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In qualcosa siamo primi

con 24 commenti

Se ci mettiamo che anche con la ‘ndrangheta non ce la passiamo tanto bene, il quadretto è bello che fatto.
Forse è la ragione per cui la nostra provincia da anni è governata dal centrodestra, ma vale anche il contrario e cioè: siamo ladri e truffatori perché ci governa il centro destra o governa il centro destra con i voti anche dei ladri e dei truffatori?
Forse tutte e due. Una cosa è certa: se vai con lo zoppo impari a zoppicare e si potrebbe perfino dire che si va avanti a ricatti reciproci. Bisognerebbe cercare di rompere questo circolo vizioso: domenica e lunedì abbiamo una buona occasione per provare a farlo.

La provincia di Imperia è al primo posto in Liguria per evasori totali, ma anche per «falsi poveri», ovvero persone che, pur non avendone diritto, utilizzano prestazioni sociali agevolate, come contributi per affitti e per le mense scolastiche, borse di studio, riduzioni delle tasse universitarie, sussidi che in questo modo vengono tolti a chi è davvero economicamente svantaggiato.
Sono i dati emersi dal bilancio dell’attività operativa svolta nel 2012 dalla Guardia di Finanza, attività presentata ieri mattina dal comandante regionale, Generale di Divisione Flavio Zanini, che da oggi si trasferisce a Venezia come comandante interregionale dell’Italia Nord Orientale, sostituito in Liguria dal generale Rosario Lorusso.
Gli evasori totali scoperti nell’Imperiese sono 190 su 392 in tutta la Liguria, e 12 i paratotali rispetto ai 47 dell’intera regione (per rendere l’idea, Genova, al secondo posto, conta 78 evasori totali, Savona 77, Spezia 47). Per quanto riguarda le prestazioni agevolate, i controlli sono stati 531 per smascherare 310 falsi poveri (rispetto ai 135 del 2011): 165 nell’Imperiese (su 222 controlli), 68 a Genova (131 controlli), 41 a Savona (89 controlli), 36 alla Spezia (89 controlli).
La scoperta degli evasori totali si deve soprattutto a una massiccia operazione locale di controllo nel settore dell’edilizia.
Per quanto riguarda la lotta all’evasione fiscale, sono stati eseguiti 3731 interventi ispettivi che hanno consentito di constatare oltre 602 milioni di euro sottratti alle tasse e circa 102 milioni di Iva evasa in tutta la regione: un aumento, rispetto al 2011, rispettivamente del 33% e del 40%, mentre i controlli in realtà sono aumentati solo del 5%. «Perché quest’anno la nostra attività è stata più mirata, più intelligente» ha spiegato il comandante, confermando anche che sono cresciute del 30% le segnalazioni al 117 e le denunce.
Sono stati accertati danni erariali per oltre 52 milioni di euro, scoperte frodi ai finanziamenti comunitari e nazionali per oltre 5 milioni. In particolare, il settore più interessato è quello dell’agricoltura e degli incentivi alla formazione.
Per quanto riguarda le frodi sulla spesa previdenziale e assistenziale, ovvero le pensioni riscosse nonostante la morte del titolare, sono in corso accertamenti nell’Imperiese soprattutto nei casi di residenti all’estero.
Inoltre, ci sono 1300 posizioni al vaglio in tutta la regione per quanto riguarda patrimoni accumulati da persone che hanno subìto condanne, sono stati rinviati a giudizio o sono indagati per reati di natura finanziaria per i quali potrebbe scattare il sequestro dei beni.
Imperia virtuosa, infine, per quanto riguarda gli scontrini e le fatture: 758 esercizi colti sul fatto rispetto a 4443 controlli, contro 1648 su 4992 controlli a Savona, 931 su 3742 a Spezia e 2356 su 5498 a Genova.

