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I pirati dell’Iva

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E’ da stamattina che aspetto di vedere online l’interessante articolo di Ferruccio Sansa su Il Fatto Quotidiano di oggi e finalmente l’ho trovato.
Ve lo segnalo perché a suo tempo, in vari post e commenti, ho sempre sostenuto che gli yacht e i maxi yacht portano in sé, alla città e alle casse dello Stato, ben poco beneficio e questo articolo lo dimostra.
Ferruccio Sansa, ve lo rammento, ha scritto “Il partito del cemento” con Marco Preve .

Scritto da Angelo Amoretti

4 giugno, 2010 alle 17:33

Oneglia: gli yachts danno spettacolo

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Su La Stampa di ieri, 31 maggio, nella rubrica riservata ai lettori, è stata pubblicata questa simpatica lettera che riporto con piacere:

Come tanti, faccio piacevoli passeggiate con la famiglia sulla banchina di Oneglia, in calata Cuneo. Sono felice quando posso sedermi e vedere il mare. Se gli yachts mi tolgono la vista, mi sposto un po’ più in là. Anche se passano le macchine (non tutte a passo d’uomo) mi faccio da parte. E assisto anch’io allo spettacolo che ci si presenta davanti (osservare la ricchezza in vetrina, farsi fotografare sotto l’elicottero del terzo piano è davvero un bel passatempo!) e qualche volta partecipo a quello che pare un gioco molto in voga: scommettere sulla nazionalità di queste regine del mare. Isole Cayman o Virgin Islands? Guernsey o un altro sconosciuto paradiso fiscale? Certo, queste «bianche signore» sono tutt’altra cosa rispetto alle scalcagnate carrette del mare che ogni tanto (e sempre meno!) attraccano sulla banchina oceanica, con i loro carichi ingombranti e molto poco attraenti. Mentre si passeggia, poi, è un piacere ascoltare l’inglese di quello stuolo di ragazze e ragazzi, biondi e atletici, che affollano i ponti degli yachts. Da dove verranno? Wellington? Perth? O qualche lontanissimo atollo di lingua inglese? Vogliamo metterlo con la cantilena onegliese dei portuali? Ma via! È bello vedere quei giovani indaffararsi tutto il giorno intorno a questi condomini a tre piani, portare fuori i sacchi della spazzatura (non certo antiestetici come quelli di cemento!), osservarli spolverare, lucidare, lavare ogni angolo senza un attimo di tregua. Quanto lavoro! E chissà quanti ettolitri d’acqua si consumano per questi quotidiani maquillage. Come gireranno le colonnine dell’acqua e dell’elettricità! È pur sempre un guadagno per la città, no?
Alessandra Brunetti

Dall’ultimo incontro con i candidati sindaci avvenuto al Polivalente qualche giorno fa, se non ho capito male, è emerso che l’acqua non la paga nessuno.
Detto più brutalmente: la paghiamo noi.

Scritto da Angelo Amoretti

1 giugno, 2009 alle 15:44

Porto di Imperia-Oneglia: pescherecci a rischio?

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Questo è l’articolo pubblicato lo scorso 23 marzo su La Stampa e che mi è stato segnalato da un commentatore.
Si potrebbero fare un sacco di considerazioni e la prima che viene spontanea è che probabilmente, gira che ti rigira, i pescherecci da Oneglia potrebbero sparire davvero, come peraltro già subdorato in passato quando qualcuno diceva che lo spazio sarebbe dovuto essere riservato completamente agli yachts.
L’altra considerazione, quella che farebbero i maligni, è che questo gioco tra Regione e Comune del “io te l’avevo detto, ma tu hai fatto finta di niente” sia una colossale presa in giro, giusto per arrivare, a testa alta, allo scopo ultimo, quello appunto di far sparire i pescherecci.

Pescherecci, porto a rischio

«Il Comune di Imperia deve attivarsi immediatamente per indire la gara d’appalto per gli interventi a favore del settore peschereccio del porto di Oneglia, altrimenti si rischierà di perdere il finanziamento regionale»: il monito arriva direttamente dalla Regione.
Precisa Giancarlo Cassini, assessore regionale alla Pesca: «Abbiamo messo a disposizione del Comune un milione e mezzo di euro e abbiamo approvato il progetto definito dell’area. Adesso, però, deve partire la gara di appalto per procedere, poi, con la realizzazione delle opere. Si tratta, infatti, di fondi per i quali è necessario rispettare precise tempistiche di spesa».
Dice ancora Cassini: «Con gli amministratori imperiesi, quando ci siamo visti le ultime volte, avevamo previsto che l’opera fosse realizzata entro il 2009. A questo punto, però, ritengo vi sia una grande urgenza di procedere, altrimenti si rischia davvero di andare oltre i termini e di mettere in discussione la questione. Bisogna rispondere alle esigenze del mondo della pesca, attraverso un progetto che, oltretutto, è condiviso».
Il progetto in questione prevede la risistemazione degli approdi dei pescherecci, con la creazione di punti acqua e luce, il rifacimento dei box ormai fatiscenti e la creazione di una zona per la vendita del pescato sulla banchina di calata Cuneo. Una riqualificazione importante, anche dal punto di vista dell’immagine, per un bacino che non nasconde di avere anche velleità turistiche.
Aggiunge Cassini: «Il progetto è stato concepito per rispondere ai bisogni dei pescatori, con interventi per acqua, elettricità, depositi e zone di lavoro e di vendita. Ma si tratta anche di dare un’immagine più bella del bacino. Vi è certamente il bisogno di rispondere a esigenze nuove. La crisi mostra, infatti, l’esigenza di accorciare la filiera e, con la realizzazione di questo progetto, anche il sistema di commercializzazione del pesce potrà avvalersi della nuova zona prevista in banchina per la vendita del pescato. Mi auguro tanto che il Comune proceda rapidamente a indire la gara d’appalto».

