Archivio per tag ‘Giuseppe Zagarella’

Lettere aperte e chiuse

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Di questi tempi pare vadano di moda le lettere aperte, così mi è venuta voglia di scriverne un paio e una chiusa.

Lettera aperta a Giuseppe Fossati

FLI è una cosa, Officina Città un’altra, tu stesso lo avevi dichiarato, (non chiedermi quando e a chi perché non ho tempo di fare le dovute ricerche) ma tu sei tu e qualcosa non mi quadra.
Un anno fa, il 17 marzo del 2012, spunta l’intercettazione della telefonata tra Francesco Bellavista Caltagirone e Carlo Conti (all’epoca rispettivamente patron di Acquamare, costruttore del Porto turistico di Imperia e l’amministratore delegato della Porto di Imperia Spa, attualmente entrambi al fresco) in cui il simpatico manager ti dava della “faccia di merda“.
Lo hai ricordato tu stesso in un commento al post “Compagni di merenda” in cui, tra l’altro, chiedevi rispetto, e lo stesso giorno a Sanremonews dicevi: “Pensare che la mia città fosse in mano a persone del genere e che una parte della classe politica fosse loro succube o, peggio, complice, mi disgusta e amareggia profondamente“.
Ora non so se ti riferisci alla classe politica il cui leader indiscusso è Claudio Scajola.
Se così fosse, lui chiede un incontro con te e tu ci vai?!
Io gli avrei detto: “Ok, guarda, sono in giro a fare shopping con la mia compagna*, se vuoi ci vediamo da Piccardo“.
Ma so bene che sei un signore e sei andato nella tana del lupo, come si dice.
E poi hai detto che non c’è nulla di male e che Officina Città incontra tutti.
Benissimo, ma non c’è bisogno che te lo dica di stare attento alle trappole e che il lupo perde il pelo, ma non il vizio e bla bla bla, vero?
Voglio fidarmi di te e userò le tue parole per la prossima lettera aperta.

*guarda che sua nonna appena sente pronunciare la parola “Sciab…” fa un salto sul sedile della macchina!

Lettera aperta a Paolo Srescino (Laboratorio per Imperia) e Giuseppe Zagarella (Partito Democratico)

Avete fatto una bella passeggiata sotto i portici insieme al candidato Sindaco Carlo Capacci, tanto per far vedere che c’è “il nuovo che avanza”.
Peccato che subito dietro ci fossero Fulvio Vassallo e Giovanni Barbagallo, che tanto nuovi non sono.
In un primo momento si pensava che la regia di questa strana alleanza fosse di Baban, ma è proprio Barbagallo (che è assessore regionale anche grazie al sottoscritto) a spiegarla sulla sua pagina di Facebook.
Se ci avesse messo due faccine e qualche cuoricino mi avrebbe convinto, ma mi tornano in mente le parole di Fossati scritte lo scorso mercoledì: “Alleanza fondata, con tutta evidenza, solo sulla spartizione delle poltrone, che mischia chi doveva essere gettato a mare e chi voleva gettarlo a mare dopo un processo sulla pubblica piazza (anzi banchina)” e quindi non mi convince per niente.

E’ ora di finirla con i giochetti e i bei tempi stanno finendo veramente. Le frittate e i minestroni non piacciono più a nessuno, il politichese neppure.
Fino a pochi mesi fa, cari amici politici, con i vostri giri di parole, alla fine riuscivate a convincere più o meno tutti. Eravate convinti di avere “un pacchetto di voti”, ma un amico assai più intelligente di me, mi ha spiegato bene come funziona. Devo dire che è geniale e se pagate bene ve lo svelo.
Siamo in trepida attesa dei famigerati “programmi” quando sappiamo benissimo che si differenzieranno l’uno dall’altro solo per il formato di stampa e qualche foto in più o in meno: il fatto è che vogliamo vedervi all’opera. Non riscaldate più la minestra delle frazioni da rivalutare, del decoro della città ecc. ecc. Fate qualcosa a ’sto giro, perché vi giocate il prossimo. E se vi rimane il tempo provate a inventarvi qualcosa per chi è senza lavoro e a chi, presto diplomato, non lo troverà.

Lettera chiusa a Carlo Capacci

Sto per andare a vivere nella casa nuova. Mi manca la linea telefonica e l’Adsl. Parliamone.

Scritto da Angelo Amoretti

31 marzo, 2013 alle 19:25

Tra il sondaggio e le primarie

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Possibile candidatura di Zagarella a Sindaco di Imperia: il PD “Stiamo ancora lavorando e nessuna ufficializzazione per il candidato”

E’ il titolo del pezzo apparso sabato alle 10.21 su Sanremonews, ma sembrerebbe [il condizionale è d'obbligo] che qualche suo compagno di partito di peso, pur di non farlo eleggere sindaco, preferisca come primo cittadino Giuseppe Fossati [FLI, ex AN, ex PDL].
Scajola fa le cene al Calvario e si fa tranquillamente beccare, loro quando fanno questi exploit sono instanabili“, mi ha detto un amico mentre ne parlavamo.
E questa sui giornali non c’è.

