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Presentato a Imperia il Nuovo Centro Destra

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Questa mattina si è presentato il Nuovo Centro Destra: con Strescino, Minasso e Saso (per parlare dei locali) c’è anche Alberto Bellotti che a Imperiapost ha detto:

Il senso dello Stato ci deve accompagnare quotidianamente in tutte le nostre azioni. E per senso dello Stato intendo l’interesse pubblico che per quello che ci riguarda deve essere perseguito sempre in via esclusiva. Le aspettative politiche del singolo devono venire sempre dopo.

Se non sbaglio si tratta dello stesso Bellotti che è sotto processo con Gianni Giuliano, Alessandro Barla e Danilo Sfamurri per reati ambientali e abuso d’ufficio per quando era assessore provinciale all’ambiente, quindi deve avere un senso dello Stato che passa ogni immaginazione ed è uno che, molto probabilmente, andrà a sedersi in Parlamento.

Scritto da Angelo Amoretti

14 gennaio, 2014 alle 16:48

Alessio Saso (PDL): il decennio 2000-2010 è per sempre tramontato

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Riporto l’intervista che Alessio Saso, ex vice sindaco di Imperia e ora consigliere regionale del PDL, ha rilasciato ieri a Giulio Geluardi per La Stampa perché potrebbe essere spunto di interessanti riflessioni:

«La scelta responsabile e coraggiosa di Marcello Pallini di dimettersi da vice coordinatore provinciale deve aprire all’interno del nostro partito un serio dibattito per lasciarci alle spalle quattro anni di secche sconfitte.
Qui nessuno vuole abbandonare la nave ma cambiarne i timonieri che dopo la debacle di Imperia, e la non meno grave di Bordighera,devono farsi da parte. Cos’altro deve succedere perché si arrivi a un Congresso e all’elezione di una nuova dirigenza?
Prendiamo il caso di Imperia: si comincia con la scelta di Strescino sindaco da parte di chi allora comandava; i rapporti con la maggioranza si guastano e il sindaco azzera la Giunta, mossa che ha offeso alcuni amministratori di lungo corso; la contromossa più cretina che si potesse adottare era, però, quella di far decadere il Consiglio, primo per non affidare a un commissario la città in un momento così delicato e poi perché era opportuno lasciare al sindaco la possibilità di districare la complessa ma tassa del porto.
Così non è stato e noi del Pdl abbiamo di fatto favorito la nascita di quella ibrida alleanza elettorale che poi ci ha battuto. Avremmo forse ancora potuto riscattarci se come centrodestra avessimo chiesto scusa, ma scusa è una parola evidentemente passata di moda.
Ultimo tragico errore la scelta del candidato sindaco abbiamo individuato una persona con il difetto costituzionale di ricordare ai nostri concittadini la vicenda del Porto in ogni momento, proprio ciò di cui avevamo meno bisogno.
Peraltro il nostro candidato si è dimostrato refrattario ad accettare consigli. Gli innegabili vincitori politici di queste elezioni sono stati Strescino, Burlando che ha preso per mano il Pd e naturalmente Capacci.
Noi abbiamo perso e adesso dobbiamo girare pagina: il decennio 2000-2010 è per sempre tramontato portandosi via quegli uomini che in pochi decidevano per tutti. E’ necessario mettere al lavoro un nuovo Coordinamento regionale e nuovi Coordinamenti provinciali se non vogliamo il prossimo anno perdere anche Sanremo e Ventimiglia ed essere ridicolizzati alle successive regionali».

Si capisce bene com’era coesa la squadra che appoggiava Erminio Annoni?

Scritto da Angelo Amoretti

17 giugno, 2013 alle 7:55

‘Ndrangheta in Liguria: inguaiati Saso e Minasso

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‘Ndrangheta in Liguria
Le telefonate che iguaiano Saso e Minasso.
[...] Più o meno nello stesso periodo l’attuale consigliere regionale Pdl Alessio Saso si inguaia in vista della tornata elettorale parlando con Vincenzo La Rosa, sospetto fiancheggiatore delle cosche. «Saso – spiega l’Arma – dice che ai soldi per “ringraziare” provvederà personalmente».
E poi fa di peggio.
La Rosa: «I suonatori ci sono…»
Saso: «E facciamoli suonare…Io sono una persona che anche dopo ci si può contare, se uno mi chiede un lavoro, un finanziamento do anche quello…».

