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Facce nuove in consiglio comunale

con 103 commenti

Il Secolo XIX di ieri ha dedicato una breve scheda al più giovane dei consiglieri comunali: il ventenne Angelo Francesco Dulbecco, secondo eletto nella lista civica “Imperia va avanti” che appoggia Paolo Srescino.
Siccome sullo stesso quotidiano anche oggi si parla di lui, sento il bisogno di aggiungere qualcosa alla sua breve biografia, ignorata o tralasciata, dai giornalisti.
Angelo Francesco Dulbecco è colui che il 28 aprile 2006 espose la bandiera della Repubblica Sociale Italiana da una finestra del liceo Vieusseux di via Terre Bianche. Fu identificato, ma ebbe l’accortezza di far sparire la bandiera, per cui non fu possibile denunciarlo per apologia di fascismo.
Il giorno dopo, durante l’assemblea degli studenti, ebbe a dire: “Mi dispiace aver coinvolto la scuola, anche se non mi farete cambiare idea. Resto della mia opinione“.
Mi piacerebbe sapere se nel frattempo il ragazzo ha cambiato opinione, giusto per sapermi regolare.
In caso contrario troverei curioso, per esempio, che dalla stessa lista sia stato estromesso Gabriele Piccardo perché musulmano, e sia stato lasciato Dulbecco: forse il cristiano in questione promette molto meglio, visti i tempi che corrono.

Scritto da Angelo Amoretti

11 giugno, 2009 alle 16:08

Governinc…ontra

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Questa mattina, presso l’aula magna del Polo universitario di Imperia, si è tenuto un incontro dal nome curioso “Governincontra”. In sostanza ben due Ministri della Repubblica, Claudio Scajola e Gianfranco Rotondi, hanno incontrato gli imperiesi (e non) in un evento che suona più come una enorme campagna elettorale.

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Scritto da Angelo Amoretti

17 gennaio, 2009 alle 19:16

La Social [bufala] Card

con 6 commenti

Ricordate la Social Card?
Ebbene, nonostante gli strombazzi del creativo Giulio Tremonti e il controcanto di Silvio Berlusconi, pare sia una specie di fregatura.
In principio dovevano essere 1.300.000 gli aventi diritto alla carta dei miracoli, ma a tutt’oggi solo 300.000 ne stanno usufruendo (comprese 300 suore in Veneto).
La beffa, tra quelli che la possiedono, arriva alla cassa al momento del pagamento. Perché la carta, dopo tutti i giri che bisogna fare, te la danno, ma il controllo dell’Inps (l’ente che deve “caricarla”) avviene dopo che te l’hanno data e non prima.
Perciò pare che almeno 100.000 persone in possesso della magica carta non possano usarla perché dopo un ulteriore controllo, l’Inps ha detto “no”.
Ora non credo che questi 100.000 siano tutti ex impiegati statali, separati dalla moglie per convenienza, che hanno la faccia marcia di andarla a chiedere, come quello che ho incontrato io che ho descritto in un commento al post.
Fatto sta che il 31 dicembre è andato, che molti devono ancora fare la domanda per averla e il governo è in serie difficoltà ha prorogato il termine per la richiesta al prossimo 28 febbraio.
Lo conferma in una intervista a Il Secolo XIX del 3 gennaio 2009, il segretario generale dei pensionati della Uil, Romano Bellissima.
Bellissima conferma che l’iter per la richiesta della card è troppo farraginoso e che tra governo e Inps c’è stata un po’ di confusione; l’Inps conferma che sono state consegnate 520.000 cards su 1,5 milioni e solo 330.000 sono state ricaricate.
Sono il reddito e l’età a far sbagliare il compitino a chi deve rilasciarla perché la questione riguarda due fasce: i pensionati sessantenni e quelli ultrasettantenni. Forse, suggeriscono i sindacati, “sarebbe stato meglio aggiungere 40 euro mensili alle pensioni. Con meno complicazioni per i beneficiari e con meno costi per i contribuenti“.
Insomma: come si poteva intuire già dall’inizio questo fantastico regalo, che secondo le intenzioni del governo e i suoi seguaci avrebbe aiutato i possessori della card a passare un Natale sereno, al momento è stato un flop.
Ma quel che conta è che, quando l’hanno presentata, Berlusconi e Tremonti il loro bel figurone l’hanno fatto.

