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Via Gen. Rappis: toh, chi si rivede!

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[...] In altre parole si vuole verificare se gli oneri di urbanizzazione (le somme che il Comune richiede ai privati che intendono costruire per inserire i nuovi immobili nel tessuto urbanistico) sono stati effettivamente versati dai committenti nelle casse comunali e nel caso di impegno dei costruttori a realizzare in proprio opere come strade, condotte fognarie, aree verdi e illuminazione siano state di fatto messe in opera.
In tutto si tratterebbe di una dozzina di lottizzazioni. Tra queste il parcheggio sotterraneo (che doveva essere a uso pubblico) del nuovo complesso immobiliare “Cala di Sole” e “Cala Azzurra” nell’ex area Imperia 2 al Prino, mai aperto e soggetto ad allagamenti (la società committente è la “Polaris srl” con sede a Genova); i due complessi immobiliari in lungomare Vespucci, di cui uno ancora in realizzazione da parte della società “Le Vele srl” di Milano; una lottizzazione su Capo Berta; il terzo piano del parcheggio dell’area Coop a Oneglia, realizzata dalla società immobiliare che fa capo all’imprenditore oleario Pietro Isnardi, ex presidente della Porto di Imperia Spa, (pure lui indagato); il parcheggio dietro al Palazzo della Provincia in piazza Roma realizzato dalla “Ebis srl” di Pornassio. Dubbi sono stati sollevati poi in merito alla realizzazione di una strada di collegamento (via generale Rappis) all’interno della maxi lottizzazione delle ex colonie biellesi valutata oltre 500 mila euro a scomputo ma mai ultimata.
La convenzione urbanistica era stata sottoscritta nel 2007 dai legali rappresentanti della “Mare Chiaro” e della “Ar.co. srl”, entrambe con sede in piazza Ricci 8 a Porto Maurizio.

Il Secolo XIX – 4 aprile 2012

Di via Rappis avevo già scritto qua.
E chissà a chi sono riconducibili le suddette società a responsabilità limitata?

Scritto da Angelo Amoretti

4 aprile, 2012 alle 9:34

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Capolavori d’arte moderna

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Trattasi di n. 4 acacie e n. 2 eucalyptus alti circa 6 metri residenti da almeno cinquant’anni sulla piazza del Comune nella ridente frazione di Clavi e da ieri sono ridotti come li vedete nella foto qua sotto (i cipressi non sono ancora stati toccati, a parte uno caduto a causa del forte vento del mese scorso).

Non riesco a capire se si tratta di una potatura o di un pre-tagliamento direttamente alla base da fare in seguito.
Mi auguro che il Comune non abbia chiesto una consulenza a qualche agronomo e che lo scempio sia stato commesso a insaputa di Sindaco, Assessore e Delegato di Frazione perché se così fosse, farebbero meglio ad andare tutti a zappare.
Coloro che si sono sbizzarriti con la motosega, avrebbero potuto chiedere consigli a un qualunque anziano del posto: glieli avrebbe dati con piacere e gratuitamente.

Scritto da Angelo Amoretti

8 marzo, 2012 alle 17:44

La finestra di Strescino

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La finestra di Strescino prima era di Luigi Sappa e mi ci sono affacciato pure io, una volta. Fu quando lo andai a salutare, alla fine del suo mandato di Sindaco e mi regalò “Manifesti elettorali nell’antica Pompei” un simpatico libercolo a cura di Romolo Augusto Staccioli, edito da Rizzoli. Forse sapeva già che sarebbe diventato presidente della Provincia.
Aprì la finestra del suo studio e mi disse: “Guarda che spettacolo, Angelo!” mostrandomi il più bel porto del mediterraneo in costruzione. “In effetti” – gli dissi – “non è male. Peccato per quell’obbrobrio di fabbricato e quella montagna di terra“. Allargando le braccia provò a farmelo immaginare con tanta terra sul tetto e tutto intorno, ma nessuno dei due era tanto convinto.
Ora da quella finestra si affaccia ogni giorno il nuovo Sindaco, Paolo Strescino. Non per controllare se gli hanno fregato lo scooter, ma per osservare l’andamento dei lavori nel porto più bello del mediterraneo.
E visto che nella società per azioni Porto di Imperia è quasi guerra aperta, si sfoga su La Stampa di oggi e si guadagna anche qualche mio applauso.

