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Violazioni paesaggistiche sul nuovo Porto?

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Sessanta giorni di tempo per giustificare eventuali violazioni paesaggistiche

IMPERIA – Verificare gli effetti delle «violazioni» e stabilire se si debba «procedere al ripristino dello stato dei luoghi». Ossia: demolire perché abusivi parte dei moli, delle banchine e degli edifici del porto turistico più grande del Mediterraneo. Questa volta è il ministero dell´Ambiente ad aver aperto un´inchiesta che mette una seria ipoteca sull´opera da 1400 posti barca, già al centro dell´indagine giudiziaria della procura che ipotizza un accordo politico affaristico sull´affidamento della concessione demaniale, tra l´ex ministro Claudio Scajola e il costruttore Francesco Bellavista Caltagirone, a scapito della parte pubblica qui rappresentata dal Comune.
Il ministro Stefania Prestigiacomo, attraverso il direttore generale del settore Valutazioni Ambientali, Mariano Grillo, ha incaricato l´Arpal Liguria di «accertare la conformità al progetto ed il rispetto delle prescrizioni a suo tempo impartite con il decreto Via, circa le modifiche progettuali intervenute e le opere comunque realizzate… ».
Cosa ha scoperto il ministero dopo la richiesta di accertamento, avanzata alcuni mesi fa dalla Regione Liguria a fronte dello stillicidio di varianti e modifiche progettuali effettuate dalla Porto di Imperia spa? Che rispetto al progetto che aveva ottenuto l´approvazione della Via, la Valutazione di Impatto Ambientale, quello poi realmente sviluppato ha realizzato «modifiche che dovevano essere valutate da questo ministero, quanto meno nell´ambito di una procedura di verifica di assoggettabilità alla procedura Via».
Le importanti «modifiche strutturali» riguardano moli e banchine che «ampliano le darsene interne, in particolare quella di San Lazzaro, introducono una nuova colmata nel porto Maurizio» e comportano un´altra serie di modifiche di peso, «ampliando la capacità recettiva dell´intero porto, variando il piano degli ormeggi e modificando la sagoma e la localizzazione degli edifici».
Nel documento che il ministero ha inviato a tutti gli enti interessati (Comune, Capitaneria, Arpal, Regione), la direzione generale per le Valutazioni Ambientali evidenzia come le opere che avrebbero dovute essere sottoposte a verifica «risulta che gran parte sono già state realizzate». E poi stigmatizza la pochezza documentale ricevuta dal Comune e dalla Porto di Imperia spa: «La documentazione consegnata non contiene gli elaborati progettuali che illustrino l´assetto generale del porto e la diversa conformazione delle due darsene…né contiene elaborati che identifichino gli impatti derivanti dalla riorganizzazione dell´area portuale. Di conseguenza non sono definibili le variazioni intervenute». Il ministero invita poi la capitaneria di Imperia «a fornire le osservazioni in merito alla mancata sottoposizione alle vigenti procedure in materia di Via». Il procedimento avrà termine decorsi 60 giorni dal ricevimento della documentazione che dovrà pervenire entro un mese da ieri.
Giorni cruciali quindi, per lo scalo imperiese. Tanto più che, entro il 16 dicembre, la Porto di Imperia (tre quote suddivise tra Bellavista Caltagirone, imprenditori locali e il Comune) dovrà rispondere, carte alla mano, al settore Porti e Demanio del Comune di Imperia, diretto dall´ingegner Pierre Marie Lunghi, che, tra i mugugni della maggioranza consiliare di centrodestra, ha avviato la procedura di revoca della concessione come già ipotizzato dalla commissione regionale di Verifica e Collaudo. Ancora una volta è la scarsità di documenti forniti la causa della clamorosa decisione. La Porto di Imperia infatti non avrebbe mai giustificato con carte ufficiali l´aumento dei costi sostenuti nella realizzazione della struttura. La revoca della concessione cinquantennale è una possibilità remota seppur concreta, ma nel frattempo è l´inchiesta del ministero che potrebbe portare guai altrettanto, se non più gravi.
Marco Preve
la Repubblica – 3 dicembre 2010

Sul blog di Preve c’è il post con tanto di documentazione.