Scritto da Angelo Amoretti

4 gennaio, 2009 alle 17:28

La Social Card a Imperia

con 10 commenti

Sebbene possa apparire ammirevole, come lo appare al consigliere regionale Alessio Saso, per esempio, l’iniziativa promossa da un noto negozio di jeans e calzature di Oneglia, mediante cui i possessori della Social Card usufruiranno di un ulteriore sconto del 20%, mi pare una leggera presa per il culo e vi spiego perché.
La Social Card, la recente trovata del governo Berlusconi creata in nove minuti e trenta secondi netti che – mi dispiace tanto – ricorda la carta annonaria di fascista memoria, viene concessa agli anziani di 65 anni di età (o superiore) e ai bambini di età inferiore ai 3 anni (in questo caso il Titolare della Carta è il genitore) che abbiano un ISEE non superiore a 6.000 euro. L’indice può salire a 8.000 per i pensionati che hanno superato i 70 anni.
Innanzitutto sarebbe interessante sapere quanti nella nostra città sono riusciti ad avere quella carta perché averla non è così semplice, bisogna possedere i seguenti requisiti:

  • essere cittadino italiano, residente in Italia ed iscritto all’Anagrafe;
  • esibire l’indicatore della situazione economica familiare. Occorre rivolgersi ai CAF, all’INPS o ai COMUNI e compilare i moduli ISEE;
  • dichiarare di essere in possesso di una sola casa di abitazione;
  • dichiarare di possedere una sola autovettura;
  • dichiarare di avere una sola utenza gas ed elettricità;
  • dichiarare di possedere meno di 15.000 euro di risparmi in Banca, alle Poste.

Qualcuno ha calcolato che a usufruirne saranno circa 1 milione e duecentomila italiani.
Detto questo domando:
secondo voi, chi usufruirà di questi 40 (quaranta) euro (c’è chi dice, magari a ragione, che sono meglio di niente) che nel mese corrente potrebbero diventare 120 (centoventi) per via dell’una tantum, avrà bisogno di andare a comprare un paio di jeans o un paio di scarpe con lo spettacolare sconto del 20%?
E trovo sconcertante che Saso dica che l’iniziativa: “possa aiutarli (gli acquirenti con la Social card ndr) a trascorrere delle feste serene“.
Sulla stessa pagina de Il Secolo XIX dove si scrive di tale iniziativa, c’è un articolo dal titolo: “Capodanno: solo un imperiese su quattro cenerà fuori casa“.
Non aggiungo altro e avrei piacere di leggere le vostre opinioni in merito.

Scritto da Angelo Amoretti

16 dicembre, 2008 alle 10:48

Appuntamenti della settimana

con 6 commenti

Questa sera, alle 22, al Centro Sociale la Talpa e l’Orologio, ci sarà un dj-set con Bunna degli Africa Unite, in uno “scontro” musicale con Prinzy, dj imperiese. Poi i ragazzi del Centro Sociale passeranno la notte sul posto, in attesa dell’arrivo dell’ufficiale giudiziario previsto per le 9.30 di martedì 28 ottobre.

Sempre stasera, alle 21, nei locali della Chiesa Valdese di Imperia, in via Carducci 30, sarà proiettato il film di Rodrigo Plà, “La Zona”, una storia sulla paura dell’altro e sulla tendenza a cercare sicurezza costruendo muri.
Il film sarà presentato da Teresa Gandolfo.

Giovedì 30 ottobre 2008, alle 20.15 presso la Sala Varaldo di Viale Matteotti, si terrà un incontro dal tema: “La falsa alternativa del nucleare e l’energia del domani” .
Parteciperanno Alberto Gabrielli, naturalista, dottore in scienze forestali; Marco Bersani, portavoce di Attac Italia, autore del libro di prossima uscita “Nucleare: se lo conosci lo eviti” e l’Assessore all’Ambiente della Regione Liguria Franco Zunino.