Scritto da Angelo Amoretti

8 ottobre, 2012 alle 8:45

I Quattro dell’Ave Maria [e un Pater Noster]

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Da sinistra a destra [nel vero senso della parola]: Giovanni Barbagallo, Sergio Barbagallo, Antonio De Bonis e Giuseppe Zagarella, i quattro “papabili” candidati sindaco del PD alle prossime elezioni comunali, come riportato da Puntoimperia.it.
P.S. Il Pater Noster non è rimasto, nella foto.

Scritto da Angelo Amoretti

24 settembre, 2012 alle 12:49

Giuseppe Zagarella [PD] Vs Giuseppe Fossati [FLI]

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Ricevo e pubblico:

Ero da tempo convinto che Fossati avesse alcuni sosia.
Ieri ne ho avuto la conferma, ma confesso che scoprirne un altro mi ha un pochino inquietato.
Deve essere infatti particolarmente pesante guardarsi costantemente da tutti i numerosi personaggi che gli rubano volto e nome e che ogni tredici secondi commentano, tra l’altro inspiegabilmente con il medesimo stile, ogni più svariato evento della vita sociale.
Cioè, siamo sinceri, averne molti può essere indubbiamente un aiuto a presenziare e presidiare costantemente siti e carta stampata senza tralasciare neppure per un istante social network e blog, ma il rischio di incorrere in avvitamenti logici, contraddizioni e posizioni discordanti è ovviamente più alto ad ogni sosia che si aggiunge.
In un quadro confuso come quello attuale il povero Fossati dovrebbe avere quattro occhi. Roba da passare le sue giornate a far querele e diffide per poter tutelare la sua immagine.
Oppure potrebbe fare una cosa più semplice….metta insieme, in una riunine conviviale e se li conosce tutti, il Fossati capogruppo AN, con quello capogruppo PDL, con quello assessore della Giunta Sappa, quello di provata fede scajoliana e convinto assertore della grande fortuna di essere stati presi sotto l’ala protettrice del mecenate Caltagirone, quello stresciniano e quello antistresciniano, quello politico (e segretario provinciale di partito) ma senza dimenticarsi di invitare quello antipolitico.
Potrebbe con l’occasione fare moderare l”incontro al Fossati principe del foro, o allo stratega di cavouriana memoria, ma un incontro del genere gli consentirebbe di organizzare una linea comune e meglio concordata.
Quando poi volesse conoscere le vere motivazioni che han portato il nostro partito ad assumere posizioni diverse dalla sua, quando lui votò convintamente tutte le pratiche portuali, o quando segnalammo per sette anni le gravi difformità che si stavano realizzando sul porto, o quando segnalammo alla Corte dei Conti che (anche col suo voto) si stava forse rischiando di creare un grave danno alla collettività, mentre lui (pardon, il suo sosia caltagironiano) derideva i nostri scrupoli e le nostre preoccupazioni, lo pregherei di presentarci il sosia riflessivo, o quello prudente.
Idem quando vorrà sapere per quale motivo abbiamo tentato di portare l’ennesimo contributo alla tutela dell’interesse pubblico con la “richiesta” di costituzione di parte civile.
Ma ci risparmi, sono certo che può farcela, il sosia demagogo.

Beppe Zagarella

Scritto da Angelo Amoretti

1 giugno, 2012 alle 9:02

Off the Report – Porto Franco

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Ieri sera è andata in onda la puntata di Off the Report che comprendeva anche un servizio di circa mezz’ora sulle vicende del Porto turistico della nostra città, dal titolo “Porto Franco” e sebbene qualche consigliere pidiellino nostrano abbia già scritto che è stata una schifezza fatta da una rete comunista, mi ha fatto molto piacere guardarla e di seguito riporto le mie riflessioni su alcuni passaggi.

Off the Report

Carlo Conti: mi pare di capire che non prendesse in minima considerazione che la Porto di Imperia SpA fosse una società partecipata, essendo il Comune di Imperia proprietario del 33% del capitale.
Non c’è da stupirsi, e lo dice lui stesso quando candidamente parla di “sistema”: arrivato a Imperia da Sanremo, dove, a suo dire, negli anni novanta “c’era la caccia ai socialisti”, pensava che la caccia fosse chiusa e tutto fosse permesso, tant’è vero che non si aspettava di essere arrestato. Fa parte di quella categoria di persone che hanno perso di vista il confine tra legalità e illegalità. E la sua teoria sull’arrestare una persona è quanto meno bizzarra: prima bisogna fargli il processo, poi, se ha delle colpe, metterlo in galera e buttare le chiavi. Quindi, se questa teoria fosse logica, se c’è qualcuno che commette un reato, le forze dell’ordine non devono arrestarlo, ma aspettare che dopo qualche anno gli si faccia il processo. Poi si vedrà.