Scritto da Angelo Amoretti

3 dicembre, 2010 alle 12:18

Pubblicita’ Progresso

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Avete notato le curiose pubblicità che appaiono ogni tanto, da qualche giorno, sui giornali locali, ogni volta che si parla del Porto?
Mi riferisco a quella di Acquamare Srl e Acqua Pia Antica Marcia che fanno di nuovo capolino sulle pagine – a pagamento – de Il Secolo XIX e La Stampa.
Il primo fatturerà per questa: c’è una foto photoshoppata del Porto che uno del posto potrebbe benissimo prendere per pubblicità ingannevole, se non fosse che nell’intenzione di chi l’ha commissionata, c’è la visione futura di come sarà il porto e più sotto si legge:

ABBIAMO ULTIMATO LE OPERE A MARE!
SONO STATI REALIZZATI n. 1.300 POSTI BARCA fino a 90 m.

Situato in una posizione strategica (nel cuore della Riviera dei Fiori, a pochi km da Sanremo e Montecarlo, a poche miglia marine dalla Costa Azzurra) il nuovo porto di Imperia è candidto a diventare uno dei porti turistici più grandi ed esclusivi del Mediterraneo.

Prosegue la realizzazione delle opere a terra:

- lussuosi appartamenti (mono-bi-tri-quadrilocali) tutti con terrazzi affacciati sul mare
- prestigioso yacht club – esclusivi negozi -
- cantiere nautico di 5.000 mq ca. con 15.000 mq ca. di piazzale per l’assistenza e il rimessaggio
- ampi parcheggi tra box e posti auto coperti e scoperti

Acqua Pia Antica Marcia

l’altro, fatturato da La Stampa, recita così:

COMUNICATO ALLA GENTE DI IMPERIA

In merito alle notizie apparse, desideriamo precisare quanto segue:

1. l’accordo fra la concessionaria Porto di Imperia  e la Società Acquamare è basato rispettivamente sul 30% del costruito alla Porto di Imperia e il 70% alla società Acquamare, quale corrispettivo per tutti i costi diretti e indiretti sostenuti per la realizzazione dell’intera opera;

2. tutti i costi sono stati sostenuti con risorse finanziarie private della società Acquamare e con finanziamenti bancari ottenuti dalla stessa Acquamare;

3. qualsiasi costo ulteriore e non previsto è stato e sarà unicamente a carico della società Acquamare;

4. di conseguenza sia la Porto di Imperia sia i suoi stessi soci, tra cui il Comune, non avranno mai nessun onere finanziario, qualsiasi sarà il costo finale dell’opera;

5. la Porto di Imperia e tutti i suoi soci, tra cui il comune, non solo non sopporteranno alcun costo, ma realizzeranno un considerevole utile patrimoniale;

6. la gestione del Porto turistico nella sua totalità (70+30) rimarrà unicamente nella disponibilità della concessionaria Porto di Imperia e tutti i profitti derivanti dai servizi erogati sono e saranno unicamente a favore di quest’ultima.

Acquamare Srl

Prosit!
Leggo che la mediatrice russa Angela Mamedova (che vende posti barca nel nuovo Porto) ha intentato una causa milionaria nei confronti di Acquamare in quanto quest’ultima non avrebbe pagato qualche fattura per circa 400 mila euro [Il Secolo XIX - 28-10-2010] e capisco perché la gente di Imperia offre il caffè a Francesco Bellavista Caltagirone. Se nei bar gli scappasse di dire: “Pago io!” le cassiere probabilmente si metterebbero le mani nei capelli.

Scritto da Angelo Amoretti

30 novembre, 2010 alle 12:47

La sinistra imperiese è occupata, la scuola anche

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La sinistra imperiese è troppo impegnata nelle vicende del Porto per dire qualcosa sulle occupazioni (o autogestioni, chiamatele come volete) di questi giorni  delle scuole nostrane?
Marco Preve, di Repubblica, in questo post fa notare la solitudine dei numeri primi: Paolo Verda e Giuseppe Zagarella (più Carla Nattero e Pasquale Indulgenza) nella lotta agli abusi nel Porto. Dimentica Dario Dal Mut, ma lo perdono: il consigliere dell’Idv è davvero da solo in consiglio, anche se qualcosa di suo ci mette, eccome.
Dicevo che Preve scrive di come siano lasciati soli i due consiglieri del PD. E oggi mi viene da aggiungere che il PD, a livello locale, sta lasciando soli gli studenti che protestano. Spero di essere smentito, ma non ho visto uno straccio di solidarietà da nessuna parte.
Naturalmente non me l’aspetto dal PDL: per loro, evidentemente, la scuola va bene così e andrà ancora meglio con più soldi alle private e alle cattoliche.
In ogni caso, anche se mi piacerebbe vedere Verda e Zagarella arrampicarsi, che so, sulla ciminiera delle Ferriere, il PD ha iniziato una campagna di sensibilizzazione sui problemi del Porto, in modo che la cittadinanza si renda conto di come stiano effettivamente le cose. Per il momento ho visto questo manifesto online e spero di vedere presto anche il famoso libro bianco.