Scritto da Angelo Amoretti

27 ottobre, 2008 alle 12:24

Pubblicato in Eventi

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…E incominciavo a volare nel cielo infinito*

con 33 commenti

La notizia era uscita la vigilia di Ferragosto: “Riprenderanno i voli Roma-Albenga e ritorno”.
Era stata la segreteria del Ministro Scajola a comunicarla: un milione di euro per ripristinare il volo soppresso due volte, nel 2002 e nel 2004. E qualcuno si chiede se proprio ce ne sia bisogno. Oggi Renata Polverini, della segreteria della Ugl fa notare che “sarebbe stato utile prima definire la questione Alitalia e poi impegnarsi sulle nuove rotte“.
A tal proposito vi invito a leggere due articoli: quello di Francesco Riccardi su Avvenire di oggi e l’altro di Ferruccio Sansa su La Stampa del 17 agosto scorso:

Avvenire
QUELLA MANIA DI AVERE L’AEROPORTO SOTTO CASA
Quando il provincialismo fa rima con lo spreco

Il caso del ripristino del volo quotidiano tra Albenga e Roma Fiumicino, finanziato dal ministero delle Attività produttive.

Tutte le strade, si sa, portano a Roma. Ma che debbano essere collegati alla capitale pure i piccoli aeroporti sparsi nel Paese è una novità dell’ultima stagione politica. Di quelle che colpiscono per la palese contraddizione con la stagione – economica questa volta – che il Paese sta vivendo fra rischio recessione, necessari tagli alla spesa e crisi proprio del trasporto aereo.
E’ in questo quadro, infatti, che va letta la notizia del contributo pubblico di un milione di euro governativi per il ripristino del collegamento giornaliero fra l’aeroporto di Albenga e Roma Fiumicino. Il piccolo scalo, infatti, è stato inserito nel “decreto di continuità territoriale” che ha lo scopo di garantire i servizi di trasporto veloce ai cittadini abitanti in regioni decentrate rispetto alla capitale e ai grandi centri abitati. Come a dire che i liguri vanno considerati italiani “decentrati” rispetto a Roma e al loro capoluogo – Genova – fino a prova contraria “un grande centro abitato”, tra l’altro dotato di uno dei principali aeroporti del Paese. Di quanti contributi dovrebbero beneficiare, allora, non solo le isole (le loro tratte infatti sono sussidiate) ma i collegamenti di Friuli, Val d’Aosta, Trentino, Veneto, Puglia e Calabria, solo per fare qualche esempio?
Si fatica davvero a comprendere la necessità e l’urgenza di dotare un qualunque territorio di un volo giornaliero verso Roma, quando a 30, a 50 o a 80 chilometri di distanza altri scali assicurano, con Alitalia e altre compagnie, addirittura vari voli quotidiani sulla stessa, “fatidica” tratta.
O meglio, qualcosa delle motivazioni che hanno spinto il governo a tanto impegno per lo scalo di Albenga lo si intuisce se si guarda da un lato all’enfasi con la quale la segreteria del ministro delle Attività produttive ha comunicato la notizia ai responsabili dello scalo, dall’altro alla biografia dello stesso ministro, che abita nella vicina Imperia e che nel Savonese ha la propria roccaforte elettorale. Come ricordava domenica una pagina de La Stampa, cercare di assicurare voli, treni e collegamenti autostradali al proprio collegio elettorale è un vizio tanto diffuso quanto antico dei nostri politici. Al Sud come al Nord, nella prima come nella seconda Repubblica.
Ma il punto è proprio questo. La qualità di un esecutivo si misura innanzitutto sulla capacità di innovare rispetto al passato, di evitare il reiterarsi di interventi “a fondo perduto”, di pratiche che destano il sospetto d’essere, se non clientelari, quantomeno particolaristiche. Mentre si tagliano sussidi e investimenti un po’ in tutti i settori, mentre si chiede agli enti locali di risanare i bilanci anche a costo di rinunciare ad alcuni servizi sociali, mentre ancora non s’intravede la soluzione per la crisi dell’Alitalia, anche la spesa di un solo milione di euro per un piccolo aeroporto dev’essere chiaramente giustificabile dal punto di vista economico e sociale. Tanto più oggi, nel momento in cui ci si appresta a trasformare l’Italia in un Paese “federalista”. Guai se – a fronte delle esigenze di sviluppo delle diverse regioni e al dovere di una solidarietà intrinseca al sistema – il federalismo dovesse tradursi solo in una corsa ad assicurare benefici al proprio collegio elettorale, al territorio di riferimento.
Francesco Riccardi – Avvenire 19 agosto 2008

