Da Villa Stuart a Villa Ninina il passo è breve

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Come per rassicurare i lettori, gli elettori e i simpatizzanti, oggi sulla prima pagina locale de La Stampa, c’è di nuovo un articolo sull’operazione cui si è sottoposto a Roma il Ministro Claudio Scajola.
Giulio Geluardi ci informa infatti che ieri mattina il Ministro è stato dimesso e che si è trattato di un’operazione di routine eseguita dall’equipe chirurgica del dottor Antonio Guglielmi, riuscita perfettamente.
Il noto giornalista imperiese ci informa altresì che la prognosi sarà di cinque giorni e che il Ministro è già praticamente tornato al lavoro e nel prossimo week end farà rientro nella sua villa ai Gorleri, che si chiama Ninina, questo lo aggiungo io a completezza della notizia.
Purtroppo non ci sa dire quanto si fermerà nel capoluogo, ma nel suo ultimo periodo di convalescenza il ministro probabilmente incontrerà i possibili candidati alle prossime elezioni amministrative.
Sono notizie che mettono in pace con il resto dell’universo.
Quella che mi manca è ciò che chiedevo nel post precedente.
E a proposito di domande: si è sempre in attesa delle risposte alle dieci poste al sindaco dall’opposizione.
Manco a farlo apposta, volti la pagina dell’autorevole quotidiano, e trovi un articolo a firma Bruno Monticone sull’Ospedale Unico in cui si legge l’intervista a Remigio D’Aquaro, segretario generale della Cisl imperiese, che dice, tra l’altro: “Hanno già deciso tutto senza nemmeno interpellare la popolazione nonostante i nostri continui solleciti. E’ un aspetto che fa indignare la mancanza di qualsiasi colloquio con la cittadinanza“.
E’ un’intervista in cui non si dice nulla di nuovo, ma che se leggi ti passa la voglia di ammalarti perché ricorda quello che si diceva ai tempi andati e che ormai non si dice più:
1) l’elicottero di soccorso, che secondo qualcuno risolverà i problemi dell’emergenza legata alle distanze ed alla viabilità ottocentesca, sarà diviso con la provincia di Savona e non potrà volare di notte e in caso di maltempo e vento;
2) le case della salute, spacciate per quasi ospedali, non saranno altro che poliambulatori senza posti-letto di degenza e senza strutture di emergenza; e, poi, l’occupazione subirà un ulteriore, duro, colpo;
3) faranno un ospedale unico per garantire un’assistenza maggiore, che non costringerà più a recarsi in altre province, ma come sarà possibile se non ci saranno nuovi reparti e se le strutture non saranno che la fotocopia, oltretutto ridotta, di quello che c’è ora?
Coraggio, D’Acquaro, andremo tutti a Villa Stuart!