Nel frattempo, sabato 27 novembre, alle 11, presso la Biblioteca Lagorio, sarà presentato dall’amministrazione “Quaderno di Imperia“, che contiene i progetti degli interventi in svariati punti della città e delle frazioni.
Saranno presenti, oltre a qualche progettista, gli Assessori Emilio Broccoletti e Gianfranco Gaggero.
Il Sindaco assicura che quel volume non è “un libro dei sogni“.
Meno male, così non ci sarà niente da colmare.

Scritto da Angelo Amoretti

25 novembre, 2010 alle 21:02

Porto e Consiglio comunale blindatissimi [Full Metal Jacket]

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Nel comunicato stampa diramato dal PDL lo scorso 13 novembre e, a quanto è dato capire, firmato dal capogruppo Alessandro Gazzano e dal Consigliere Stefano Pugi, ci sono alcune cose che mi fanno riflettere.
Non scrivo a nome della sinistra né a quella della minoranza consigliare perché non ne ho alcun titolo: scrivo a nome personale, convinto di interpretare il pensiero di una certa parte di cittadini che, tra l’altro, non è per fermare i lavori del porto. L’ho già scritto e lo ribadisco: sarebbe una catastrofe per tutti. Quindi lasciamo perdere queste sterili polemiche secondo cui si vuole “allarmare la città” un giorno sì e l’altro pure, a detta di Gazzano e Pugi.
Credo che la sinistra non faccia altro che il suo dovere: controllare che sia tutto in regola e informare i cittadini.
Che probabilmente, e giustamente, sarebbe quello che farebbero, a posizioni invertite, il PDL e la Lega, se fossero all’opposizione.
Mi pare che nel comunicato in questione ci sia un po’ di altezzosità, quando si scrive che i consiglieri del centrosinistra “non credano quindi di portare in Consiglio mozioni relative a problemi sui quali l’Amministrazione, rafforzata dalla Delibera approvata, sta già lavorando da tempo ” perché fino a prova contraria, per fortuna, una certa libertà di parola esiste ancora e il Consiglio Comunale è proprio la sede in cui ci si confronta, in democrazia.
Per quanto riguarda il “fantomatico” libro bianco redatto da Paolo Verda e Giuseppe Zagarella, consiglieri di opposizione, ho il presentimento che sia molto meno “fantomatico” del sondaggio di cui parlava il sindaco Strescino, secondo il quale la maggioranza dei cittadini vuole un porto così.
Attendo con curiosità di leggerli tutti e due e nel frattempo, senza voler allarmare nessuno, ritorno a quanto scrissi lo scorso 10 novembre: lo sapevano o no cosa stavano votando i consiglieri comunali di maggioranza quando votarono a favore del nuovo porto con tutto il suo contorno?
Lo sanno questo? E questo?
Curioso che un cittadino faccia notare il degrado di un parco urbano inaugurato in pompa magna non molto tempo fa, e che l’assessore competente invece di prendere urgenti provvedimenti, cerchi di aggirare l’ostacolo dando la colpa all’incuria dei cittadini.

Scritto da Angelo Amoretti

15 novembre, 2010 alle 12:49

Champagne per tutti!

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BERE VA BENE, MA SENZA ESAGERAZIONI

Angelo Dulbecco che frequenta il Fieramosca ammette: «Prendere champagne al tavolo rende la serata più divertente però non ci sogneremmo mai di bere così tanto da star male e quindi da non essere in grado di tornare a casa in auto senza problemi»
Il Secolo XIX – 15 novembre 2010

Angelo Dulbecco è consigliere comunale del PDL a Imperia.
Loro, quelli del partito dell’amore che bevono champagne senza esagerazione, avevano un altro sogno: colmare un vuoto.
E’ quello che si legge sui manifesti in giro per la città in questi giorni: c’è una foto panoramica del porto [vera, non come questa, nda] in cui appare anche il depuratore inaugurato qualche anno fa, con su scritto: “Avevamo un sogno…colmare un vuoto. Continua…”
In attesa della continuazione e tralasciando tutte le altre cose che mi vengono in mente pensando a quel “colmare”, mi limito a scrivere che anche io ho un sogno: vedere in galera i furbetti del moletto e un secondino buttare a bagno le chiavi, proprio là, nel vuoto colmato.