La Stampa
Voli, treni e autostrade per conquistare gli elettori
Regali ai collegi e il desiderio degli onorevoli di essere profeti in patria

Prendere l’aereo? È più facile se abiti vicino a un parlamentare. Meglio ancora a un ministro. Ma a scorrere gli elenchi ferroviari, scopri che anche i treni sono più frequenti nei collegi ben rappresentati. E, guarda caso, proprio nei collegamenti di andata verso Roma del lunedì mattina e di ritorno dalla Capitale del venerdì sera. Almeno, però, ne beneficiano un po’ tutti, non come quel giorno che il presidente del Senato Carlo Scognamiglio fece aggiungere un vagone speciale a un treno: durante una sosta extra caricò la famiglia della seconda carica dello Stato.
Insomma, abitare vicino a un parlamentare migliora la qualità della vita. Garantisce servizi più efficienti. E magari addirittura un maggior valore delle abitazioni.
L’ultima polemica è di ieri, lanciata proprio dalle pagine de «La Stampa». Il presidente dell’aeroporto di Albenga annuncia trionfante: «Mi ha telefonato Giuseppe Guerrero, il segretario del ministro Claudio Scajola, per comunicarmi che aveva ricevuto la notizia ufficiale dal direttore generale dell’Enac». Già, il ministero dei Trasporti nei giorni scorsi ha stanziato un milione di euro per «riesumare» il volo tra Roma e l’aeroporto di Albenga, lo scalo del Ponente ligure, il feudo del ministro Scajola. Una notizia accolta con favore in Liguria: è un volo utile per una zona economicamente vivace. Ma anche altri aeroporti avrebbero bisogno di un analogo «incentivo». E poi… poi quella tratta era già stata attivata più volte e alla fine era andata a gambe all’aria nonostante che, tra i passeggeri, più di una volta sia stato notato proprio Scajola. Prima ci aveva provato Alitalia, poi Air One e già allora erano arrivati i finanziamenti pubblici. Dopo qualche mese il volo, però, era stato cancellato.
Ma il Roma-Albenga rimane tra le priorità del sistema dei trasporti nazionali. Per accorgersene basta scorrere la lista dei 28 collegamenti aerei che vengono garantiti con oneri di servizio pubblico. Che, insomma, vengono pagati in parte dallo Stato. Bene: 26 su 28 riguardano tratte con le isole (Sardegna, Sicilia, Pantelleria e Lampedusa). Poi c’è il volo Crotone-Roma. E, quindi, proprio il Roma-Albenga. Su 25 milioni di euro l’anno stanziati dallo Stato, circa 945mila finiscono per garantire il collegamento con l’aeroporto del Ponente Ligure (uno stanziamento, va detto, che era arrivato anche prima della nomina di Scajola al Governo).
In fondo, però, il cammino repubblicano è costellato di storie e leggende sull’influenza positiva di parlamentari, ministri e presidenti sulla sorte dei paesi natali. Chi non hai mai percorso la «curva Fanfani», quella che, si narra, proprio Amintore Fanfani avrebbe disegnato sulla carta per far arrivare un casello della A1 ad Arezzo, la sua provincia d’origine?
Così come a Roma molti ricordano con nostalgia la presidenza della Repubblica di Giovanni Leone, residente sulla Cassia che per l’occasione fu raddoppiata.
