotti.
Poi continuavano a fare la loro vita felice in famiglia e qualcuno/a, di sfuggita, neanche tanto di rado, si faceva una bella scappatella extra coniugale.
E questa prendetela, incartatela e portatevela a casa, cari compagni.

Fonte: Ansa

Scritto da Angelo Amoretti

26 luglio, 2006 alle 10:08

Pubblicato in Eventi, Politica

La terza via

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Deve aver sentito del raddoppio della ferrovia, ma qua da noi ancora non c’è e sulla via dove si è cacciato passano ancora i treni, sporchi e con le zecche, ma ci passano.
Neculai Parnica, un rumeno di 28 anni, sorpreso dalla Polizia stradale a rubare un’Ape Poker al Prino, si è dato alla fuga imboccando la ferrovia.
I tutori dell’ordine hanno dovuto fermare il traffico ferroviario per inseguire e catturare il ladro che adesso dovrà rispondere anche di interruzione di servizio pubblico, oltre che di furto aggravato e guida senza patente in stato di ebbrezza.

Scritto da Angelo Amoretti

26 luglio, 2006 alle 9:09

Pubblicato in Cronaca

Un braccialetto per Maria Antonova

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Non ce l’abbiamo, perciò rimane in carcere perché sebbene incinta di otto mesi, potrebbe darsi alla fuga e il giallo dell’estate imperiese non sarà mai risolto (anche perché i cugini francesi non hanno ancora estradato Roman Antonov. Capirai, adesso che abbiamo fatto tre pappine all’Ucraina e vinto i mondiali proprio contro la Francia).
Sarebbe anche curioso decidere una volta per tutte come chiamarlo:
1) Il giallo di Roman;
2) Il giallo dell’AX;
3) Il giallo della mantide;
4) Il giallo del biondino;
5) Il giallo della coppia diabolica
5) La spia che venne dal freddo a fare cazzate a Vasia;
eccetera eccetera.
E’ come un romanzo firmato dai maestri del noir: l’ultimo capitolo è quello che ti spinge a leggere il prossimo. («Quelli sentivano! – quelli sospettavano! – quelli sapevano!– quelli si facevano beffe del mio terrore! – questo pensavo, e questo penso ancora. Ma qualunque cosa era meglio di quest’agonia! Qualunque cosa era più tollerabile di questa derisione. Non avrei potuto sopportare quei sorrisi ipocriti più a lungo! Sentii che dovevo gridare o morire! – e ora – ancora – ascolta! più forte! più forte! più forte! Più forte! Maledetti! gridai, “non fingete più! confesso! – tirate via quelle assi! qui, qui! – E’ il battito del suo cuore odioso!»: da «The tell tale heart», di Edgar Allan Poe).
Maurizio Vezzaro – La Stampa -25 luglio 2006 -

Come sai, io non sono di San Diego, ma inglese. Mi sono ormai stabilito definitivamente in America. Il gruppo nacque ufficialmente nell’estate del 1983, qui a San Diego. Io ero reduce da una breve esperienza con i Crowdaddys, una piccola leggenda di San Diego. Dave, Bill e Roy provenivano dai Mystery Machine. Confermo che il nome Tell Tale Hearts è tratto da una novella di Edgar Allan Poe.
-Lost Trails – ottobre-dicembre 1987 – Intervista di Claudio Sorge -

Scritto da Angelo Amoretti

25 luglio, 2006 alle 11:06

Pubblicato in Cronaca, Personaggi

Niente golf a Imperia

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E’ curioso leggere le dichiarazioni del Sindaco Sappa e degli altri assessori sulla decisione della Regione relativa al campo.
Com’è noto l’Assessore Regionale Carlo Ruggeri ha detto “NO” al golf, come si legge nel post precedente.
L’opposizione è soddisfatta, la maggioranza pure. Qualcuno sta bluffando, si direbbe.
Il Sindaco dice che è una decisione che spetta agli imperiesi. Cosa intende dire: che si farà un referendum? Inoltre il Sindaco aggiunge che “siano da considerare falsi problemi” le recenti prescrizioni.
“Falsi problemi” una bella cippa: Ruggeri ha detto che il campo da golf sarebbe in contrasto con quanto previsto dal piano regolatore che prevede per quella zona un’area adibita a verde pubblico, nell’interesse della nostra città.
Paolo Strescino, vice sindaco, dichiara che, oltre a essere orgoglioso e soddisfatto, “sulla fruibilità pubblica siamo sempre più d’accordo”.
Forse un po’ meno con il Sindaco, chissà?
Luca Lanteri, assessore comunale all’urbanistica, al riguardo dichiara: “Un punto è fermo: sarà il Comune a decidere.
Suona un po’ in contrasto col giudizio espresso da Ruggeri.
Infatti Pasquale Indulgenza dice: “Io ritengo che il sindaco Sappa sbagli due volte affermando che rivendica le scelte della città. Una prima volta sbaglia perché la scelta di un campo da golf era ed è contro gli interessi della città. La seconda volta perché sa bene che la Giunta Regionale ha corretto il Comune e la società Porto di Imperia in ordine a molti altri aspetti. Da calata Anselmi all’integrazione del futuro bacino commerciale e agli sbocchi occupazionali recependo in buona sostanza tutte le osservazioni fatte e rifatte sino ad oggi dall’opposizione. In verità le decisioni regionali costituiscono una prima grande vittoria degli imperiesi che vogliono una città diversa.