I lavori vanno avanti? Ma a chi vogliono farlo credere? Io osservo il cantiere ogni giorno dalla finestra del mio ufficio e lo vedono anche tutti i cittadini. A seconda dei giorni ci sono cinque o sei operai e non mi sembrano questi i numeri di maestranze necessarie per finire un porto. Inoltre, se i privati volessero veramente concludere in un anno le opere, potrebbero tranquillamente avvalersi della convenzione con il Comune, che prevede in automatico una proroga fino al 2013 con il pagamento di una penale.

Siccome il Sindaco risponde alle precisazioni fatte dai soci privati della Società più incasinata del mediterraneo, ne ha anche per loro, direttamente:

Mi piacerebbe poi sapere se la Porto Spa paga il suo addetto stampa e chi lo ha scelto. Visto che il Comune è un socio, è per lo meno curioso ch scriva continuamente comunicati contro di noi. Da chi è stipendiato? Senza contare che continuo a ricevere molti imprenditori locali che lamentano di non venire pagati per le loro prestazioni sul porto.

Sembra finzione, ma non lo è. C’è un addetto stampa della Porto di Imperia SpA, di cui è socio anche il Comune, che scrive contro il Comune. C’è il Comune che paga avvocati per le beghe interne alla società. In effetti siamo noi che, alla fine, paghiamo. E a me viene in mente la storiella di quel tipo che si era tagliato il pisello per far dispiacere alla moglie.
Gli applausi da parte mia, come dicevo, sono pochi perché ci sarebbe da chiedersi come mai solo adesso il Sindaco usa la finestra del suo ufficio. Non gli è mai venuto in mente di sbirciare un po’ prima?

Scritto da Angelo Amoretti

17 febbraio, 2012 alle 18:11

Ecatombe di Presidenti alla Porto di Imperia SpA

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Si è dimesso il terzo presidente della Porto di Imperia SpA, dopo Paolo Calzia e Beatrice Parodi (che nell’aprile del 2011 aveva dichiarato: “Resterò in carica tre anni. Imperia vedrà completato il suo porto un anno prima della scadenza del mio mandato. Questo è l’impegno, lo onorerò“) adesso è la volta di Antonino Parisi.
Chiedo (tutti chiedono, potrò chiedere anche io?!) che la maggioranza, o l’opposizione, o tutti quanti insieme, organizzino una pubblica assemblea per informare i cittadini di ciò che in realtà sta avvenendo; fare un riassuntone delle puntate precedenti e, eventualmente, qualche credibile previsione per il futuro prossimo.