Realtà o mitologia politica? Impossibile dirlo. In fondo, però, i «regali» al collegio elettorale non sono visti con fastidio dai cittadini. Anzi. Il casello è una potente arma di propaganda. Molti ricordano la disfida a colpi di corsie e viadotti che due democristiani storici combatterono in Abruzzo. Da una parte c’era Lorenzo Natali, originario dell’Aquila, che voleva portare il percorso dell’autostrada nel suo collegio. Dall’altra Remo Gaspari che puntava sulla Roma-Pescara per avere il nastro d’asfalto alle porte della sua Gissi.
Nord, centro o sud, cambia poco. Quasi nessuno resiste alla tentazione di essere profeta in patria. Magari a tre corsie. Così Franco Nicolazzi sarà forse ricordato per la sua militanza socialdemocratica. Di certo, però, i suoi concittadini del novarese non dimenticheranno l’impulso che diede alla costruzione di autostrade, come la Voltri-Gravellona Toce, percorso a tre corsie semideserto per gran parte dell’anno, ma apprezzatissimo dagli amanti della velocità come il supermanager Riccardo Ruggiero che qui fu pizzicato dalla Stradale mentre sfrecciava a 311 chilometri l’ora a bordo di una Porsche.
A Brescia ricordano con nostalgia l’impegno politico di Gianni Prandini, anche lui attivissimo ministro dei Lavori Pubblici ai tempi della Prima Repubblica. «Se non ci fosse stato Gianni, non avremmo la “Lenese”», dicono in città. E aggiungono: «Prandini sì, che si ricordava della sua Brescia».
Autostrade e aeroporti. Non è soltanto una questione di geografia, di orografia. Meglio un posto protetto dai venti, ma soprattutto coperto politicamente. E non vale soltanto per i trasporti: i natali di un politico, sostengono i maligni, possono favorire anche la cultura. Ecco allora che, quando il ministro della Giustizia era Clemente Mastella, furono fissate le sedi della prestigiosa Scuola Superiore della Magistratura. Al sud fu scelta proprio Benevento, a pochi chilometri da Ceppaloni, il paese dell’allora Guardasigilli.
Certo, non sempre l’impegno di parlamentari e ministri va a buon fine. Non subito, almeno. È la storia dell’aeroporto Agrigento-Valle dei Templi, di cui, per adesso, esiste soltanto il nome. Lo ha sempre voluto fortissimamente Totò Cuffaro, l’ex governatore siciliano che proprio di Agrigento è originario. E il suo disegno è stato appoggiato anche dall’attuale ministro della Giustizia, Angelino Alfano (agrigentino pure lui). Ma il desiderio cozza contro il «no» dell’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile. Secondo il progetto esecutivo presentato dall’Aavt, la società aeroportuale della Valle dei Templi di cui la Provincia agrigentina è socio di maggioranza, l’aeroporto costerebbe novanta milioni di euro: «Quaranta milioni – calcola Vito Riggio, presidente Enac – sarebbero spesi solo per lo sbancamento terra, visto che si vanno ad abbattere 2 colline».
E chissà se sarà completata l’autostrada Tirrenica, che dovrebbe collegare Livorno a Roma tagliando – è questo il punto – la Maremma. Finora i bookmakers non avrebbero azzardato scommesse. Ma da quando Altero Matteoli dal ministero dell’Ambiente è passato a quello dei Trasporti, bé… la bilancia pende per il sì: il ministro è sempre stato favorevole all’opera, l’avrebbe addirittura definita «autostrada del cuore». Ma soprattutto Matteoli è di Livorno.
Ferruccio Sansa – La Stampa, 17 agosto 2008