In un’altra conversazione, sempre con l’ultrasospettato La Rosa, aveva inguaiato persino un parlamentare.
La Rosa: «Sec’è da lavorare…e quello che si fa lo dobbiamo pur prendere…».
Saso: «Certo, com’è giusto che sia».
La Rosa: «Io non mi sono mai lamentato…ed Eugenio ci ha portato una volta a Roma, abbiamo mangiato, lo abbiamo ringraziato….E lui è stata una persona gentile e io l’ho votato, no?».
Per i carabinieri del Ros «La Rosa parla dell’appoggio elettorale per Eugenio Minasso (oggi deputato e vicecoordinatore regionale Pdl)».

Il 7 aprile del 2010, a elezioni avvenute, i due candidati dei clan si chiamano e commentano.
Saso: «Ciao, allora? È una vita dura…».
Praticò: «Di merda! Vabbè io ho preso 1.800 voti,me ne hanno annullato 536…».
Saso: «Ammazza…».
Praticò: «Hanno scritto Praticò accanto a Biasotti».
Saso: «Ah, ah, ah».
Praticò: «Non riesco a capacitarmi…sto controllando sezione per sezione. Perché andavo a 2.400. Qualcosa che nell’ultima settimana ha cambiato, perchè per lavorare avevo lavorato bene e tutto…».
Saso: «Se ti capita, se riesci a dare uno sguardo a quella cosa di cui ti parlai, così…».

fonte: Il Secolo XIX – 8 luglio 2011

Queste sono le intercettazioni telefoniche pubblicate oggi da Il Secolo XIX che riguardano anche l’on. Eugenio Minasso.
Certo, come dice l’on. Claudio Scajola, “Bisogna vederle nel contesto“. Tipo quando Berlusconi raccontò quella barzelletta che finisce con una bestemmia e Monsignor Fisichella disse che bisogna contestualizzare, per capirci.

Scritto da Angelo Amoretti

8 luglio, 2011 alle 12:44

Il consigliere regionale Alessio Saso risponde all’on. Claudio Scajola

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Claudio Scajola utlimamente è scatenato. Dopo aver rilasciato interviste a Repubblica e La Stampa, non poteva mancare Il Secolo XIX. Stavolta però non si è parlato di massimi sistemi, di liberismo e di moderatismo, bensì di Alessio Saso, l’uomo che zitto zitto sconfisse (forse in maniera poco sportiva) nientepopodimenoche Gianni Giuliano (altro bel personaggio del Pdl locale, ex presidente della provincia) alle Regionali del 2010.
In sostanza Scajola, forse dopo aver letto la Riviera, chiede a Saso di dimettersi. Non da consigliere regionale, per carità, ma dalla VII commissione controlli che si occupa di trasparenza dell’attività regionale (che devo ancora capire bene cosa sia, ma la parola “trasparenza” già mi fa sorridere) da cui Saso si è autosospeso.
Mi fa anche ridere la faccenda del “passo indietro” perché a seconda di dove uno si trova può essere assai pericoloso. E mi viene in mente la famosa foto della posa della prima pietra per il porto turistico della nostra città: in primo piano il ragazzo di Beatrice Parodi con la cazzuola in mano (il grembiulino e il compasso non servono in questi casi: ti preparano già tutto giusto per le foto di rito) e dietro di lui una schiera di personaggi che se fanno un passo indietro finiscono a bagno.
La risposta di Saso non si è fatta attendere e sulle pagine del Secolone di oggi si legge quanto segue:

L’onorevole Scajola è stato talmente garbato da informarmi della sua dichiarazione. Per questo lo ringrazio. Ora, io sono frastornato e incredulo, continuo a ripetere ad amici e giornalisti che il mio capo d’accusa è basato solo su parole e promesse non mantenute. Non c’è un solo atto concreto. Solo parole con gente che, un anno e mezzo fa, non potevo immaginare fossero coinvolti in strane vicende.

Saso, che come si legge nell’articolo, “da settimane è in uno stato di perenne agitazione“, continua così:

Se mi dimetterò? Di certo io a quella poltrona non sono incollato. Datemi il tempo per riflettere, per parlare con i colleghi del gruppo Pdl e con l’ufficio di presidenza del consiglio. Valuterò con molta calma cosa fare.
Ero sovraeccitato da una campagna elettorale durissima, mi scontravo con il nipote di Scajola e con il presidente della Provincia.
Era dura, e sono stato superficiale.

La penultima frase mi fa venire mal di testa. Perché continuo a domandarmi: e se invece che con Scajola nipote e Gianni Giuliano si fosse scontrato, per dire, con Scullino e Bosio, che faceva? Chiamava anche la camorra, la sacra corona unita e la mafia?

