Archivio per il mese di marzo, 2010

Elezioni Provinciali 2010 [II]

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Non sono stato eletto. Nel collegio Imperia I – Dolcedo, ho avuto 376 voti con una percentuale del 6,56%;  nel collegio Imperia II, 234 voti con il 5,68%. Per via del proporzionale, dell’IDV è stato eletto consigliere Claudio Martini che ha avuto 284 voti con la ragguardevole percentuale del 10,97%.

Sono un po’ deluso, più che per il mio risultato, per quello del centrosinistra in generale. Riccardo Giordano avrebbe meritato di più, ma non c’è niente da fare: nel comune e nella provincia di Imperia il centrodestra ha i voti in pugno. Nonostante ciò, vista la grande fiducia che ha nei suoi elettori, qualche candidato si è piazzato davanti ai seggi, giusto per salutare le vecchiette e rinfrescare loro la memoria.

L’operazione, per loro, è più difficile a livello regionale e mi conforta il fatto che a governarla sarà ancora Burlando. A me possono venire a raccontare tutto quello che vogliono su Burlando che va in contromano e che prende il Maestrale, ma sono sicuro che è meglio di Biasotti.

A voler essere cattivelli c’è da dire che mi fa molto piacere che Gianni Giuliano non sia stato eletto consigliere. Gli avevano fatto mollare la provincia un anno prima per poter fare il pieno in regione, ma hanno fatto male i conti. E’ segno che qualcosa a volte non gira proprio come vorrebbero. E noi dobbiamo lavorare insieme affinché le cose che non girano a loro favore siano di più, molte di più.

Mi auguro che Riccardo Giordano – ma conoscendolo sono certo di no – dichiarando che farà un’opposizione costruttiva, non intenda farla come l’ha fatta il centrosinistra negli ultimi cinque anni.

Ecco, Riccardo: il vento stava cambiando, non sei diventato Presidente, ma ti chiedo, e con questo penso di interpretare il desiderio di tantissimi miei amici che ti hanno votato, di farlo cambiare anche dall’opposizione.

Ringrazio tutti quelli che mi hanno votato e che hanno permesso all’IdV di ottenere un’autorevole 5,97%.

Andiamo avanti!

Scritto da Angelo Amoretti

30 marzo, 2010 alle 16:55

Elezioni Provinciali 2010

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Se voti nel Collegio di Imperia 1- Dolcedo e in quello di Imperia 2, vota così:

Si vota domenica 28 marzo dalle ore 8 alle ore 22 e lunedì 29 marzo dalle ore 7 alle ore 15.
Ricordati di portare il certificato elettorale e un documento di riconoscimento.

Leggi anche:
La mia candidatura alle elezioni provinciali con l’IdV
La mia candidatura alle elezioni provinciali con l’IdV [II]

Scritto da Angelo Amoretti

25 marzo, 2010 alle 9:10

Sosta selvaggia in via Cascione

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Un lettore mi ha inviato una mail corredata di foto scattate ieri mattina in Via Cascione:

Sosta selvaggia
Il fuoristrada è rimasto posteggiato in questo modo per circa tre ore ostacolando le manovre degli autobus costretti a salire sul marciapiede opposto, causando pericolo e intralcio.
Nonostante la presenza nel bar dell’Assessore alla viabilità di alcuni poliziotti e di un vigile urbano, è stata apposta la multa solamente a seguito della segnalazione di un privato cittadino che si è rivolto al vigile in procinto di andare via.

Scritto da Angelo Amoretti

24 marzo, 2010 alle 8:40

Il Partito del fare [come gli pare] e quello dei ladroni [III]

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A quanto pare il problema delle affissioni dei manifesti elettorali che avevo sollevato qualche giorno fa non era cosa da poco.
Sinistra Ecologia e Libertà ha presentato al Prefetto di Imperia un esposto per denunciare i candidati del Pdl che continuano imperterriti a violare le norme [qui]; il PD ha scritto una lettera aperta ai candidati regionali del Pdl in cui si chiede il rispetto delle regole [qui].
La notizia curiosa è che gli attacchini del Pdl se la prendono anche fra di loro.
E’ successo al fratello della candidata Cristina Barabino che è andato a farsi curare al pronto soccorso per una presunta testata ricevuta da un attacchino di Gianni Giuliano. [qui].
Naturalmente i due candidati si sono già stretti la mano: sono o non sono del partito del buongoverno e dell’amore, quello che tra tre anni debellerà il cancro! [qui].