Scritto da Angelo Amoretti

25 marzo, 2009 alle 12:24

I cantieri di Imperia

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A Imperia ultimamente c’è disagio un po’ ovunque per via dei tanti cantieri aperti.
Ma a onor del vero occorre dire che eravamo stati avvertiti in anticipo, sia da Caltagirone che dall’Assessore Gaggero: ci avevano chiesto di pazientare e in fondo quando si fanno opere del tipo di quelle che stanno sorgendo nella nostra città, ci si può aspettare un naturale malessere.
Si mugugna spesso, forse tanto per mugugnare.
Un visitatore del blog, qualche giorno fa, mi aveva fatto notare l’idea intelligente di far asfaltare via Agnesi di notte eppure qualcuno si è lamentato e qualcun altro si sarebbe lamentato se l’asfaltatura fosse stata fatta di giorno. Ma ce l’avevano detto e allora ammettiamo: certe lamentele ci stanno, altre no.

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Scritto da Angelo Amoretti

7 luglio, 2008 alle 1:37

Oneglia: largo agli yachts [III]

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Mi dispiace che quando qualcuno esprime la propria opinione, magari contraria a quella di un consigliere o amministratore “in quota” o “vicino” – come si dice – al Pdl, questi rispondano spesso con toni demagogici e poco conformi alla sostanza.
Abbiamo qua due casi che sono sotto gli occhi di tutti.
Il Prof. Coletti scrive una lettera al Secolo XIX (quella che ho riportato nel post precedente) e oggi, dalle colonne dello stesso quotidiano, gli risponde il consigliere comunale del Pdl Marino Arimondi che è pure consigliere di amministrazione della Porto di Imperia Spa.
La lettera comincia così:

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Scritto da Angelo Amoretti

19 giugno, 2008 alle 9:56

Oneglia: largo agli yachts [II]

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Vittorio Coletti, autorevole docente di Lettere e Filosofia all’Università di Genova, ha scritto questa lettera a Il Secolo XIX che il quotidiano pubblica oggi sotto il titolo “Con i maxi-yacht Calata Cuneo invasa anche da auto e sporco”:

“La decisione del Comune di Imperia di ospitare nel porto di Oneglia altri megayacht, oltre quelli già presenti, potrebbe essere mestamente chiosata osservando che sui gusti non si può discutere e che ognuno si tiene il suo, buono o cattivo che sia.
Ma per quanto possano piacere questi pacchiani bisonti del mare e per quanto possano essere graditi gli introiti (quanti?) che apportano, nessuno, neppure l’assessore Lanteri, dovrebbe sorvolare sul fatto che, dal loro arrivo, la Calata Cuneo è percorsa da automobili che vi stanno a lungo parcheggiate e vi vengono altresì lavate; che ai suoi bordi si svolge una rumorosa vita da campeggio di quart’ordine; che nel suo specchio di mare si scaricano ogni giorno (questi yacht sono infatti quasi sempre all’ormeggio, nonostante si dica che fanno servizio charter) acque bianche e nere, le quali attestano che, in date circostanze, anche la “pecunia olet”. La Capitaneria di Porto, da me interpellata, ha dichiarato di elevare quotidiane multe agli equipaggi indisciplinati, ma di ricevere in cambio totale indifferenza, forse perché gli importi delle multe sono troppo bassi per i padroni di questi natanti o perché non le pagano neppure, fidando nell’extraterritorialità di diritto o di fatto di cui sembrano godere. Può darsi che lo spettacolo a qualcuno (per il momento) piaccia, come ha scritto Loredana Grita. Ma tanti imperiesi se ne sentono mortificati e sperano che sia solo temporaneo.”
Vittorio Coletti

Adesso bisognerebbe stabilire se il Prof. Coletti è un comunista, un sovversivo, un invidioso (o tutte tre le cose insieme) o semplicemente un cittadino che tiene al decoro della città.

Scritto da Angelo Amoretti

18 giugno, 2008 alle 9:05

Oneglia: largo agli yachts

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Gli yachts nel porto di Oneglia aumenteranno di numero.
Non c’è niente da fare: qualcuno se l’era messo in testa neanche tanto tempo fa e piano piano sta raggiungendo l’obiettivo.
Prima lo spuntare delle colonnine, ora un pontile galleggiante e un parking riservato ai diportisti ed è fatta: gli yachts avranno più spazio nel porto, con grande soddisfazione anche della Confcommercio.
Non dubito che certi negozianti e ristoratori possano essere soddisfatti dell’operazione, ma mi permetto di dire che per me non è, come scrive oggi il Secolo XIX, “uno splendido colpo d’occhio”.
Prima di tutto dal punto di vista prettamente visivo: avere davanti al mare un muro di acciaio (o quello che è) per me è tutt’altro che “splendido” e poi, se proprio vogliamo, anche dal punto di vista sociale.
Vedere tutta quella ricchezza in acqua e sapere che pochi metri più a monte c’è gente che non riesce ad arrivare alla fine del mese mi sconcerta un pochino. E’ un paradosso: c’è la banchina che segna il confine tra il benessere e il malessere. Sì, qualche milionario c’è anche a terra, ma Imperia non è Miami e questo colpo d’occhio, per quanto mi riguarda, stona un pochino.

Scritto da Angelo Amoretti

16 giugno, 2008 alle 9:45