Scritto da Angelo Amoretti

5 luglio, 2011 alle 17:06

La Riviera chiede le dimissioni di Alessio Saso

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La Riviera in edicola oggi chiede esplicitamente le dimissioni del consigliere regionale del Pdl, Alessio Saso.
Ma lui li aveva già in parte accontentati: si è autosospeso da Presidente della VII Commissione Controlli che si occupa di Trasparenza dell’attività regionale, Monitoraggio dell’attuazione degli atti di indirizzo approvati dal Consiglio regionale, Rendiconti e Bilanci d’esercizio degli Enti, delle Agenzie, delle Aziende e degli Organismi regionali costituiti o partecipati.

Scritto da Angelo Amoretti

1 luglio, 2011 alle 12:43

Pubblicato in Politica

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L’on. Eugenio Minasso rimane nel Pdl

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La conferma ufficiale si ha da Il Secolo XIX di ieri che riporta una breve dichiarazione dell’onorevole:
Così Minasso si ritrova a benedire la frattura tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini: «Finalmente un po’ di chiarezza nel Pdl»“.
Credo che sia l’unico “finiano di ferro” dichiarato che invece di seguire il suo leader, se ne sta con Berlusconi.
Non avevo dubbi, ma allora come gli avevo già suggerito, farebbe meglio a togliere quella frase dal suo sito per sgomberare totalmente il campo dagli equivoci.
Per quanto riguarda i suoi incontri con persone malavitose, c’è poco da aggiungere: non è indagato e ha chiarito, sebbene non convincendo del tutto, come andarono le cose. Lo stesso ha fatto il consigliere regionale Alessio Saso che in una intervista su La Stampa e su repubblica.it di ieri ha ammesso di aver sottovalutato certi personaggi e una volta inquadrati, li ha immediatamente scaricati.
Per quel che possa valere la mia opinione, ammetto che mi convince un po’ di più Saso, ma in politica si sa come vanno le cose: oggi ne dicono una e domani ne viene fuori un’altra.

Scritto da Angelo Amoretti

2 agosto, 2010 alle 8:35

Il teorema dell’esercizio pubblico

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Berlusconi, oltre a preoccuparsi per noi che non possiamo telefonare liberamente, dovrebbe anche preoccuparsi di bar, ristoranti e negozi, dei clienti e dei gestori.
Ormai non me lo toglie nessuno dalla testa che è in atto quello che definirei un vero e proprio “teorema dell’esercizio pubblico” che tende a screditare gli ex AN nostri concittadini, ora Pdl.
Si era parlato degli aperitivi da Tiffany per la nota questione Minasso, e adesso salta fuori la visita di Alessio Saso nell’ortofrutta del malavitoso Domenico Gangemi, a Genova.
Ma se Saso è consigliere regionale a Genova, sarà padrone di andare a comprare un chilo di mele in quel negozio o no?
Qui ormai si sfiora l’assurdo. L’altro giorno il sindaco di Sanremo Maurizio Zoccarato aveva detto, durante la fiaccolata contro la mafia, che la manifestazione avrebbe dovuto essere fatta a Zena perché “noi andiamo nei supermercati, non andiamo nei fruttivendoli della ‘ndrangheta“. Sì, lo so, adesso è troppo facile dire che quando Zoccarato parla, in genere perde una buona occasione per starsene zitto, ma lui che ne sapeva che da quel fruttivendolo c’è andato pure il suo collega di partito? E poi diciamocelo: chissà quanti politici ci saranno andati! Magari vende ottime primizie e vai a sapere quanti clienti così entrano da lui ogni giorno.
Ma cribbio, uno va dal fruttivendolo; il tipo dietro al bancone con la lupara in spalla e la coppola in testa ti chiede in cosa puoi essere servito. Tu, che non ti meravigli affatto del suo abbigliamento perché pensi che sia folklore, gli rispondi che ti serve un chilo di mele e un migliaio di voti. Lui ti pesa le mele, te le incarta e forse ti fa delle proposte bizzarre. Ti scappa un “disponibile!” e che colpa ne hai?
E’ ora di finirla di sbattere il mostro in prima pagina: fatti, non parole! E se si vogliono screditare due ex AN, uno dei quali sta sulle palle a molti del Pdl, si usino altri argomenti: per esempio il sito di Minasso è compromettente, lo faccia aggiornare, e Saso cambi bar: non vada più al Vittoria, molto meglio Pepito.

Scritto da Angelo Amoretti

22 luglio, 2010 alle 12:51

Alessio Saso e il bullismo

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Alessio Saso

Se ne può discutere.