Scritto da Angelo Amoretti

23 marzo, 2010 alle 15:40

Marco Scajola scivola sulla pista ciclabile

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Era già successo a suo zio Claudio e adesso ci scivola anche lui, non si sa se per ignoranza o per voler attribuire meriti, che non ha, al centrodestra.
Fatto è che un chiarimento c’era già stato, e adesso ne arriva un altro. Alla fine capiranno che le bugie hanno le gambe corte?

“La pista ciclabile è una grande infrastruttura turistica – ha detto ieri Marco Scajola – E’ stata realizzata grazie ai finanziamenti richiesti e recuperati dai nostri parlamentari e dal ministro Claudio Scajola. Ora va ulteriormente potenziata e allungata ancora a levante”.
Il Candidato Marco Scajola, in piena campagna elettorale, ascrive meriti esclusivi al governo e a un suo Ministro per la realizzazione della pista ciclabile sul vecchio tracciato ferroviario (cosidetta area 24).
Allora vale la pena ricordare a chi ha la memoria corta le tappe di realizzazione della pista ciclopedonale :
il progetto “PRUSST” su recupero e valorizzazione aree del vecchio sedime ferroviario fu presentato a livello nazionale (governo D’Alema) dalla Giunta Regionale Mori nel 1999 e si classificò tredicesimo su 220 progetti.
Tale qualificante progetto, che ricevette finanziamento iniziale di 4 mld. di Lire, fu l’unico realizzato in Liguria.
Nel Dicembre 2000, con amministrazione Biasotti, l’On. Scajola lanciò il “fantasmagorico” piano del “filobus di cristallo”, rimasto nell’immaginario collettivo più per il Convegno di una giornata (costo 300 milioni di Lire pagati da sponsor e Istituzioni) e le polemiche che ne seguirono, che per qualsivoglia possibile pratica realizzazione.
Nel 2001, fu lanciata l’idea della metropolitana leggera, anche questa di difficile realizzazione per impedimenti infrastrutturali e costi proibitivi.
La Giunta Biasotti, per ovvia continuità amministrativa, portò avanti il progetto iniziale della pista ciclabile, abbandonando idee tanto immaginifiche quanto irrealizzabili.
La Giunta Burlando ha contribuito in maniera decisiva- con ulteriori con finanziamenti ammontanti a 3.750.000 Euro- al completamento delle tratte nel Comune di Sanremo e Riva Ligure-Arma di Taggia.
Voler strumentalizzare a fini di mero consenso elettorale un’opera così importante per i residenti e per uno sviluppo turistico eco-compatibile della nostra Provincia ci sembra un’operazione poco corretta e soprattutto imprecisa e rende evidente come ci sia un forte bisogno di rinnovamento e trasparenza nell’azione politico-amministrativa.
La Segreteria Provinciale PD Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

21 marzo, 2010 alle 16:34

Mamma, li turchi!

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Siamo al deliriototale.
E detto tra parentesi, se a Porto non c’è un bar aperto dopo le otto di sera e ho voglia di prendere un thé, che male ci sarebbe se andassi a prenderlo alla Sala all’incrocio tra via Mameli e via Cascione?
Anzi, farei una proposta: andiamoci tutti così poi vediamo se certi bar nostrani si metteranno a fare “caffè come si deve” anche dopo il coprifuoco.

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Scritto da Angelo Amoretti

20 marzo, 2010 alle 21:35

Sui parcheggi blu

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L’amico Bonifazio, che ringrazio, mi ha inviato questa mail che pubblico con piacere:

SONO LEGALI I PARCHEGGI BLU COSI COME SONO REALIZZATI A IMPERIA?
Una domanda sorge però spontanea: quando è possibile che sussistano le condizioni necessarie per farsi annullare una multa “da parcheggio blu”? Di seguito riporto alcune circostanze che purtroppo poche persone conoscono:
L’art. 7 del Codice della Strada attribuisce ai Comuni la potestà di regolamentare, per mezzo di ordinanze del Sindaco, la circolazione all’interno dei centri abitati.
Tra i vari obblighi, divieti e limitazioni che il Sindaco ha facoltà di istituire vi è anche la sosta a pagamento sul suolo pubblico, e specificamente il comma 1 lettera f) dispone che è possibile “stabilire, previa deliberazione della giunta, aree destinate al parcheggio sulle quali la sosta dei veicoli è subordinata al pagamento di una somma da riscuotere mediante dispositivi di controllo di durata della sosta”.
Un elemento fondamentale di tale disposizione, che però sfugge alla maggior parte delle amministrazioni comunali che la attuano, è il fatto che è possibile istituire la sosta a pagamento solo in apposite “aree destinate al parcheggio”.
A questo punto, a scanso di equivoci, e opportuno ricordare che spesso il Legislatore chiarisce preventivamente le definizioni ed i significati della terminologia utilizzata, cosa che per quanto riguarda l’area di parcheggio fa con l’art. 3 c. 1 n°34 C.d.S., dove la stessa viene definita come “area o infrastruttura posta fuori della carreggiata, destinata alla sosta regolamentata (o non) dei veicoli”.
E ancora, nell’art. 2 c. 3 C.d.S., lett. E ed F, in cui si definiscono rispettivamente le “strade urbane di scorrimento” e le “strade urbane di quartiere”, vengono previste apposite aree “esterne alla carreggiata” per la sosta dei veicoli, con immissioni ed uscite concentrate e relativa corsia di manovra.
Ad una lettura approssimativa di tali disposizioni sembrerebbe quasi che nei centri abitati il Codice della Strada non ammetta la sosta se non fuori dalla carreggiata, in contrasto con quanto stabilito dall’art. 157 c. 2 C.d.S., dove si afferma invece che la sosta si effettua posizionando il veicolo “il più vicino possibile al margine destro della carreggiata, parallelamente ad esso e secondo il senso di marcia”.
Così, per sanare tale apparente discrasia, alcuni disattenti interpreti del Codice della Strada sostengono che i veicoli parcheggiati secondo le modalità descritte nell’art. 157 C.d.S. siano fuori dalla carreggiata, rifacendosi forzatamente alla definizione di carreggiata data nel già citato art. 3 C.d.S.. Ma la “carreggiata” è in realtà tutta la “parte della strada parte destinata allo scorrimento dei veicoli”, comprendendo tra le attività complessive che definiscono la scorrimento del flusso veicolare non solo la marcia, ma anche le sue eventuali interruzioni più o meno protratte nel tempo, e definite dall’art. 157 c. 1 C.d.S.. Con tale definizione essa viene distinta concettualmente e funzionalmente dal “marciapiede”, che è invece quella parte della strada destinata esclusivamente al transito dei pedoni (art. 3 c. 1 n°33 C.d.S.).
E per ribadire e rafforzare ulteriormente tale distinzione, nel comma 6 del succitato art. 7 C.d.S. il Legislatore enuncia espressamente che “le aree destinate al parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata, e comunque in modo che i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico”.
Giovanni Bonifazio

Scritto da Angelo Amoretti

20 marzo, 2010 alle 18:44

Il Partito del fare [come gli pare] e quello dei ladroni [II]