Scritto da Angelo Amoretti

15 novembre, 2010 alle 10:25

Istanze di stampo commerciale?

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Il Secolo XIX di ieri ha riportato la ricostruzione fatta dalla magistratura sulle vicende del nuovo porto di Imperia.
Voglio sperare che gli accertamenti che stanno venendo alla luce, non si limitino solo al fatto che non è stata Beatrice Cozzi Parodi a presentare Francesco Bellavista Caltagirone a Claudio Scajola e bla bla bla sennò basterebbe riprendere in mano e rileggere per bene il libro di Marco Preve e Ferruccio Sansa “Il Partito del Cemento”: era già più o meno tutto scritto lì, di quello che si conosce ad oggi.
Oppure, se si vuol fare una lettura un po’ più leggera dal punto di vista investigativo, bisognerebbe leggere anche “La tana degli alberibelli”: qualche traccia si trova anche lì, sebbene frutto della fantasia del romanziere Marino Magliani.
Detto questo, ancora non riesco a non meravigliarmi quando leggo una frase del genere:

La sera del 26 marzo 2006 in un dibattito tv, Scajola racconta come si è giunti a “scovare” l’imprenditore.
«Caltagirone? – rivela – Era in elicottero con Fiorani quando abbiamo fatto il giro sulla città.
Poi Fiorani, al quale abbiamo detto no per il progetto di 300 appartamenti nell’ex Italcementi, non si è più fatto vivo. Caltagirone, invece, ci ha pensato un po’ e ora ha accettato la scommessa, onerosa, di questo grandissimo porto».

E adesso si ripete la solita litania che era già stata messa in onda ai tempi del manufatto: se si bloccano i lavori, molte imprese perderanno il lavoro.
Ieri, infatti, si sono presentati dal magistrato gli avvocati di Caltagirone che pare abbia intenzione di collaborare con la Giustizia giusto per affrettare i tempi. Ma come era prevedibile, cosa hanno detto?

Il motivo della visita al pm (fissata l’altro ieri) sarebbe una proposta o un’offerta di piena disponibilità a collaborare con la magistratura per fornire le documentazioni necessarie a fare chiarezza su tutta la vicenda e le contestazioni mosse a Caltagirone, ovvero il suo concorso nell’associazione per delinquere, nel falso in documento e ideologico, e nell’abuso d’ufficio. L’offerta avrebbe come unico scopo quello di accelerare il più possibile le indagini in maniera che, se ravvisate, emergano le responsabilità. E comunque l’inchiesta proceda spedita. Un’istanza di chiaro stampo commerciale: l’attività del porto turistico imperiese e il completamento delle opere nel bacino possono procedere ma solo se Acquamare riesce a “vendere” tutti e 1238 i posti barca. Oppure il rischio che corre la società a medio termine è la chiusura del cantiere e, inattesa, il progressivo licenziamento delle maestranze.
[Il Secolo XIX - 12-11-2010]

A me lo stampo sembra diverso dal carattere commerciale.
I difensori a oltranza dell’opera saranno pronti a dire che se qualcosa si fermerà sarà per colpa della magistratura e dell’opposizione: se me lo potessero risparmiare mi farebbero un favore, ma lo farebbero soprattutto all’intelligenza degli imperiesi.
C’è dunque da augurarsi, come mi ha detto anche un autorevole componente del Pdl, che se c’è da arrestare qualcuno, lo si faccia pure, ma che l’opera sia portata a termine. Perché ormai ci hanno portato a questo paradosso: siamo tutti a pregare che il più grande porto del mediterraneo non rimanga un’opera nel deserto, non per colpa dei magistrati e dell’opposizione, ma di qualche furbetto del caruggio che voleva la fetta di torta più grande possibile.