Fonte: Il Secolo XIX

“Se un concorrente non imbuca ad una buca qualsiasi e non corregge il proprio errore prima di giocare un colpo dalla successiva area di partenza o, nel caso dell’ultima buca del giro, prima di lasciare il puttin green, egli è squalificato.”
[da www.regoledelgolf.com]

Scritto da Angelo Amoretti

23 luglio, 2006 alle 10:06

Pubblicato in Ambiente

Porto sì, Golf no

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La giunta della Regione Liguria ha approvato in via definitiva la delibera per la costruzione del nuovo porto turistico. Con una sostanziale modifica: il campo pratica per il golf non si farà.
Con buona pace degli amministratori che lo volevano fare con nove buche.
Adesso i numerosissimi appassionati locali di questo sport saranno disperati perché dovranno continuare ad andare a Garlenda, a Sanremo o chissà dove, poverini.
Non si puo’ avere tutto dalla vita e puo’ anche capitare che un Assessore Regionale all’urbanistica, in questo caso Carlo Ruggeri, tiri fuori le palline e dica:
”La scelta del campo da golf sarebbe in contrasto con quanto previsto dal piano regolatore portuale che li’ prevede un area sistemata a verde pubblico e a parco e fruibile, nell’interesse della citta’ di Imperia”.

Scritto da Angelo Amoretti

21 luglio, 2006 alle 10:05

Pubblicato in Ambiente

Ma che peccato!

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L’assemblea dei soci dell’Unione Industriali che avrebbe dovuto svolgersi il prossimo 25 luglio, è stata rinviata al 25 settembre causa improrogabili impegni di alcuni relatori.
Com’è noto all’assemblea sarebbe dovuto venire in missione nientepopodimenoché il Presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo.
Pazienza, se tutto andrà bene l’apparizione ci sarà il 25 settembre.

Scritto da Angelo Amoretti

20 luglio, 2006 alle 10:04

Pubblicato in Eventi, Personaggi

Confusione a Prino

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Anche quest’anno al Prino, il quartiere più movimentato della nostra città nei mesi estivi, sta succedendo quello che già succedeva gli anni scorsi: gli abitanti si lamentano per il disagio causato dai gestori dei locali e dai loro avventori.
In via Littardi, via dei Giardini, a Garbella e naturalmente al Prino, di notte non si dorme e quest’anno si è costituito una specie di comitato di difesa dei diritti dei cittadini che ha raccolto circa duecento firme e intende ora procedere per vie legali.
Ma a cosa sono serviti gli incontri dei residenti con il Sindaco, i mesi scorsi?
A niente, così pare.
La musica proveniente dai locali continua a disturbare, molti ragazzi che si ammassano nel quartiere si comportano da animali e a rimetterci sono i residenti.
Si dice che nel parcheggio di via Littardi, alcuni ragazzi facciano tranquillamente i loro bisogni a cielo aperto e che le auto vengono posteggiate in maniera selvaggia ovunque.
C’è una gran confusione, in sostanza.
Dal deserto di pochi anni fa, si è passati al caos totale di oggi. Possibile che non ci sia una via di mezzo? Possibile che il Comune non si attrezzi affinché tutto si svolga regolarmente?
E’ inutile mettere agenti all’entrata di via Colombo che controllino se c’è qualche ragazzo con della droga in tasca, quando poi “dentro” il quartiere c’è l’anarchia totale, il menefreghismo di tutti.
Qui le responsabilità sono un po’ di tutti a partire dai gestori dei locali, fino ai loro avventori.
Se ci fosse più senso civico e meno egoismo, i gestori potrebbero continuare a fare milioni, i ragazzi a diverstirsi e i residenti a dormire tranquillamente.
Finché non si arriverà a un compromesso vero e duraturo, il Prino rimarrà terra di nessuno.

Scritto da Angelo Amoretti

19 luglio, 2006 alle 9:03

Pubblicato in Ambiente, Cronaca