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Quei sorrisi sui manifesti

Fortuna che Claudio Burlando, di suo, non ride, perché così evita di farlo troppo apertamente sui manifesti elettorali, dove tutti i candidati, di destra e di sinistra, sorridono felici e contenti. Che cosa hanno da ridere? Capisco quelli di destra, che levano il pensiero grato a San Silvio e sognano un futuro radioso per sé (degli altri chi se ne frega), fatto di posti, prebende, poteri, affari che, con solo i loro poveri, umani mezzi, sarebbe difficile ottenere. Ma quelli del centrosinistra cosa ci trovano da ridere? Vogliono tranquillizzare l’ elettore? Sbagliano. L’ elettore va allertato e oggi, ormai, allarmato. In Liguria, come nelle altre regioni, non si vota solo sul governo locale, ma anche e soprattutto su quello del Paese. La gente deve capire, da tutti i segni, che la situazione nazionale è ad alto rischio, cupa, cattiva, in mano a incapaci e violenti, decisi a difendere il loro potere anche a costo di violare le leggi e il principio di eguaglianza dei cittadini di fronte ad esse. H H a fatto bene Burlando a ricordare questa inaudita emergenza, l’ altro giorno. L’ elettore di centrosinistra ha bisogno di calore e verità, deve sapere come stanno le cose ed essere cosciente del pericolo. Il rischio è che sia invece più allertato e motivato quello di destra. Mentre questo, infatti, è caricato a mille dai propri leader, dagli organi di stampa amici e dalla situazione nazionale, l’ altro si trova di fronte il pacioso Bersani, che fa battute pepponesche e invita i suoi ad abbassare i toni. Per questo, i radiosi sorrisi dei candidati di centrosinistra sui manifesti mi lasciano perplesso. Conosco le esigenze e la retorica della comunicazione politica. Ma oggi sono una contraddizione in termini. Oggi non è onesto trasmettere false sicurezzeo tranquillizzare. Sarebbe un inganno agli elettori. Anche l’ elettore di sinistra che si astiene deve sapere che darà il proprio contributo a che le cose non solo continuino a andare male come vanno (economicamente, socialmente e politicamente), ma peggiorino ancora. I dirigenti, i candidati dell’ alleanza intorno a Burlando conoscono bene la realtà del nostro Paese. Non possono nasconderla ai loro elettori e fare come se queste fossero solo elezioni amministrative. Certo, i problemi regionali non vanno taciuti o sottovalutati. Ma basterà ricordare ai liguri come li aveva affrontati a suo tempo Biasotti o far vedere come li risolve la destra, dove, nella nostra regione, è al governo, come nel Ponente. Qui versa tonnellate di cemento, accumula mostri edilizi, favorisce negli affari e promuove nella pubblica amministrazione solo i protetti dei ras locali e i loro servitori, senza alcun riguardo per paesaggio, qualità della vita, meriti delle persone. Se si vuol far intuire come potrà essere la Liguria di destra si mostrino agli elettori gli scandali al Casinò di Sanremo o il record di dirigenti e beneficati vari (a puro riscontro di devozione personale) dell’ Amministrazione provinciale di Imperia, le coste cementificate e le strade della Riviera impazzite dal traffico, la fine dei collegamenti ferroviari con la Francia e forse capiranno che cosa aspetta la nostra regione se cadrà in mano a Biasotti e compagni di Ponente. -
Vittorio Coletti – la Repubblica, 14 marzo 2010

A proposito di manifesti, di facce che ridono e di ladri di spazi sui tabelloni elettorali, vi invito a leggere quanto scrive Mauro Delucis sul bog del Circolo Falcone e Borsellino di Cervo (IdV) e la grave accusa di De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, sul tema dei manifesti abusivi.
Oggi sono di nuovo andato a metterne qualcuno a Pietrabruna, Civezza, Poggi e San Lorenzo e sono arrivato a una conclusione: i leghisti, visto che ovunque sbagliano posto, non sono in grado di leggere i numeri arabi, o per cecità o per motivi, chissà, di integrazione.
Il guaio è che, probabilmente, sbaglierebbero lo stesso anche se i numeri fossero scritti in romano, ovviamente. Mi sa che alle prossime campagne elettorali dovremo dar loro un tutor che li accompagni e dica loro: “Ecco, questo è il n. 3 per la regione e questo il n.8 per la provincia: dovete metterli qua”.
Poi magari la sera dopo il tutor accompagna gli attacchini di Sappa perché loro oltre a sbagliare posto, raddoppiano: la sua faccia è quadruplicata quasi ovunque.
Gli attacchini di Brizio però sono riusciti anche a strapparmi una risata perché a Civezza, intorno al manifesto del loro idolo, per non far mancare niente hanno appiccicato anche qualche santino, a far da cornice.
Sulla strada interpoderale tra Pietrabruna e Boscomare, mi sono sentito chiamare da una donna che stava raccogliendo olive: era la mamma di Riccardo Giordano. Tra me, dopo aver fatto quattro chiacchiere ed esserci salutati, pensavo che la differenza tra noi e quelli che in campagna elettorale vanno ai mercati con tutta la famiglia al seguito, è anche data da questa istantanea. E mi basterebbe già questo a non aver dubbi su chi scegliere.