Scritto da Angelo Amoretti

23 ottobre, 2008 alle 15:05

Alessio Saso (AN) si schiera con la Talpa e l’Orologio

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Dopo il presidio del 20 settembre scorso in Piazza San Govanni e in vista di quello del 28 ottobre prossimo, i ragazzi del centro sociale la Talpa e l’Orologio che da un momento all’altro potrebbero essere “sfrattati” da viale Matteotti 43, trovano un nuovo “alleato”: niente di meno che Alessio Saso, consigliere regionale di Alleanza Nazionale che su Il Secolo XIX di oggi, dichiara:

“Dai primi di settembre si è tenuta una serie di riunioni tra i rappresentanti del Centro Sociale La Talpa e L’Orologio con il coinvolgimento di tutte le istituzioni interessate volte ad individuare una possibile sede alternativa a quella attualmente occupata abusivamente ed in evidente stato di degrado. I locali, infatti, fatiscenti ed in palese violazione delle norme igienico sanitarie e di sicurezza, costituiscono un chiaro ed intollerabile rischio sia per l’incolumità dei frequentatori del centro sociale che per gli esercizi adiacenti. Le parti, nel corso di queste riunioni, hanno esaminato la disponibilità di una nuova sede in un Mulino in località Caramagna. Detta soluzione favorirebbe da parte del centro sociale un percorso di legalità, mediante la trasformazione da realtà autogestita in Fondazione o altro soggetto giuridico. [...] Ma credo che sia l’ultima occasione per una risoluzione definitiva di una problematica che dura da anni, che riguarda uno dei pochi centri di aggregazione e punto di riferimento per i giovani della nostra provincia. Sono a lcontempo convinto che ci sia la necessità di sgomberare i locali degradati e di risolvere il contenzioso tra il Comune di Imperia e l’attuale proprietà.
Ho pertanto presentato una interpellanza per conoscere innanzitutto se c’è un reale ed effettivo impegno dell’Amministrazione regionale a partecipare all’operazione con un adeguato sostegno economico e se la nuova sede, una volta ristrutturata anche con pubblico denaro, sarà utilizzabile esclusivamente dalla neonata Fondazione, o se invece, come ritengo giusto che sia, anche da altre riconosciute associazioni interessate a fruirne.”

Pertanto stavolta a “sparigliare” le carte è un consigliere regionale di Alleanza Nazionale, partito che “non è tenero con i centri sociali“, e sarà interessante sentire cosa ne pensano gli altri locali esponenti politici appartenenti al suo partito, anche per quel che riguarda le recenti dichiarazioni del Presidente della Camera, Gianfranco Fini:”Chi è democratico cioè si riconosce nei valori della libertà, dell’uguaglianza e della giustizia sociale è antifascista.”
Non mi risulta che finora qualcuno con blocchetto e matita sia andato a sentire quel che hanno da dire in proposito, se ce l’hanno, Eugenio Minasso e Paolo Strescino, per esempio.

Scritto da Angelo Amoretti

21 settembre, 2008 alle 16:30

Giovinezza

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Il Gruppo Biancamano-Ponticelli ha sponsorizzato il concerto dei Finley che si è svolto ieri in Piazza Duomo e che ha richiamato circa 1.500 adolescenti.
Fin qui tutto bene.
Quello che non mi piace è che Pierpaolo Pizzimbone abbia dichiarato a Sanremonews:

“Il nostro Gruppo da sempre guarda con attenzione al mondo dei giovani ed è orgoglioso di aver contribuito ad un evento rivolto alla gioventù più sana”.

I giovani che non sono andati a vedere i Finley sono infetti e malsani?

Alessio Saso torna sulla questione Almirante dopo che la commissione toponomastica, presieduta dal nazional alleato Fossati, ha detto un no definitivo all’intitolazione di qualsivoglia via, caruggio o buco di Imperia.
Dice che avrebbe potuto essere un segnale di distensione, dopo tutti gli odi di questi ultimi decenni, e aggiunge:

“Credo che presto anche in Italia quest’ultimo tabù su Giorgio Almirante cadrà completamente, e si riconoscerà il suo ruolo determinante nell’avere evitato in Italia rischi e tensioni ben maggiori nel nostro dopoguerra. Penso proprio che in questo caso si sia persa una occasione per essere lungimiranti e per mandare un importante, se pur simbolico, messaggio all’Italia, partendo dalla città di Imperia”.

Lo credo anch’io. Anzi, se andiamo avanti di questo passo, non escludo una via intitolata a Benito Mussolini e una piazza a Claretta Petacci.

Scritto da Angelo Amoretti

12 agosto, 2008 alle 18:42