Scritto da Angelo Amoretti

14 febbraio, 2012 alle 18:02

Firme e comitati

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Facciamo un po’ di ordine perché sennò non ci capiamo più niente: il tema è il parcheggio di via Acquarone che sparirà quando verrà costruito il Palasalute.
Titolo de La Stampa del 30 gennaio 2012: “Raccolta di firme contro il Palasalute in via Acquarone“.
Quindi il problema è il Palasalute in sé e già comincio a capirci poco perché di lui si parlava già dai tempi dell’ospedale unico e nessuno, qua nella ridente Imperia, mi pare avesse detto “beh” al riguardo. Si sapeva che sarebbe stato costruito e si conosceva anche il sito, ma andava bene così. Poi ci si è svegliati, o forse si dorme ancora e si sogna che è una meraviglia.
In effetti si continua a non capire bene se, come scrive La Stampa del 30 gennaio, si tratta di un “NO ASL” o di un “LASCIATE UN PARCHEGGIO”, ma tant’è, la raccolta di firme è annunciata.
Infatti il giorno dopo, sempre sullo stesso giornale, il titolo è: “Palasalute, il caso dei parcheggi – Caratto e Aimo: un’alternativa per la sosta durante il periodo dei lavori“.
Loro hanno capito tutto: il Palasalute si farà, ma almeno dateci un’alternativa temporanea!
Loro sono Riccardo Caratto, presidente del CIV di Porto Maurizio, e Luciangela Aimo, presidente del comitato S. Maurizio. Non è ancora pervenuto il parere del presidente del comitato Parasio e neppure quello del Borgo Capuccini (esisterà sicuramente).
I due lungimiranti commercianti forse hanno dimenticato che nei progetti dell’amministrazione c’è la pedonalizzazione di Via Cascione e vorrei capire come pensano di avere clienti nei loro negozi se i parcheggi diminuiranno (quello di Piazza Duomo credo che non basterà).
In ogni caso oggi su La Stampa: “Via Acquarone, firme per il park“.
E già è cambiato qualcosa.
Intanto veniamo a sapere ufficialmente che “partirà presto la raccolta di firme“, il che significa che quando era stato annunciato la prima volta, c’era stato un disguido, un difetto di comunicazione, chiamatelo come volete.
Giuseppe Franciosi è il promotore e siccome è un amico, spero che non si arrabbierà se scrivo qua che non sono riuscito a capirci niente in quello che chiede. Cioè, cazzo, (e mi scuso per la parola cioè) mettetevi meglio d’accordo con il giornalista: non vogliamo il Palasalute; lo vogliamo però la zona è a rischio esondazione per via della tombinatura del Rio Artallo che dovrà essere rifatta. Per cosa le raccogliamo ’ste firme?
Per niente perché a quanto pare non si raccolgono più.
Il Secolo XIX di oggi, 8 febbraio 2012: “Palasalute, il Civ ora frena, niente raccolta di firme“.
Ma era Franciosi che voleva raccogliere le firme o il Civ? Stando a quanto riportato da La Stampa era Franciosi e quindi il Civ può dire ciò che vuole, perché se domattina qualcuno si sveglia e si mette a raccogliere firme, cosa fanno, gli strappano i fogli della raccolta? E io mi baso su quello che leggo perché carta canta e se stona son cavoli di chi l’ha scritta.
In ogni caso una cosa l’ho capita: bisogna fare le cose con ordine.
Uno penserebbe di avere come referente una parte politica, gli viene spontaneo chiedersi: “Perché non ne parliamo con il tale consigliere o assessore, gli presentiamo il problema e insieme studiamo alternative e strategie (anche di comunicazione)?”.
Solo che anche questo è un segnale sintomatico: ai politici non ci si rivolge più, ci è passata la voglia. E questo dovrebbe far riflettere tutti.
Se si vuole ottenere qualcosa, volere o volare, c’è bisogno della politica e la politica non la fa un comitato o una raccolta di firme. Nel contempo la politica non deve assentarsi o defilarsi, sennò poi si cercherà di arrangiarci senza di lei. E andremo tutti poco lontano.

Scritto da Angelo Amoretti

8 febbraio, 2012 alle 18:22

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Luca Martinelli al C.S.A. La Talpa e l’Orologio

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Stasera alle 21.30

Il 29 ottobre 2011, a Cassinetta di Lugagnano, su impulso dell’associazione Slow Food e del Movimento “Stop al Consumo di Territorio”, è nato il Forum Nazionale “Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori”. Un aggregato di associazioni e cittadini di tutta Italia che intende perseguire un unico obiettivo: salvare il paesaggio e il territorio italiano dalla deregulation e dal cemento selvaggio.

Ne parliamo con LUCA MARTINELLI, giornalista della rivista AltrEconomia, autore del libro “le conseguenze del cemento” e curatore dell’omonimo blog.