Fabrizio Centofanti (Acqua Pia Antica Marcia SpA): quando non si sa più quale linea di difesa esibire, si tira fuori dal cilindro quella dell’altruismo strappalacrime: “Noi abbiamo duemila dipendenti a cui dobbiamo pensare”. E’ una subdola forma di ricatto come per dire (e nel caso del Porto è stata già usata svariate volte) che se la magistratura fa il suo corso, mette in crisi duemila dipendenti. A questi signori delle scatole vuote non passa neppure per l’anticamera del cervello di dire che se le cose fossero state fatte legalmente, la magistratura penserebbe ad altro e i dipendenti vivrebbero felici e contenti.

La posa della prima pietra: che tenerezza rivedere quelle immagini, con la “presentatrice” di turno eccitata che chiede un “bell’applauso” e che forse già all’epoca era giornalista, ma si occupava d’altro.

Claudio Scajola: dice che fin da ragazzo portava avanti il sogno del porto più bello del mediterraneo e mette subito le mani avanti, avvertendo il giovane giornalista a non dire che fu lui a portare Caltagirone a Imperia: “State attenti a quello che dite sennò vi denuncio“. Secondo l’ex ministro, infatti, fu Beatrice Cozzi Parodi la “mediatrice” tra il Comune di Imperia e Caltagirone, dal momento che i due erano fidanzati e stavano costruendo il porto di San Lorenzo al Mare.
Solo che su la Repubblica del 20 ottobre 2011, leggo che Gianpiero Fiorani, durante un altro processo, ha dichiarato: “Fu l’allora ministro Scajola a contattarmi e farmi incontrare, con il volo in elicottero, con il costruttore Caltagirone Bellavista. Voleva chiedere alla nostra banca di finanziare l’ operazione del nuovo porto di Imperia” e non so se l’ex Ministro abbia o no denunciato il furbetto del quartierino e comunque: “Io vi diffido a dire che ho portato Caltagirone“. E alla fine ammette che forse sarebbe stato meglio “non fare un cazzo” per la città perché ha messo insieme gli imprenditori locali, ha scelto una progettazione di alto livello, dopodiché “che cazzo è successo non lo so“.

Luigi Sappa: il Presidente della Provincia non ne è uscito tanto bene: un commercialista che non capisce che se in una società ci sono tre soci al 33% e quindi non ce n’è uno di maggioranza, o è ancora confuso, o deve ripassare la ragioneria. Ma forse è un modo di vedere le cose “alla Conti”: il Comune c’era, ma contava poco.
Sintomatica, poi, la sua reazione alla domanda del giornalista: “Chi ringrazia per la nomina all’Isvap?”. Sembra quasi chiedersi che razza di domanda gli pone, visto che non è abituato a sentirsi chiedere certe cose dai giornalisti nostrani e quindi è fuori allenamento.

Paolo Stescino: è davvero così sicuro di avere tutto il consenso di cui si vanta, anche tra gli elettori di centrosinistra?
Quando Scajola dice che nel 2009 anche Paperino/a sarebbero stati eletti, dice la sacrosanta verità, tant’è vero che all’epoca dissi che anche una giara avrebbe vinto le elezioni.
Ma adesso le cose sono cambiate, il PDL si sta frantumando e forse la giara prenderebbe il 30%.

Giuseppe Zagarella: dice che il Comune avrebbe potuto battersi affinché ci fosse una gara per l’affidamento della costruzione del porto. Ci aggiungo che forse una mobilitazione popolare per spingere il comune a battersi non ci sarebbe stata male. Solo che lì per lì si preferiva discutere nelle sedi dei partiti forse perché a qualcuno faceva comodo che non ci fosse troppo rumore.

Ringrazio il giornalista Antonino Monteleone, classe 1985, zaino in spalla e schiena dritta: ne basterebbero due o tre come lui, dalle nostre parti, e i cittadini capirebbero meglio come funzionano le cose. Perché un giornalista scrive i fatti, un giornalista d’inchiesta fa le inchieste: non può certo cambiare lo stato delle cose, ma essere d’aiuto a capire, sì.

Scritto da Angelo Amoretti

28 maggio, 2012 alle 17:21

L’intervista di Repubblica a Giuseppe Zagarella [PD]

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Riporto, a beneficio di chi se la fosse persa, l’intervista che Giuseppe Zagarella, l’ex consigliere comunale del PD, ha rilasciato a Marco Preve e pubblicata su la Repubblica di ieri.
Qui riporto solo un commento che avevo lasciato sul mio diario di Facebook:
Sei fortunato, Beppe, se quella lì è stata una delle cose meno piacevoli della tua vita.