Scritto da Angelo Amoretti

17 marzo, 2010 alle 23:21

Imperia: la Lega ha rotto e si è rotta

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Giorni fa il miglior presidente del consiglio che l’Italia ha avuto negli ultimi 150 anni aveva definito la manifestazione di sabato scorso in Piazza del Popolo “un aggregato stravagante e contraddittorio”.
Non so altrove, ma dalle nostre parti l’aggregato stravagante pare essere la maggioranza.
Ormai è noto: tra la Lega e il Pdl nostrani non c’è feeling, o perlomeno è quello che si percepisce dagli ultimi avvenimenti.
Il 2 marzo scorso i quattro consiglieri della Lega avevano abbandonato il consiglio comunale per un contrasto sulla questione della Commissione Viabilità e Mobilità Urbana: il consigliere leghista Giuseppe Soria aveva rinunciato alla nomina, in quanto il suo nome non era stato concordato con il capogruppo del Pdl Giuseppe Fossati [qui].
Poi era arrivato Bossi al Polivalente che aveva detto al suo popolo: “Sono venuto volentieri a farvi visita, non abbrracciate sempre il solito ministro, ci sono anche io…”[qui].
Infine la querelle tra Fossati e Gagliano in merito alla questione delle moschee nella nostra città.
Come sapete in un primo momento il consigliere leghista aveva detto che dovevano essere spostate perché sono, a suo dire, un intralcio al traffico e alla vivibilità. Poi, per essere ancora più chiaro, aveva dichiarato che le moschee devono essere chiuse.
A seguito di queste dichiarazioni all’avvocato Fossati deve essere girata la testa e forse qualcos’altro: “Gagliano? Chissà, forse bisogna affiancargli una commissione ad hoc come è successo per la Viabilità” [la Stampa, 15 marzo 2010]
Ieri sera sul tardi, Sanremonews ha pubblicato una dura [essendo leghista non può che essere dura] presa di posizione di Gagliano nei confronti del Pdl nostrano e del suo capogruppo: insomma, a pochi gorni dal voto ormai è evidente che tra il Pdl e Lega c’è rottura.
Ma c’è rottura anche tra la Lega e si fanno così strada eventuali ipotesi per il futuro del consiglio comunale: la Lega probabilmente non starà né in maggioranza, né all’opposizione e forse farà un parlamentino a parte [ricordate il parlamento del nord?]. Al contrario della Giunta che per far spettacolo (e articoli sui giornali locali) si riunisce ogni tanto nelle frazioni, il parlamentino dei cinque leghisti avrà come sede direttamente il bar di via Cascione.
Quelli che arriveranno in scooter potranno parcheggiare negli spazi riservati alle auto e viceversa. Chi arriva ultimo lascia il mezzo in doppia fila.

Scritto da Angelo Amoretti

15 marzo, 2010 alle 15:08

Il Partito del fare [come gli pare] e quello dei ladroni

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In Val Prino, e non so se altrove, stanno succedendo strane cose per quel che riguarda l’affissione dei manifesti elettorali: c’è chi li ha messi addirittura al di fuori degli spazi preposti [quelli di Claudio Ghiglione e Eliano Brizio sono ovunque] e chi, negli spazi preposti, ha occupato quello riservato agli altri [il Pdl].
Sono il “partito del fare” [quello che gli pare] e quello di “Roma ladrona”: peccato che a rubare stavolta siano anche i leghisti, occupando lo spazio degli altri.
So bene che Ghiglione e Brizio non sono andati di persona a commettere questa illegalità, ma se avessero un minimo di onestà intellettuale chiederebbero ai loro “attacchini” di andare a togliere i manifesti dai muri, dalle campane per la raccolta del vetro e dai cassonetti della spazzatura.
Vedete, può sembrare una sciocchezza, ma per me, che son particolarmente sensibile, questo fatto è sintomatico: se sottraiamo libertà e democrazia, se rubiamo soldi nel vero senso della parola, se cerchiamo di stravolgere la Costituzione, cosa sarà mai mettere i manifesti fuori posto?
E’ questo che mi fa pensare il comportamento di chi, sentendosi immune, protetto e intoccabile, fa un po’ quello che gli pare, anche nelle cose piccole.
E non va bene.
E non mi piace neppure che mi si dica: “Ma che t’importa, lascia perdere”. No, non bisogna lasciar perdere, bisogna ricordare a questi signori che ci sono delle regole e le regole devono essere rispettate da tutti. La loro arroganza è disarmante: gli è stata inculcata piano piano e a tal punto che ormai non si rendono neppure più conto che stanno commettendo una irregolarità.
Ci sono tutti gli altri che stanno bene attenti a non sbagliare a mettere i manifesti, sennò è capace che ti denunciano, e poi arrivano gli arroganti intoccabili che fanno quel che gli pare.
Mi chiedo anche a chi compete il compito di vigilare affinché questi abusi e queste irregolarità siano impedite: non so se c’è un organo competente, ma se sì, per favore, faccia un giro e dia un’occhiata ai tabelloni, poi prenda i dovuti provvedimenti.
Almeno per quel che riguarda l’affissione dei manifesti si dovrebbe giocare pulito. La democrazia comincia anche da lì. E’ troppo chiedere questo?

Scritto da Angelo Amoretti

14 marzo, 2010 alle 17:24