La Stampa, 19 febbraio 2013

Scritto da Angelo Amoretti

19 febbraio, 2013 alle 12:29

Caro Claudio, ti scriviamo

con 12 commenti

Interessante articolo di Ferruccio Sansa e Valeria Pacelli apparso su il Fatto Quotidiano dello scorso 12 aprile:

Poltrone & favori: tutte le email al “grande capo” Scajola
L’inchiesta di Imperia: “Dal centrodestra pressioni anche su stampa e investigatori”

LE NOMINE A INVITALIA, LA CONTROLLATA DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO: CACHET DA 160 MILA EURO L’ANNO

Mail, decine. Quasi un diario per informare il “grande capo”, Claudio Scajola. Era l’abitudine di Rodolfo Leone, ex vice- sindaco di Imperia, e Carlo De Romedis. Non avrebbero mai pensato che quei messaggi sarebbero diventati un promemoria per i pm, ricco di capitoli interessanti. Come quello sulle ingerenze della politica in Invitalia: almeno tre scajoliani (due indagati nell’inchiesta sul porto di Imperia) hanno ottenuto nomine nelle società del gruppo controllato dal ministero per lo Sviluppo Economico. Parliamo dell’arcipelago arrivato nei tempi d’oro a controllare 300 società con 492 amministratori, spesso vicini ai partiti. Finché nel 2008 il governo Prodi nomina al vertice di Invitalia Domenico Arcuri “che – ricordano ambienti interni Invitalia – riduce le controllate a 5”. Ma la politica, a leggere le carte di Leone e De Romedis, continua a metterci il naso. Ecco che cosa scrive nel 2008 De Romedis a Scajola: “Arcuri è decisamente intelligente e oggi a te fedele (gli hai salvato la pelle), mi ha proposto il posto di direttore generale di Italia Turismo”. Ma com’è andata a finire? Ambienti Invitalia raccontano: “De Romedis (condannato in passato per reati che vanno dalla bancarotta all’evasione fiscale) è uno dei direttori. Arcuri non gli propose nulla, la nomina fu interna alla società. Arcuri non lo ha sostenuto, anzi”.
Intanto Leone nel 2009 diventa amministratore delegato della controllata Invitalia partecipazioni.
In una mail ringrazia Scajola “per la designazione” (Invitalia nega che Arcuri abbia partecipato alla nomina). Il compenso? Centosessantamila euro l’anno. Nella galassia Invitalia approdò anche Carlo Conti (indagato a Imperia) che vanta poltrone in municipalizzate liguri, in società di Caltagirone Bellavista e in Procida Navigando (società legata a Italia Navigando, a sua volta controllata da Invitalia).
Ma a che cosa si riferisce De Romedis quando afferma che Arcuri è “fedele a Scajola” perché “gli ha salvato la vita”? Forse millanterie, perché Arcuri fu nominato in epoca Prodi e confermato durante l’interim di Silvio Berlusconi. “Scajola non c’entra”, giurano a Invitalia, semmai si conferma un’amicizia con Massimo D’Alema. Un legame che gli è stato “rinfacciato” da chi ricorda altri nomi di politici che si sono affacciati nell’universo Invitalia. Parliamo della controllata Italia Navigando, protagonista di progetti per porticcioli da centinaia di milioni.
Il presidente è Ernesto Abaterusso, ex deputato Ds pugliese.
La gestione di molti approdi è stata affidata alla Marine Italia di proprietà al 50% di Marina Alfredo Sandri, ex onorevole Ds-Ulivo. Ma questa è un’altra storia, nessun legame con l’inchiesta che ha sconvolto il Pdl ligure. I fascicoli imperiesi descrivono la pressione che, secondo l’accusa, ambienti vicini al centrodestra esercitavano perfino sugli investigatori e la stampa. Come l’avver timento ricevuto dall’ispettore Ivan Bracco, riportato in un’annotazione della polizia postale agli atti. Era il 21 maggio 2011, quando durante la festa della polizia, l’ispettore fu avvicinato dall’assessore alla Viabilità del Comune, Antonio Gagliano. Prima ci furono gli elogi. Poi ecco una frase che sarebbe stata pronunciata da Gagliano (che non conferma l’episodio): “Stai attento, perché, per quello che fai, sta cercando di farti fuori”, indicando con lo sguardo l’ex ministro Scajola, che in quel momento passava.
C’è anche un giovane cronista, in attesa di assunzione, che testimonia di essere stato avvertito da Leone: “Non vorrei dover chiamare il tuo caporedattore”, notoriamente amico dell’allora vice-sindaco.
Ecco Imperia ritratta dai pm. Qui sbarcarono Angelo Balducci (nominato presidente della commissione che vigilava sulle concessioni demaniali del porto) e i suoi amici, come Benedetto Mercuri (un nome che spunta anche nell’indagine sulla Cricca) che tra i moli faceva lunghe passeggiate. Mercuri era Responsabile direzione generale per l’edilizia statale e gli interventi speciali del Ministero delle infrastrutture nel periodo in cui era direttore Balducci. La sua presenza nel porto di Imperia è finita agli atti.