«Non mi chieda chi sarà il sindaco perché ancora non lo so. So soltanto, anzi ne sono sicuro, che Imperia non sarà più né la città né il Comune di Claudio Scajola. Capitolo chiuso».

Giuseppe Zagarella, ingegnere, fino all’altro ieri era il capogruppo del Pd in consiglio comunale a Imperia. E’ stato uno dei firmatari delle dimissioni di massa che hanno portato allo scioglimento dell’amministrazione di Paolo Strescino, il sindaco che, da acceso sostenitore del progetto, una volta scoppiata l’inchiesta giudiziaria e lette intercettazioni ed atti, si è sganciato dal gruppo di potere scajoliano, ammettendo i propri errori di valutazione e proponendosi come traghettatore con una giunta tecnica.
Niente da fare. Pd, Pdl, Rifondazione, Udc, Lega Nord, Fli, Sinistra, venerdì si sono dimessi e ora si attende il commissario incaricato dalla prefettura.

Certo che mettersi in coda con gli scajoliani per firmare le dimissioni….

«E’ stata una delle cose meno piacevoli della mia vita, ma non c’erano altre possibilità. Per due motivi. Strescino da accanito sostenitore dell’operazione porto si era reso conto che noi avevamo ragione e lo ha pubblicamente riconosciuto. Ma questo non fa di lui il miglior interprete dell’antisistema imperiese. Anche se alla fine ha aperto gli occhi, è stato una pedina fondamentale del potere scajoliano».

Secondo motivo?

«E’ quello più importante. Con Strescino non veniva più garantito il funzionamento della macchina comunale. C’era un problema di affidabilità su temi importanti, assenza di programmazione, commissioni consiliari ferme».

Ora il commissario. E poi finalmente un sindaco Pd?

«Abbiamo donne e uomini in grado di poter svolgere questo compito ma la strada non è questa. Non vogliamo imporre un nostro candidato ad una città in ginocchio sulle macerie lasciate dai sindaci Sappa e Strescino. Daremo vita ad un tavolo di “salute pubblica” dove con altre forze politiche sceglieremo programmi e uomini».

E’ una città ancora fortemente legata a Scajola.

«La città è talmente a terra che ormai ha capito che è finito il tempo di favori e clientele. Domani Imperia sarà senza gli Scajola ma anche senza i Minasso (Eugenio, deputato Pdl ex An, vicino a Strescino e oggi in conflitto con Scajola, ndr). Non c’è più spazio per loro e per certe logiche di fronte a un tasso di disoccupazione giovanile pauroso, a indici ambientali terribili a servizi educativi alla frutta».

Zagarella e l’ex consigliere Paolo Verda sono stati i primi critici dell’operazione porto e i primi a denunciare pubblicamente le irregolarità con esposti alla magistratura.

Zagarella, qualcuno la vorrebbe candidato sindaco?

«Sindaco andrebbe bene, è la fase della candidatura che è faticosa. Scherzi a parte, ho trascorso otto anni della mia vita a combattere questo sistema che ora è crollato, faccio parte di un partito e le decisioni saranno prese tutti insieme».

Scritto da Angelo Amoretti

14 maggio, 2012 alle 12:16

Giuseppe Zagarella [PD] replica a Fossati [FLI] sul caso Seris

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Ricevo e pubblico la replica di Giuseppe Zagarella, capogruppo del PD in consiglio comunale, a Giuseppe Fossati di FLI che aveva rilasciato questo comunicato:

E’ ormai prassi quotidiana, per me, lo confesso, scegliere di non leggere, per evitare di perdere tempo prezioso, i “bollettini orari” del collega Fossati, ma a quello di ieri sull’incontro avvenuto con i sindacati sulla questione SERIS intendo replicare avendolo purtroppo letto.
Capisco che Fossati ha l’esigenza di tentare disperatamente di dimostrare anche l’indimostrabile, e di smarcarsi il più possibile, in zona Cesarini, dalla scelleratissima esperienza politico amministrativa delle destre imperiesi di cui è stato sostenitore, autore, attore e regista in questi lunghi anni.
Buon per lui, può farsi forte della nota presenza in Provincia del terribile e virulentissimo virus della inconsapevolezza, motivo per cui il pasticcio portuale, come quello SERIS…, sono notoriamente avvenuti a sua insaputa, essendo stato lui in prima persona di volta in volta solo consigliere, capogruppo, assessore.
Per sua informazione, però, noi siamo ancora pienamente nelle nostre facoltà, e lungi dall’essere inconsapevoli, non lo abbiamo invitato alla riunione con i sindacati per la questione SERIS per una semplice quanto ovvia e banalissima considerazione: non ci risulta, come non risulta ai nostri colleghi, che lui sia in minoranza, e tanto meno ci risulta che condivida il percorso chiaramente sostenuto da PD, SEL, RC, Lista Civica ed UDC per interrompere l’imbarazzante sceneggiatura messa in atto ogni giorno di più dalla “nuova era Strescino”.
Era in cui la città vede una pseudo maggioranza/minoranza composta da sei/otto consiglieri su quaranta che ritiene di poter, in barba a qualunque principio di democrazia, amministrare, nominare le partecipate, governare una città, senza però proporre alcunché di concreto in tal senso.
Il nostro contributo per tentare di porre un argine agli errori madornali di prospettiva compiuti dal “Fossati prima edizione” con la SERIS lo abbiamo potuto portare, negli ultimi tempi, solo quando ci è stato fatto l’onore di conoscere, dopo tanto fumo mediatico messo in campo da lui e dal Sindaco, il contenuto della delibera di oggi. Ovvero solo ieri.
E’ stato a quel punto che una normale riunione di confronto, da noi pubblicamente richiesta, è diventata, correttamente e per il bene della SERIS e dei suoi lavoratori, una riunione operativa e propositiva, come doveroso, visto che, ahimé, la delibera gentilmente anticipataci dall’assessore (da lui indicato al Sindaco per la nomina) era talmente insufficiente da evidenziare da un lato l’incapacità della Giunta di fornire un utile indirizzo perché troppo debole nella legittimazione politica e dall’altro la necessità di un intervento urgente da parte di tutti, visto che in questo ultimo mese lui era probabilmente più impegnato a proclamare che a contribuire a risolvere.
Pur consci del fatto che si parla di uno dei più illuminati strateghi cittadini, e che lui probabilmente condivide l’opinione dei suoi storici compagni di avventura che ci ritengono dei “baluba” si metta l’anima in pace; il pasticcio SERIS lo ha combinato lui. Quello del Porto, lui insieme ai suoi colleghi. Lo “Strescino bis” pure.
Ci dica Fossati, però, dall’alto della sua posizione illuminata, se si riconosce anche nell’enorme novità apportata oggi dall’amministrazione, che a noi sembrerebbe tanto avere il sapore della politica scilipotiana, con le recenti nomine ad AST e Imperia Yacht.
E ci dica in cosa si distingue questo modo di far politica da quello giustamente esecrato da chi oggi della peggiore politica ha le scatole piene.
Sono assolutamente certo del fatto che ci convincerà con elevatissime argomentazioni, e si dimostrerà vero interprete della presente fase politico amministrativa.

Imperia, 10 maggio 2012
Il capogruppo PD in Consiglio Comunale a Imperia – Giuseppe Zagarella

Scritto da Angelo Amoretti

10 maggio, 2012 alle 15:25

Intervento di Zagarella sulla crisi in Comune

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Giuseppe Zagarella, capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale, chiarisce la posizione del suo partito riguardo la crisi dell’amministrazione comunale:

Leggo con grande stupore ed interesse l’articolo quotidiano dell’amico Piccardo su Sanremonews e ne deduco immediatamente una cosa sola: sono un “male informato”.
In quanto tale, però, fino a che non verrò smentito da qualcuno dei “meglio informati di me”, essendo in prima persona, col mio gruppo, colui che porta avanti in Consiglio Comunale la linea del Partito Democratico, rompo il silenzio che mi ero imposto in settimana Santa e tento di chiarire una volta per tutte alcuni aspetti.
Il PD non ha mai avuto alcun tipo di divergenza interna sul giudizio politico da dare a questa amministrazione come alle precedenti.
Il Sindaco Strescino è oggettivamente nient’altro che la rappresentazione di un sistema di potere in città ed in Provincia che ha portato la nostra comunità ad una situazione di grande crisi sociale, occupazionale, economica, e questo innanzitutto a causa della cecità, dell’arroganza e della incapacità della sua classe dirigente.
Il Sindaco Strescino deve lasciare, con correttezza istituzionale e rispetto per la volontà popolare, la parola agli elettori, come dovrebbe fare anche il Presidente Sappa, visto che entrambi sono in prima persona responsabili della gravissima situazione portuale e che per tredici lunghissimi anni sono stati completamente sordi alle segnalazioni da noi e da tutte le minoranze mosse, e dovrebbero farlo subito, lasciando al commissariamento la gestione dei loro Enti.
Come PD, però, non ci siamo accontentati di chiedere dimissioni immediate, ma abbiamo insistito affinché il Sindaco, se aveva un minimo di amor proprio, compisse alcuni atti che dovevano rappresentare da un lato la tutela minima della città e dall’altro una vera e propria cesura autocritica nei confronti della politica scellerata portata avanti in questi anni.
Se Strescino, come parrebbe, intendesse proporsi come salvatore di Imperia portando avanti la linea opposta a quella da lui stesso proposta, sappia che non troverà nel PD un interlocutore, come non ha trovato alcuna sponda in noi per fantasiose manovre di palazzo volte a modificare gli assetti di Giunta, sia in senso tecnico che politico.
E non ci venga a dire, se non vuole offenderci ed offendere la nostra intelligenza, che vi sono cose importanti ed urgenti da fare per il bene pubblico e collettivo, visto che per la stesura di un nuovo PUD ci siamo battuti otto anni, per la refezione scolastica pubblica ci siamo spesi dal primo giorno, sempre e coerentemente, per la determinazione di una corretta politica delle imposte abbiamo sempre avuto una chiara posizione di tutela e aiuto nei confronti delle famiglie e dei lavoratori a differenza della sua parte che si è fatta storicamente portatrice degli interessi delle categorie sociali più solide e meno vulnerabili.
Il PD, ed il suo gruppo, stanno lavorando con gli altri partiti di minoranza alla stesura di una mozione di sfiducia da discutere nel merito e sulla quale esprimersi in Consiglio Comunale, e questo perché preferiamo da sempre la linea della trasparenza e della correttezza istituzionale.
Ciò non toglie che questo non è l’unico modo per arrivare a restituire rapidamente al ruolo di normale cittadino il Sindaco e in tale senso nessuna strada viene al momento da noi esclusa.
Passata la delibera del 12 Strescino vada a casa, o con proprie dimissioni, o attraverso la mozione di sfiducia delle minoranze, o con la raccolta delle firme.
Ma deve andare a casa.
Con buona pace dei “bene informati”.

Imperia, 10.04.2012

Giuseppe Zagarella – Capogruppo PD in Consiglio Comunale Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

10 aprile, 2012 alle 16:54

Pubblicato in Politica

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Vicenda porto di Imperia: il PD rompe il silenzio

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Duro intervento di Giuseppe Zagarella, capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale, a seguito delle ultime vicende sul porto turistico di Imperia e della pubblicazione di alcuni stralci dell’ordinanza del Gip Colamartino:

La lettura degli stralci di intercettazione pubblicate dai giornali mostra, ahimé, in tutta la sua cruda, brutale e volgare realtà quello che temevamo da tempo.
La politica, intesa come dedizione e servizio alla comunità, a quanto pare era da un lato pressata ed etero diretta da interessi ben lontani da quelli collettivi, e dall’altro direttamente amministrata da una classe dirigente che prendeva altrove le sue decisioni, che riteneva di non dover rispondere all’assemblea del Consiglio Comunale, che guardava al ruolo pubblico di controllo come ad una inutile e disturbante interferenza.
Il quadro che da queste svilenti comunicazioni sembra svilupparsi è doloroso e mortificante, e restituisce l’immagine di un Primo Cittadino al quale viene dettata la “linea politica difensiva” da tenere proprio da coloro che secondo le accuse della magistratura stavano truffando la città.
Sembrerebbero esservi amministratori di primissimo piano intenti a occultare le informazioni a chi doveva assumere le scelte con votazioni, amministratori incapaci di comprendere e amministratori infedeli, dirigenti compiacenti, imprenditori che nulla avrebbero a che spartire con la logica del mercato e della concorrenza ma conterebbero sulla filiera di “amicizie” per operare indisturbati.
Ci vorrà sicuramente ancora tempo affinché la magistratura possa ultimare tutti gli accertamenti necessari a delineare con completezza il quadro delle eventuali responsabilità penali e giudiziarie, ma il disgusto è stato inevitabile e immediato.
A poco serve dire che abbiamo provato a lanciare l’allarme alla città, magra soddisfazione oggi se non quella in coscienza di aver tentato di fare il nostro dovere, anche a costo di passare per “baluba” o “rompic….” o “nemici della città” o che so io.
Quel senso di malessere e di amarezza profonda ti resta dentro. Leggere che coloro che cercavi di convincere con le argomentazioni più dettagliate possibile, con ragionamenti tecnici, in ogni sede, erano, a quanto pare, le stesse persone che si dedicavano incessantemente a sviare l’attenzione, mistificare la realtà, lanciare spot e messaggi mediatici volti solo ed esclusivamente a minare la credibilità nostra e di chi osava dissentire, utilizzando allo scopo tutta la “potenza di fuoco” dei ruoli loro proprio attribuiti da quel “pubblico” così profondamente offeso, è cosa che non lascia indifferenti.
E chi da questa storia esce davvero con le ossa rotte è Imperia che nel frattempo è male amministrata e con parametri economico sociali da allarme rosso.
Il Primo Cittadino chieda scusa a Imperia, chiarisca se ha davvero ancora un residuo di quell’autonomia necessaria a fare lo stretto indispensabile per evitare il tracollo finanziario della città, e se ne vada.
Altrimenti consegni il tutto ad un commissario da subito.
Senza se e senza ma.
Lo deve alla città, a se stesso, a tutti noi.