Scritto da Angelo Amoretti

12 novembre, 2010 alle 13:03

Andiamo avanti

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E’ venuto il momento di provare a riprendere a scrivere e spiegare il motivo di questo mio lungo silenzio dovuto soprattutto a un grave lutto: in pochi mesi un male incurabile si è portato via Lea, una persona molto speciale per me.
Anche a lei piaceva la nostra città e come la maggior parte di chi arriva da fuori, era rimasta affascinata dai borghi come la Foce, la Marina, il Prino, il Parasio e forse in futuro avrebbe potuto decidere di fermarsi qui, ma ha cessato di vivere domenica 24 ottobre.
Conosceva la mia passione per il blog – il nome e il logo di ImperiaParla li devo a lei – e mi ha sempre spinto a continuare nei momenti di crisi.
Per questo adesso cercherò di ricominciare, perché so che è quello che vorrebbe, se ci fosse ancora.

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Scritto da Angelo Amoretti

10 novembre, 2010 alle 12:44

Imperia: dopo le notizie del Secolo XIX “blindata” la Procura

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Uffici della Procura e della Polizia giudiziaria del Palazzo di Giustizia di Imperia, da questa mattina sono off-limit a tutti i giornalisti. La decisione di interdire l’accesso ai rappresentanti di tutte le testate giornalistiche è del procuratore capo facente funzione, Alessandro Bogliolo, che ha comunicato il divieto di accedere al terzo piano (sede della Procura) a qualunque giornalista. Il provvedimento sarebbe, secondo quanto precisato dal procuratore, un atto dovuto in conseguenza di una presunta violazione del segreto istruttorio nell’ambito di un’indagine preliminare che riguarda il porto turistico in costruzione a Imperia. Sul Secolo XIX di oggi si parla dei rapporti fra l’ex ministro Claudio Scajola e il costruttore Francesco Bellavista Caltagirone, che sono al centro di una serie di interrogatori di testimoni eccellenti. Torna così alle origini l’inchiesta giudiziaria sul porto turistico di Imperia, che accelera con l’arrivo dei due nuovi Pm, Alessandro Bogliolo e Maria Antonia Di Lazzaro. Sono già stati ascoltati politici, amministratori locali e imprenditori. Tra loro l’ex sindaco Luigi Sappa, oggi presidente della Provincia, l’amministratore delegato del Porto, Carlo Conti, gli ex presidenti Pietro Isnardi e Gianfranco Carli e diversi altri personaggi. I procuratori ritengono di poter concludere l’indagine entro la fine dell’anno. Questa notizia ha provocato la reazione di Bogliolo, che ha blindato gli uffici.«Ancora un grave atto di intolleranza si registra nei confronti della libertà di informazione - afferma il Consigliere nazionale Unione Cronisti Italiani (Unci), Natalino Famà -. Oggi a Imperia sono stati censurati i rapporti con i cronisti presso la procura della Repubblica. La disposizione, che vieta ogni contatto, anche all’esterno, con i magistrati requirenti, verrà ufficializzata, come assicurato dal procuratore, con un ordine di servizio emesso dallo stesso procuratore ed esteso alle sezioni di polizia giudiziaria. Di fatto d’ora in poi saranno proibiti i rapporti con le fonti di informazione giudiziaria».
Il Secolo XIX – 19 ottobre 2010

Scritto da Angelo Amoretti

19 ottobre, 2010 alle 18:41

Cosa succede al Porto di Imperia?

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A seguito di questo articolo apparso su La Stampa del 13 ottobre scorso, firmato da Pier Paolo Cervone:

Maxi porto si scopre una falla

Sarà vero, come ama ripetere Francesco Bellavista Caltagirone, che è in costruzione non solo il più grande ma anche il più bello tra i porti turistici del Mediterraneo. Sarà vero, come ama sottolineare il sindaco Paolo Strescino, che alla stragrande maggioranza degli imperiesi questo porto piace e che tutti ne sono orgogliosi. Ma si scopre anche che i mega-yacht, dotati di ogni comfort e di tutte le diavolerie della moderna tecnologia, e provvisti di ogni essenziale servizio (ovvero luce, gas, acqua) non hanno una cosa importante, anzi fondamentale: l’allaccio alla rete fognaria. Proprio così.
Tutto previsto, tutto bello, tutto sontuosamente grande, ma alla m… non ci ha pensato nessuno. Così, succede che i liquami scendano liberamente in mare, perchè quelli dell’equipaggio (dipendenti di una società delle solite isolette caraibiche o di un famoso Mister X) ogni tanto la fanno pure loro. E’ vero qualche imbarcazione possiede a bordo un sistema di pre-trattamento. Altre, agli ordini di comandanti scrupolosi, quando i contenitori sono pieni, possono anche mollare gli ormeggi, fare un giretto al largo e quindi provvedere allo scarico. Ma nella progettazione resta una falla. Di m…., ma pur sempre una falla.