Scritto da Angelo Amoretti

15 aprile, 2012 alle 18:56

Pubblicato in Politica

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La Giustizia a Imperia

con 6 commenti

In questi giorni mi ha colpito anche la cronaca giudiziaria di casa nostra, che per quanto riguarda i tempi dei processi, credo rispecchi più o meno l’andazzo nazionale.
Ormai quando i processi avvengono, a meno che non si tratti di delitti cruenti, non ci si ricorda più del fatto in sé.
Ovviamente premetto che non c’entra nulla il “funzionamento” del Tribunale di Imperia: per carità, se le cose vanno così sarà per cause che vengono da più lontano, ma prendiamo per esempio l’evasione di ferragosto dal carcere di Imperia di due anni fa. Chi se la ricorda più?
Eppure oggi sono stati sentiti gli accusati di aver agevolato la fuga avvenuta durante il ferragosto del 2006.
E se ne riparlerà il prossimo 5 marzo 2009.
I vigili che avevano malmenato un automobilista sono stati assolti: il fatto successe nel giugno 2002, la sentenza è di oggi. Sei anni per una sentenza riguardante una colluttazione tra due vigili e un automobilista.
Mi metto anche nei panni di chi la sta aspettando, questa benedetta sentenza: sei anni a chiedermi cosa deciderà il Tribunale per una cavolata del genere.
L’ultimo esempio, quello riguardante il processo per l’area di Pieve di Teco dove, secondo l’accusa, il patron dell’Olio San Lorenzo Massimo Vezza, l’architetto Paolo Verda e il costruttore Giovanni Carlo Borsa sono accusati di aver costruito un muro quattro anni fa.
Se ne riparlerà il prossimo 29 gennaio 2009. Per un muro: manco fosse quello di Berlino.
Non si potrebbero velocizzare un po’ questi benedetti processi? Sarebbe carino per tutti: se uno non viene ritenuto colpevole può andarsene in giro a testa alta in fretta (mi direte: “Ci va lo stesso” e va bene, questo è un altro discorso), se viceversa viene condannato, paga o sconta la sua condanna e tutto finisce lì.