Giuseppe Zagarella – Capogruppo gruppo PD – Consiglio Comunale Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

17 marzo, 2012 alle 20:39

Lettera del Sindaco: le dichiarazioni dei consiglieri

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Riporto le dichiarazioni dei consiglieri comunali Pasquale Indulgenza (Rifondazione Comunista), Carla Nattero (Sinistra per Imperia) e Giuseppe Zagarella (Partito Democratico) in merito alla lettera del Sindaco pubblicata sabato scorso:

P. INDULGENZA - RIFONDAZIONE COM.

Dopo aver letto la sua lettera aperta, di tono e contenuti molto diversi dai precedenti interventi, penso di comprendere che il Primo Cittadino si trovi personalmente in una eccezionale difficoltà, persino al di là di quanto abbia mai immaginato potersi determinare, e che queste sue ultime, dolenti parole rispecchino la condizione drammatica in cui viene oggi a trovarsi l’Amministrazione Comunale.
Mi auguro anche che il suo amor proprio, oltre che il ruolo che ha ricevuto per mandato, gli suggerisca di tornare su di esse e tenere una riflessione più profonda su come il suo impegno pubblico e istituzionale sia stato oggettivamente parte della stessa logica da cui ora sembra voler prendere le distanze, traendone le conseguenze che riterrà liberamente.
Ciò che invece in queste ore pesantissime mi preme prioritariamente, in qualità di esponente eletto di una forza di Opposizione, è capire che cosa intendono fare le altre rappresentanze di Minoranza. Chiedo perciò in primo luogo al PD, con cui fino ad oggi abbiamo condiviso una responsabilità comune nell’Assemblea cittadina, come intende muoversi. Specifico, perché non si possa equivocare: non in vista di intese di interesse unicamente elettorale, ma per capire quale sia, precisamente, la prospettiva per la quale si intende lavorare.
Noi comunisti imperiesi pensiamo, non da oggi, che la vicenda del porto turistico sia centrale, tanto è vero che sin dal 2002 (cioè, addirittura dall’approvazione del progetto preliminare che beneficiò di consensi pressoché unanimi) ci battiamo apertamente contro quello che abbiamo sempre giudicato un disegno sbagliato e foriero di esiti pesantissimi per la città in termini di impatto ambientale e sociale, ma essa – bisogna aver chiaro – non è la sola a meritare questa centralità, per gli Imperiesi.
In discussione c’è tutta la gestione del territorio, un preciso modello di sviluppo dello stesso, l’intera politica di governo locale tenuta dalle Destre in questi dodici anni: nelle scelte urbanistiche, nei servizi e in particolare in quelli sociali, in campo ambientale, sul piano economico e produttivo.
Imperia è stata maledettamente condizionata dal “più grande porto del mediterraneo”, ma Imperia non è solo questo: rimane da discutere, all’interno della nostra comunità. come possiamo ancora salvare paesaggio e beni comuni, quale pianificazione urbanistica decidiamo per contrastare efficacemente cementificazione e consumo di suolo, come rimettiamo in pista un vero sviluppo dell’agro-alimentare che realizzi opportunità occupazionali, come avviamo un turismo eco-sostenibile e intelligente, che cosa facciamo per la portualità commerciale e peschereccia, come tuteliamo il nostro bellissimo mare e gli arenili, quale politica culturale scegliamo di intraprendere per una valorizzazione non speculativa delle nostre straordinarie risorse e per dare un chance di futuro che non sia precarietà o peggio alla nostra gioventù.
E, insieme con tutto questo, come fronteggiamo l’attacco sempre più chiaro e intenso portato dai poteri criminali di stampo mafioso al nostro territorio e alla nostra convivenza. Un attacco capace di avvelenare in profondità il tessuto socio/economico e di minare irreparabilmente la tenuta democratica e civile, affermando le proprie logiche, grazie ad una grande capacità mimetica, sia in settori strategici dove avanza la trasformazione in senso privatistico che si sta imponendo che nelle ferite prodotte dalla precarizzazione del lavoro che monta per effetto del ‘combinato disposto’ di queste misure e della crisi.
Gli ultimi episodi riferibili a questa emergenza (l’incendio chiaramente doloso di Arma) e le parole con le quali il procuratore di Sanremo Cavallone annuncia il suo congedo, che mettono strettamente in relazione il contrasto alle pratiche criminali con la necessità di far emergere la corruzione pubblica, indicano quale sia il rischio gravissimo che stiamo correndo.
Il problema che dobbiamo porci – dico agli esponenti del PD – non è solamente locale, ma è una situazione complessiva della provincia di Imperia, che va inquadrata, prima che sia troppo tardi, in un’ottica di rigenerazione radicale, che non si fermi solamente ad un impegno di ordine morale o legalitario, o ad infittire il sistema dei controlli, (condizioni di certo necessarie), ma faccia finalmente i conti con il modello di sviluppo perseguito allegramente e cinicamente fino ad oggi, oggettivamente favorevole a speculazioni, illeciti profitti e iniziative di malaffare, e realizzi cambiamenti strutturali della gestione del territorio, ripristinando un esigibile primato del pubblico e del bene comune.
Dopo la mia sorpresa reazione alla notizia della visita nel carcere dove era stato da poche ore ospitato il Sig. Caltagirone di un illustre deputato del FLI, il collega Fossati ha avuto l’accortezzza di precisare subito di non aver condiviso quella iniziativa, criticandone, con riconoscibile accento liberale, le caratteristiche.
Penso che, a fronte del moltiplicarsi di simili fatti, tra cui, a quanto risulta, anche la venuta di un parlamentare del PD, sarebbe di grande utilità per i cittadini imperiesi ed il confronto democratico conoscere l’avviso in merito della dirigenza locale dello stesso Partito, unitamente ad un chiarimento tempestivo, non diplomatico o politicista, sulle scelte fondamentali da fare in città, dato che apparteniamo tutti ad una storia che non inizia certo qualche giorno fa con la notizia, pur clamorosa, di alcune misure cautelari a carico di persone inquisite da tempo.