sullo stesso quotidiano venerdì 15 ottobre si poteva leggere quanto segue:

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Scritto da Angelo Amoretti

17 ottobre, 2010 alle 18:41

Porto di Imperia: imprese pagate con posti barca

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Per chi se lo fosse perso pubblico l’articolo di Marco Preve, apparso su Repubblica del 5 settembre 2010.

Porto di Imperia: imprese pagate con posti barca

Posti barca e appartamenti vista golf in cambio dei contanti. E poi divergenze “professionali” tra la coppia di costruttori Beatrice Cozzi Parodi e Francesco Bellavista Caltagirone. C’è fermento a Imperia alla vigilia di una settimana importante per il futuro della concessione del nuovo porto. Martedì si riunisce infatti la Commissione regionale di verifica e collaudo che ha scritto alla procura segnalando l’impossibilità di verificare l’aumento dei costi dichiarati dalla società Acquamare di Caltagirone Bellavista. Intanto, il malumore delle imprese in subappalto che lamentano il ritardo nei pagamenti fa emergere nuovi retroscena. Alcuni titolari che andavano a chiedere di essere pagati si sono visti offrire in cambio dei contanti dei posti barca, oppure appartamenti nelle vicinanze del complesso golfistico del Croara Country Club realizzato dal gruppo Acquamarcia nelle campagne tra Piacenzae Tortona. C’è chi avrebbe accettato mentre altri, invece, hanno rifiutato e qualcuno si è già rivolto agli avvocati. Proprio come quegli acquirenti di posti barca che, nelle scorse settimane, dovevano pagare l’ultima rata. Molti, però, contestando la mancata realizzazione di tutte le opere marittime (ad esempio l’allaccio fognario, ritardo che secondo la Porto di Imperia sarebbe dovuto al fatto che la società ha ampliato le condotte per consentire la raccolta anche degli scarichi di terra facendo così un favore al Comune) hanno messo di mezzo i propri legali. Alla fine, invece della guerra si è trovata una mediazione. E c’è stato chi, a garanzia di eventuali fallimenti o abbandoni di Acquamare, ha ottenuto delle fideiussioni di Acquamarcia, la società madre del gruppo Caltagirone Bellavista. Il costruttore romano nei giorni scorsi ha incontrato il sindaco di Imperia Paolo Strescino per fare il punto della situazione. Dopo alcune ore di riunione è arrivata la nomina del nuovo direttore dei lavori. Al posto dell’architetto genovese Emilio Morasso, che si era dimesso in polemica con la società, è subentrato l’architetto Marcofilippo Alborno, progettista di fiducia del gruppo Cozzi Parodi (suo il nuovo e contestassimo porto di Ventimiglia). Si è anche deciso, di nominare amministratore delegato della Porto di Imperia (il 30% è del Comune) il geometra Carlo Conti che ne è già direttore generale ed è particolarmente gradito all’ex ministro Claudio Scajola. Pare però che la linea dura di Caltagirone Bellavista, sia per quanto riguarda le nomine che per la gestione dei rapporti con le imprese subappaltatrici e con gli organi istituzionali (la Commissione collaudo in primis, denunciata da Conti), non sia del tutto condivisa da Beatrice Cozzi Parodi, imprenditrice amante dell’ understatement e che, fino ad oggi, su tutte queste vicende così come sulle inchieste della procura non è mai intervenuta. Parlano invecei consiglieri di opposizione in Comune: Dario Dal Mut, Pasquale Indulgenza e Carla Nattero per Idv, Sel e Rifondazione parlano di un «Caltagirone versione Berlusconi». Mentre Paolo Verda e Beppe Zagarella del Pd tornano ad attaccare su un punto chiave «l’assenza di una gara europea nella scelta del partner privato potrebbe aver penalizzato le casse comunali e le tasche degli imperiesi»
Marco Preve – La Repubblica, 5 settembre 2010

Scritto da Angelo Amoretti

7 settembre, 2010 alle 18:13