Scritto da Angelo Amoretti

23 ottobre, 2008 alle 21:22

Bancarotta SAIRO: chiesti 7 anni per Egidio Conte

con 4 commenti

E’ la pena chiesta dal pm Ersilio Capone per Egidio Conte, amministratore della raffineria Sairo all’epoca dei fatti.
I difensori di Conte, gli avvocati Giovanni Grillo e Luigi Trucco del foro di Genova e Savona, hanno chiesto l’assoluzione per il loro assistito e alla prossima udienza, fissata per il 28 maggio, faranno nuove repliche, prima della sentenza.
La contabilità era tenuta in modo perfetto” – dicono gli avvocati difensori – “e non ci sono gli estremi né per la bancarotta fraudolenta, né per il reato di falso in bilancio.
Ben diciotto sentenze di commissioni tributrarie stanno a dimostrare che neppure l’evasione fiscale sarebbe da prendere n considerazione.
Quello che mi pare a dir poco bizzarro, anche se mi guardo bene dal giudicare un giudice (mi si passi il bisticcio) è che ai fratelli Azria (Jacques e André) i veri proprietari che alla Sairo facevano il bello e il cattivo tempo e che hanno “distratto” con Leo Dreifuss ben 50 miliardi di vecchie lire, hanno a suo tempo patteggiato le condanne e si sono beccati un anno e otto mesi Jacques Azria, due mesi in meno suo fratello André e Leo Dreifuss.
Il loro giudizio era stato disgiunto da quello su Conte i cui avvocati hanno cercato di dimostrare l’assoluta assenza di dolo da parte del loro cliente. Se non è una beffa questa.
Mi si dirà: “Ma come, sei stato dipendente Sairo, sbattuto su una strada dopo vent’anni, sei disoccupato e tendi a difendere Conte?”
Ho conosciuto molto bene Egidio Conte, così come lo conoscono centinaia di imperiesi: per me resta una persona onesta e di grande umanità. Quando è diventato presidente del consiglio di amministrazione della Sairo si è trovato a guidare una società che forse era troppo grande per le sue capacità e ha avuto collaboratori non all’altezza della situazione.
Poteva abbandonare la nave e lasciare che affondasse, ma è rimasto alla guida della gloriosa Sairo, lasciandosi dare le rotte da uomini senza scrupoli. Ed è finita così.
Non dimentico che a casa restammo in una ventina circa, ovviamente, ma spero che Conte venga assolto perché in questi ultimi anni ha lottato quasi fino allo stremo, per dimostrare la sua onestà nel condurre la società. E’ un uomo anziano che tra poco compirà 83 anni e credo che sarebbe bene ricordarlo com’era: un vero signore che non ha mai cercato gloria né tanto meno denaro in modo disonesto.
Ho scritto questo post perché in un’altra pagina di giornale ho letto che l’uomo che ha ucciso suo fratello è stato condannato a dodici anni e ho fatto le proporzioni: Egidio Conte non ha ucciso nessuno e rischia sette anni. E sono altri che hanno cercato di uccidere lui.
Vedremo come andrà la sentenza, che naturalmente rispetterò, ma nel frattempo mando a Conte tutta la mia solidarietà.