Il libro racconta l’onda grigia che cancella l’Italia. Protagonisti, trama e colpi di scena di un copione insostenibile: palazzi, svincoli, centri commerciali, cave. Chi fa affari col cemento fa pagare i costi ai cittadini, e lo chiama “sviluppo”.
Da vent’anni in Italia si gira un film che sembra pura fantascienza, ma poi si trasforma in thriller. Il titolo è “cementificazione” e la trama è fatta di speculazioni, interessi, paesaggi deturpati da ruspe e colate.
Gli attori sono molti: banchieri, archi-star, immobiliaristi, politici, cavatori e cementieri. Ma i costi di questa pellicola sono tutti sulle spalle dei cittadini, di oggi e anche di domani.
Come in tutti i lungometraggi che si rispettino non mancano i colpi di scena. Porti turistici, campi da golf, stadi, autodromi: è il “cemento che non ti aspetti”.
A un certo punto, però, arrivano i nostri: centinaia di comitati che in tutto il Paese si battono contro la devastazione del territorio. E spesso vincono.
Tre anni di lavoro, decine di viaggi in tutta Italia: un’inchiesta straordinaria che traccia il quadro del saccheggio al panorama italiano, ne spiega le motivazioni, svela gli interessi in gioco, individua le responsabilità, nome per nome.

La Talpa e l’Orologio

Scritto da Angelo Amoretti

7 febbraio, 2012 alle 12:19

Fermiamo le discariche abusive

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Venerdì scorso sui quotidiani locali c’era un appello del Presidente della EcoImperia, Davide Ghiglione: per fermare chi lascia oggetti ingombranti vicino ai cassonetti della spazzatura o dove capita, possiamo collaborare inviando segnalazioni tramite cellulare al numero 0183-290736 o internet, scrivendo a info[at]ecoimperia.it
Ghiglione non vuole invitare alla delazione, ma con quel messaggio intende stroncare l’incivile comportamento di molti, troppi che anche nelle frazioni scaricano tutto ciò che capita generalmente vicino ai punti di raccolta, ma anche nei torrenti o nelle fasce vicine alle strade.
Ci sarà qualcuno che obietterà che è difficile disfarsene, ma il centro di raccolta di Via Argine Destro, dall’ex mattatoio, è funzionnte e si raggiunge facendo solo qualche chilometro in più. Inoltre esiste un servizio gratuito a domicilio per i singoli manufatti.
Ci vuole, ovviamente, anche la collaborazione degli addetti della EcoImperia, perché qualche volta ci sono stati dei disguidi.
Una mia affezionata lettrice tempo fa mi ha segnalato un sito a cura della Provincia che, pur non essendo aggiornatissimo, può essere utile a chi vorrebbe fare una raccolta dei rifiuti civile e responsabile: cliccate qui.

Scritto da Angelo Amoretti

5 febbraio, 2012 alle 20:57

Più palazzi, meno parcheggi

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Il prossimo giugno partiranno i lavori per il nuovo Palasanità in via Acquarone. Il via libera è stato dato dalla Regione i giorni scorsi e il problema principale per chi a quella zona ci tiene, è dato dalla probabile sparizione dell’ampio parcheggio, a due passi dal centro.
E’ così iniziata una raccolta di firme affinché si possa trovare un’alternativa, che Giuseppe Franciosi ha spiegato su La Stampa di lunedì scorso:

Con i soldi dell’Imperia Servizi destinati al parcheggio di Piazza Duomo, si potrebbe far costruire due solettoni creando un parcheggio con una capienza di 3 mila vetture e con 80 posti per i bus in modo da favorire il turismo e le realtà economiche. Portando a termine un’operazione del genere si svilupperebbe un giro d’affari per gli esercenti e potrebbero nascere nuovi punti vendita, assicurando ricchezza a tutta la città. Questa idea è condivisa da molti commercianti e proprietari immobiliari.

Infatti su La Stampa di oggi, Riccardo Caratto, presidente del Civ di Porto Maurizio, uno che il campanilismo non sa neppure cosa sia, il provincialismo ancora meno, conferma:

Non siamo noi a poter dire se sia giusta quella collocazione e se il progetto sia tecnicamente possibile. Di certo non possiamo lamentarci per il fatto che si voglia realizzare una struttura del genere, una volta tanto, a Porto Maurizio e non a Oneglia. Come consorzio dobbiamo ancora parlare in Consiglio. L’unico dubbio che ho è quello della perdita di posti auto in quella zona.