*Nel Blu Dipinto Di Blu

Scritto da Angelo Amoretti

19 agosto, 2008 alle 21:49

Dai quotidiani di oggi

con 6 commenti

Ho scelto due articoli dai principali quotidiani locali.
Uno è di Antonello Ranise, coordinatore di Forza Italia, che prova a stemperare il clima di tensione che si è venuto a creare dopo gli ultimi due consigli comunali.
L’altro è di Maurizio Vezzaro che, a quanto mi risulta, è l’unico giornalista che finora abbia scritto due righe sulle pagine locali del libro di Ferruccio Sansa e Marco Preve “Il partito del Cemento”.
Buona domenica.

Il Secolo XIX
Consigli comunali con nuove regole e dibattiti più sereni
Molto si è parlato in quest iultimi giorni dei lavori del consiglio comunale, di presenze e assenze, di atteggiamenti politici. Ebbene vorrei intanto precisare che l’episodio del consiglio di giovedì scorso (saltato per la mancanza del numero legale,ndr), è inquadrabile in un semplice incidente di percorso, causato anche dal superlavoro dei consiglieri. E’ chiaro che si cercherà di evitare in ogni modo il ripetersi di episodi del genere. Ma faccio anche notare che molte assenza erano giustificate e si era partiti in 22, quindi con numeri molto risicati.
E’ vero che il numero legale lo deve garantire la maggioranza, ma in una pratica di interesse sociale come quella in discussione (gestione delle mense scolastiche), il comportamento della minoranza, che ha preferito far mancare il numero legale, attaccando la maggioranza anche con offese personali, è apparso a mio avviso davvero sconcertante e di basso profilo.
Nella seduta dell’altra sera, a riprova che si è trattato di un semplice incidente, i consiglieri del Pdl erano tutti presenti, alcuni rientrati appositamente dai luoghi di vacanza. La minoranza invece ha tenuto un atteggiamento pretestuoso e a mio avviso poco responsabile: ricordo, se ce ne fosse
bisogno, che il servizio della gestione mense manterrà lo stesso standard qualiquantitativo, che la società Seris è gestita interamente dal Comune di Imperia, socio al 100%, e che l’impegno assoluto di tutta l’amministrazione è garantire il servizio erogato e in primis i posti di lavoro di tutti gli operatori del settore.
Un’altra considerazione che ritengo quanto mai opportuna è la necessità di “spalmare” i consigli comunali nel corso dell’anno, per evitare che le sedute siano eccessivamente ravvicinate e in periodi, come appunto il mese di agosto, in cui vi sono assenze per ferie. E’ chiaro che non si parla di
pratiche urgenti, dove deve essere sempre garantita la massima disponibilità, ma della normale attività ammnistrativa che si giova di un calendario più regolare nel corso dell’anno, permettendo oltretutto un approfondimento maggiore delle pratiche discusse. La modifica del regolamento del consiglio, recentemente approvata e tanto vituperata dalla minoranza, servirà proprio a rendere più agili le sedute, assicurando nel contempo un dibattito ampio e circostanziato delle pratiche in esame, stabilendo inoltre di tenere almeno due consigli comunali al mese.
Sotto l’aspetto più politico, registro invece con grande soddisfazione il successo della campagna di tesseramento a FIPDL, che su Imperia ha raggiunto dati rilevanti, in continuo aumento (oltre 550 iscritti a tuttoggi ), quasi la metà di tutta la provincia. Andremo avanti con la campagna di adesione con iniziative volte ad un coinvolgimento più ampio possibile e aperto alla società civile.
Antonello Ranise – coordinatore comunale Forza Italia Imperia –