Scritto da Angelo Amoretti

23 gennaio, 2008 alle 19:22

Caparbietà

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Dopo essersi esibito a Sanremo, l’onorevole Claudio Scajola, sempre nell’ambito del congresso cittadino di Forza Italia (una preghiera ai giornalisti: smettiamola di chiamarli azzurri. Azzurri sono gli atleti che vestono i colori della nazionale italiana, tra cui quelli che un anno fa hanno vinto i mondiali di calcio), ha tirato fuori le unghie anche nella nostra città, parlando ancora di porto per grandi yacht a Oneglia («Mettiamoci nei panni di chi viene da fuori: verranno grandi yacht a Imperia. La sinistra vorrebbe un porto garage e noi invece un porto hotel.») e di campo pratica golf nel parco urbano («Da qui la necessità di offrire agli ospiti un’offerta ampia. E il campo di pratica da golf lo è a tutti gli effetti.»).
Senza risparmiare colpi bassi all’opposizione («Noi dobbiamo portare avanti programmi, dobbiamo crederci perchè ci siamo dedicati a studiarli e li conosciamo, li possiamo sostenere perchè sono l’espressione di chi vuol lavorare bene per il futuro. Oppure sono i piani di Nattero o Badano che vogliamo sostenere?») e con due chicche da incorniciare a futura memoria:
1)«[...]dove le idee del nostro partito, fatto di persone preparate e per bene, vengano sostenute e dibattute [...]»
Ora, che Forza Italia sia un partito o un club che dir si voglia, “fatto di persone per bene” non sono solo io a dubitarlo, ma la giustizia italiana.
Riporto, per chi se lo fosse dimenticato, l’elenco delle persone perbene di F.I. condannate in via definitiva, che siedono ancora allegramente, insieme a parlamentari di altri partiti, per carità, in Parlamento:
- Berruti Massimo Maria (8 mesi definitivi per favoreggiamento nel processo tangenti Guardia di Finanza);
- Biondi Alfredo (2 mesi patteggiati per evasione fiscale a Genova);
- Cantoni Giampiero (Come ex presidente della Bnl in quota Psi, inquisito e arrestato per corruzione, bancarotta
fraudolenta e altri reati, ha patteggiato pene per circa 2 anni e risarcito 800 milioni);
- Dell’Utri Marcello (Condannato definitivamente a 2 anni per frode fiscale e false fatturazioni a Torino (false fatture
Publitalia); ha patteggiato 6 mesi a Milano per altre vicende di false fatture Publitalia);
- Del Pennino Antonio (Condannato per finanziamento illecito);
- Jannuzzi Lino (Condannato definitivamente a 2 anni e 4 mesi per diffamazioni varie, è stato graziato dal capo dello Stato proprio mentre stava per finire in carcere);
- Mauro Giovanni (Condannato per diffamazione aggravata);
- Previti Cesare (Condannato a 6 anni per corruzione giudiziaria);
- Sterpa Egidio (Condannato a 6 mesi definitivi per tangente Enimont);
- Tomassini Antonio (Medico chirurgo, condannato in via definitiva dalla Cassazione a 3 anni per falso);
- Vito Alfredo (2 anni patteggiati e 5 miliardi restituiti per 22 episodi di corruzione a Napoli)
dall’elenco sul blog di Beppe Grillo aggiornato a giugno 2006 (non è escluso che ne frattempo sia stato condannato qualcun altro).
2)«Di chi è il porto di Oneglia? Di Burlando? E’ dei portuali di Imperia? No è della città: l’hanno costruito gli imperiesi e fu una grande sottoscrizione»
Appunto: è di Imperia e non di qualche residente.
Certo, la caparbietà di Scajola è ammirevole. Con tutto quello che sta succedendo ai processi per il G8 di Genova (ai tempi era Ministro dell’Interno) e con tutto il marasma sui dossier illegali del Sismi, con il Copaco in mezzo alla bufera, l’onorevole ha ancora tempo (e voglia) di occuparsi di questa piccola, ridente città ai confini della realtà.

Scritto da Angelo Amoretti

9 luglio, 2007 alle 10:40

Pubblicato in Politica

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Evasioni

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Nuovo sopralluogo, stamani, al carcere di Imperia per ricostruire l’ evasione di Ferragosto in cui tre detenuti, due accusati di rapina e uno di omicidio, sono riusciti ad infrangere i sistemi di sicurezza del penitenziario e a scappare gettandosi dal muro di cinta alto piu’ di 15 metri. Una fuga durata pero’ pochi minuti: i tre, infatti, sono stati catturati dalla polizia e dai carabinieri.
Al sopralluogo, oltre ai carabinieri titolari delle indagini, hanno preso parte il procuratore di Imperia Bernardo Di Mattei, il pubblico ministero Ersilio Capone e l’avvocato Erminio Annoni, difensore della guardia penitenziaria che il giorno dell’evasione era addetto alla sicurezza e che oggi e’ indagato dalla Procura.
Nel corso del sopralluogo, durante circa tre ore, e’ stato effettuato il percorso compiuto dai tre detenuti per evadere. Attenzione particolare e’ stata rivolta ai sistemi di sicurezza, alcuni dei quali non funzionanti, cercando di ricostruire anche (passo per passo) gli spostamenti della guardia giurata oggi finita sotto inchiesta. Sabato prossimo e’ previsto un altro sopralluogo.
(ANSA).

Questi tre sfigati (non quelli che hanno fatto il sopralluogo bensì i mancati evasi) magari ci riproveranno ed è curioso che a fare le prove tecniche di evasione, stamattina, siano stati in tre.
Simulazione perfetta, direi!

Scritto da Angelo Amoretti

24 agosto, 2006 alle 15:15

Pubblicato in Cronaca