C’è da registrare anche la presa di posizione di LMCP che ultimamente, diciamo da quanto ha iniziato a fare la consigliera comunale, è purtroppo un po’ sparita dalle scene. Mi riferisco alle dichiarazioni di Luciangela Aimo: “Se è in corso una raccolta di firme da parte di persone contrarie bisogna avere la sensibilità di ascoltare le moivazioni. E’ vero che a Porto Maurizio abbiamo bisogno di strutture e quindi non è il caso di vederle realizzate a Oneglia“.
Luciangela è un’altra di quelle che ha archiviato tutte le parole che finiscono in “ismo”, compreso il campanilismo e il suo cuore ormai batte in tutta la città. Però la bella consigliera non dice tutta la verità quando afferma che “il parcheggio di Piazza Mameli è attualmente poco utilizzato“.
Lo sa dov’è Piazza Mameli? Perché forse sono io che confondo le piazze, ma direi che a trovare un parcheggio in quella piazza sia impresa alquanto ardua.
In ogni caso avrei piacere di sapere:
1) Dove si raccolgono le firme, così un autografo ce lo metto pure io;
2) Dove stavano i signori sopra citati quando si lottava, anche attraverso il piccolo di queste pagine, contro l’ospedale unico.

Scritto da Angelo Amoretti

1 febbraio, 2012 alle 11:38

Il Quaderno nel cassetto

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[...] Va, inoltre, ricordato come attraverso questi progetti si siano avvite utili riflessioni sul tema del verde urbano, in particolare sulle modalità e tipologie di utilizzo, sia in ambito pubblico che in ambito privato. Con la collaborazione di esperti del settore è emersa fin da subito la necessità di dotarsi di un Piano del Verde, attualmente allo studio, in grado di regolamentare la gestione e la tutel della vegetazione urbana anche attraverso il coinvolgimento attivo della popolazione. Il Piano del Verde dovrà privilegiare, per quanto possibile, l’impiego di essenze prevalentemente autoctone. E tuttavia dovrà sensibilizzare verso scelte del verde contestuali alle scelte progettuali per interventi pubblici e privati. Riteniamo che attraverso le opportune scelte per la manutenzione e il nuovo inserimento della vegetazione si gettino le basi per la tutela e la salvaguardia del Paesaggio locale, urbano e collinare.
Paolo Strescino – Sindaco del Comune di Imperia
Emilio Broccoletti – Assessore all’Arredo Urbano del Comune di Imperia

Pochi giorni fa è stato constatato che i venti tigli piantati a novembre nel Parco Urbano dai ragazzi delle scuole elementari, sono morti stecchiti dalla sete. La cittadinanza ringrazia sentitamente.
Ma il punto non è questo e temo che il post sarà un po’ lunghetto, quindi mi scuso fin d’ora e ringrazio chi, con pazienza, arriverà fino in fondo. Anche perhé alla fine verrà rivelato l’arcano.
A pochi giorni di distanza dall’annuncio dell’Assessore Broccoletti riguardo il miglioramento della passeggiata che dai Giardini Novaro va al passaggio a livello [Prino] viene fuori che anche la passeggiata degli innamorati [Lungomare Moriani che dalla Foce va alla Marina] avrebbe bisogno di manutenzione e che nel frattempo, per questo, è diventata “off limit”. La passeggiata comprende il tratto di dieci chilometri che alla fine, “passo dopo passo” (come ebbe a dire Broccoletti), porterà a Diano Marina e, come ho già avuto modo di scrivere, sarebbe davvero uno spettacolo.
Avevo anche scritto che poi ci avrebbero mostrato qualche grafico e svariate simulazioi in 3D e manco a farlo apposta, sul Secolo XIX di ieri, ce n’è uno che riguarda proprio la passeggiata degli innamorati. E allora mi è tornato in mente qualcosa che avevo dimenticato, come probabilmente sarà successo a qualcuno di voi già con il progetto “Dal Parasio al Mare”, ricordate?
Sul Secolone l’Assessore Gianfranco Gaggero si scusa con i cittadini e i turisti e nel contempo chiede di portare pazienza perché:

Tra un anno, un anno e mezzo avranno a disposizione una passeggiata nuova di zecca, con un’illuminazione spettacolare, dalla Foce sino alla Marina. Ai tanti che, giustamente, chiedono interventi ora voglio far notare che ripristinare e rattoppare qua e là pavimenti, ringhiere e lampioni non ha senso: si spenderebbe inutilmente denaro pubblico, visto e considerato che tra poco partiranno i lavori per il rifacimento completo della Foce, di via Moriani e di via Boine.

Non ha senso perché è già stato tutto scritto sul “Quaderno di Imperia“, da cui ho tratto l’introduzione di Strescino e Broccoletti e l’immagine più sotto. Questo quaderno – lui mi era tornato in mente! – era stato presentato dal Sindaco nel novembre del 2010 e racchiude ben 22 progetti a cura dei seguenti soggetti:
Airaldi
Amabile
Ascheri
Baldasso
Beniamini R.
Beniamini A.
Calcagno
Calvi
Cipriani
Daprelà
Dolla
De Andreis Arch. Ass.
De Cicco
Fabiano
Garibaldi
Gollo
Lengueglia
Mamino
Marino
Milana
Ottonello
Papone
Saguato
Sciandini
Studiorossi

ai quali, probabilmente, era stato affidato il compito (da qui, credo, la parola “Quaderno”) di “rivedere” alcune parti del territorio, frazioni comprese.
Infatti l’Arch. Paolo Gollo si sta già occupando degli ascensori che dal Parasio vanno al mare e ovviamente l’Arch. Donatella Lengueglia si occuperà della Passeggiata degli Innamorati. Dico ovviamente perché sul Quaderno il progetto è suo.

Quindi non meravigliamoci quando l’Assessore di turno annuncia qualcosa di eclatante perché essendo persona competente, quando parla sa cosa dice e non tira fuori il coniglio dal cilindro, ma il Quaderno dal cassetto, difficile da reperire, ma scaricabile proprio dal sito del Comune, qui.
Della faccenda si era occupato, all’epoca della presentazione, anche Giorgio Montanari in un post sul suo blog e sollevava una questione. Io, nella mia ignoranza, ne sollevo un’altra: è normale che si facciano fare progetti a terzi, a gratis, anche per opere mica male, senza che so, indire un concorso?

Scritto da Angelo Amoretti

30 gennaio, 2012 alle 10:12

La passeggiata di Borgo Prino diventera’ promenade

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Forse ci siamo: dopo anni di lamentele da parte dei residenti e degli esercenti e, forse,  prima che le palme che escono dai tombini diano i primi datteri, la passeggiata del Prino sarà rifatta. Non ho ancora capito bene le modalità, ma è una buon notizia.
In pratica, come dice l’Assessore Emilio Broccoletti che insieme ai suoi colleghi Gianfranco Gaggero e Nicola Falciola si occuperanno della faccenda, si tratta di rendere meno pericoloso il tratto che dai Giardini Dante Novaro va al passaggio a livello e di rifare tutto il lungomare fino a Borgo Foce. In pratica poi verrebbe fuori una passeggiata unica che per oltre dieci chilometri porta a Diano Marina.
Si sposterebbe tutto un po’ più verso il mare: dehors e parcheggi che sarebbero ricavati da un solettone sotto il quale ovviamente ci sarebbero le cabine per i bagnanti e i depositi per gli spiaggisti.
Forse le spiagge si ritireranno un po’, ma finalmente saremo tutti soddisfatti e  poi vedremo gli svariati grafici e le simulazioni in 3D, sentiremo l’opinione dei commercianti e degli abitanti e dopo, trovato un milioncino di euro, partiranno i lavori.
E’ un progetto ambizioso – ha detto Broccoletti – ma possibile, passo dopo passo“.

Scritto da Angelo Amoretti

23 gennaio, 2012 alle 17:40