La Stampa

Allarme lanciato da Camminamare: «Troppa erosione»
Se si confrontano le foto scattate 23 anni fa o nel ‘70 da Italo Zannier con quelle degli stessi scorci come sono oggi, il degrado del territorio è evidente. Negli Anni Sessanta e Settanta il disastro è stato portato dalla cementificazione, oggi lo scempio si sposta sulla costa, con la proliferazione dei porti turistici: migliaia di yacht, status symbol fermi 11 mesi l’anno che chissà quale ricchezza turistica possono mai attirare. Nuove edificazioni che cambieranno il giro delle correnti provocando l’erosione delle spiagge. Ci sono esempi clamorosi a Marina degli Aregai, S.Lorenzo e presto a Imperia, dove sta sorgendo un megaporto». A parlare è Riccardo Carnovalini, fotografo e scrittore ambientalista: sua l’idea dell’iniziativa Camminamare, con cui si è rifatto un percorso sulle orme di quello compiuto 23 anni fa, per testimoniare, con le foto e il video girato dalla regista Elisa Nicoli che diventerà un documentario, i cambiamenti avvenuti nel paesaggio ligure. A piedi, un gruppo di «angeli» della natura, difensori del territorio, ha macinato 390 chilometri in 19 giorni, organizzando incontri con la popolazione e toccando le mete turistiche per eccellenza, da Sarzana a Ventimiglia. Un viaggio che ha dimostrato la fondatezza dell’analisi Istat, secondo cui la Liguria, e la provincia di Imperia in particolare, è il territorio italiano che perde più terra in favore del cemento. Il Prino, a Porto Maurizio, dove si stanno creando centinaia di nuovi appartamenti, è additato come punto estremamente negativo in questa mappa degli orrori urbanistici. E gli imperiesi che dicono? Emergono commenti contrastanti: nel capoluogo c’è chi fa la faccia storta per l’invasione dei «foresti» ma poi si lascia sedurre dall’idea di una vita che viene propagandata come simile a quella del Billionaire.
L’indagine sul campo condotta da quelli di Camminamare, i cui risultati è possibile consultare sul sito www.camminamare.eu, trova riscontro anche in una recente opera giornalistica firmata dai cronisti Ferruccio Sansa e Marco Preve, un libro dal titolo «Il partito del cemento», che sta diventando una sorta di convitato di pietra in terra ligure. In cui si racconta la convergenza di interessi ai più alti livelli e gli amorosi sensi tra chi governa la Regione da Genova e chi da Roma. I nomi sono arcinoti. Anche il pittore romano Paolo Matteucci, ormai trapiantato a Sarola, ha provocatoriamente fatto una performance, l’estate scorsa, piazzando una statua nel bel mezzo della banchina di Oneglia, statua che simboleggiava il progettista-tecnico-amministratore impegnato a costruire e costruire.
Le passeggiate attraverso le principali località imperiesi di Riccardo Carnovalini e i suoi compagni di pellegrinaggio (c’era Franco Scarpino che ha curato il sito web) hanno messo in evidenza la contrapposizione tra un presente fatto di piani regolatori adattati nello spazio temporale di una cena e l’incanto delle terre del Ponente quale risultava dalle istantanee scattate vent’anni fa, con gli scorci cari a Francesco Biamonti o Italo Calvino.
«Emblematiche – spiega Carnovalini – le parole di un operaio che lavora sul porto agli Aregai. Mi ha confidato che sono più di vent’anni praticamente che il cantiere risulta aperto. E chissà per quanto lo resterà ancora».
Maurizio Vezzaro

Scritto da Angelo Amoretti

10 agosto, 2008 alle 10:45

Meeting [II]

con 12 commenti

Ormai funziona così.
Si decide, ad alti livelli, di costruire qualcosa perché quel qualcosa interessa a qualcuno.
Prima era il Nuovo Porto Turistico, poi la Porta del Mare, adesso l’Ospedale Unico.
Si lancia la pietra e si nasconde la mano, per vedere l’effetto che fa.
Qualcuno comincia a indignarsi, un po’ per interesse proprio, un po’ per interesse dei cittadini, ma nella maggior parte dei casi sa già come finirà: una lotta contro i mulini a vento.
L’ultimo grido, in termini di tempo, è quello di Giancarlo Manti coordinatore provinciale della Margherita, a Sanremonews (il grassetto è mio) :

Non riteniamo sufficienti le prese di posizione della Direttrice dell’Asl, Dr.ssa Canini, a cui non spetta peraltro avanzare proposte simili, e non ci convincono affatto i convegni, come quello indetto Lunedi 18 p.v., (notizia ovviamente appresa dalla stampa) alla presenza di Burlando con qualche onorevole della CdL, che ci comunicherà le intenzioni della Regione sulla sanità imperiese senza alcun confronto preventivo. Chiediamo che siano i cittadini della Provincia di Imperia, con le forze politiche e sociali che li rappresentano, a decidere il futuro della propria terra su un tema che coinvolgerà molte generazioni in un proficuo, trasparente e corretto rapporto con le istituzioni regionali”.

Parole sante e pienamente condivisibili.
Solo che chi ha deciso organizza un meeting durante il quale ti vengono spiattellate scatolette (che fatalmente sembrano costruite con schede elettorali), grafici, foto in 3D e dove ti viene spiegato tutto ciò che è già stato deciso:

“Avrà 700 posti letto, di cui 630 per i pazienti acuti, 50 per la ribilitazione intenziva e 55 per le attivita’ di daysurgery, costerà circa 200 milioni di euro e sara’ pronto in otto anni.
L’ipotesi progettuale che presentiamo oggi si prefigge di dotare la provincia di Imperia di un nuovo ospedale per dare una risposta ai problemi di salute dei tanti imperiesi, degli ospiti e dei numerosi turisti per i prossimi quarant’anni; se questa ipotesi verrà accolta dal territorio consentirà di avere una
struttura moderna con tutte le tecnologie necessarie nell’arco di otto anni.
Il nuovo ospedale sarà collocato in una posizione baricentrica, rispetto al territorio imperiese, su un’area di quattro ettari che dovrà essere individuata dagli amministratori locali.
Le fonti di finanziamenti saranno duplici: da un lato 130 milioni deriveranno dalla trasformazione del patrimonio di proprieta’ della ASL e dall’altro da finanziamenti statati, regionali e in project financing.
Nell’attesa però di arrivare tra circa otto anni alla conclusione del nuovo ospedale continueremo ad investire nella sanita’ imperiese per garantire
il corretto funzionamento dei servizi. A cominciare dal completamento di tre nuovi Palazzi della Salute, a Imperia, nell’ex Palazzina Uffici, Sanremo, presso il Palafiori e in via Scoglio e a Bordighera, presso l’area ospedaliera.
Strutture vicino a casa, chiamate a garantire servizi di primo livello che si arricchiranno di funzioni trasferite dalle realta’ ospedaliere, come la medicina interna, la cardiologia, la chirurgia vascolare, la piccola chirurgia e la diagnostica radiologica.
Nel frattempo, prima dell’avvio del nuovo ospedale, continueremo a garantire l’efficienza delle strutture esistenti con la realizzazione degli interventi già previsti negli ospedali di Imperia, Sanremo, Bordighera, per un totale di 20 milioni e 550.000 euro. Per quanto riguarda l’emergenza, le risposte dobbiamo continuare a darle grazie al 118 che salva la vita.”

Dichiarazioni del presidente dlla Regione Liguria, Claudio Montaldo rilasciate proprio durante il meeting.
Anche Claudio Burlando, il Governatore della Liguria, ha le idee chiare:

“Oggi si apre un percorso importante e innovativo. Chiediamo al territorio di pronunciarsi su una grande questione. Se è giusto sostituire gli ospedali
che sorgono nella provincia con uno piu’ grande, più bello, più avanzato tecnologicamente, capace di soddisfare tutte le esigenze assistenziali e capace di impedire le fughe.
Gli operatori dovranno spostarsi un po’, ma la Regione sta provvedendo a interventi a favore della mobilità come L’Aurelia bis e il raddoppio ferroviario”.

Che significa: “Chiediamo al territorio di pronunciarsi su una grande questione”?
Significa chiederlo al Presidente della Provincia, ai Sindaci o a tutti gli abitanti?

Scritto da Angelo Amoretti

18 giugno, 2007 alle 15:49

Pubblicato in Attualità

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Torte

con 22 commenti

Oggi La Riviera riporta un dettagliato resoconto con i rapporti tra le società che hanno a che fare con il maxiporto:

PORTO DI ONEGLIA SPA

PORTO DI IMPERIA SPA

Imperia Sviluppo, con capitale sociale di 1 milione e 180 mila euro, è così composta:
Beatrice Cozzi Parodi
Final srl
Emilio Mancinelli e Rosella
Pietro Isnardi
Bianchi Partecipazioni srl
Desiderio Srl

detengono una quota nominale di 172.382 euro.
Guatelli Immobiliare
Riccardo Guatelli
Ilio Littardi

si dividono la quota rimanente.
Sulla base di questa composizione societaria Imperia Sviluppo è saldamente nelle mani del gruppo Cozzi Parodi.
Con il 33% di Imperia Sviluppo e il 33% di Acquamare, viene a saldarsi il fronte che gestisce a maggioranza la costruzione del nuovo porto turistico di Imperia.

Buon appetito.

Scritto da Angelo Amoretti

16 marzo, 2007 alle 12:47

Pubblicato in Ambiente