Pasquale Indulgenza – capo gruppo P.R.C. al Comune di Imperia

G. ZAGARELLA - PD

La lettera del Sindaco dopo il terremoto del Porto di Imperia contiene due elementi di palese novità che non devono essere trascurati.
Le due grandi novità sono, a mio avviso, innanzitutto un vero e proprio “mea culpa”, molto simile ad uno “scusate, non avevo capito nulla e mi sono risvegliato in un incubo”.
La seconda è un SOS lanciato all’intero Consiglio Comunale per uscire dalle secche di una situazione di difficilissima gestione.
Quale risposta dovremmo dare a questa lettera?
Non dimentico, certo, che le parole di oggi escono dalla bocca di quello stesso Sindaco che a ottobre 2010, dimentico del suo ruolo di primo cittadino, leggeva le sue “liste di proscrizione” dal palchetto di una manifestazione in Calata Anselmi e ci additava come nemici della città da “buttare a mare”. Chissà, forse oggi, col senno di poi, probabilmente preferirebbe non aver proprio partecipato a quella improvvida quanto insulsa manifestazione.
Ma non posso non tener conto di un fatto, ovvero che proprio l’apparente desiderio di fare il Sindaco e di smetterla di far il “soldatino fedele” fa di quella lettera una vera bomba ad orologeria e risulta totalmente indigesta a un PDL che si è dimostrato in questi lunghi anni totalmente sordo al grido di allarme lanciato dalle opposizioni e profondamente ottuso ed inadeguato al grave compito di governare nell’interesse cittadino.
Una lettera di quel tenore, a due giorni dalla conferenza stampa col PDL che dichiarava la raggiunta ricompattazione delle forze di maggioranza, scritta in palese autonomia e all’insaputa del PDL, che come noi ha appreso dai giornali e che molto poco ne ha apprezzato i contenuti, presumibilmente nasce dal fatto che il Sindaco sa che i passi che dovrà fare sulla pesante partita portuale vedranno spaccata la sua maggioranza. La lettera del Sindaco è la confessione del fallimento di una intera linea politica che ha guidato la città negli ultimi 12 anni.
Il Sindaco sa che una parte del PDL, probabilmente quella che ha le maggiori responsabilità politiche delle scellerate scelte che han messo Caltagirone nelle condizioni di fare ciò che oggi gli viene contestato dalla Procura e dal GIP, quella che ancora oggi nelle trasmissioni televisive tenta di difendere l’indifendibile, non riuscirà mai a fare autocritica e smentire la linea portata avanti per anni dai vari Claudio Scajola o Luigi Sappa o Rodolfo Leone o Luca Lanteri, tutti ormai lontani dalla responsabilità di gestire il disastro da loro e dalle loro scelte acritiche provocato, e presumibilmente lui quella linea non vuole o non può più portare avanti.
Sa che quando si affronta un’avventura difficile occorre conoscere chi sono i compagni di viaggio e probabilmente sa che i suoi storici compagni di viaggio non sono o non saranno disposti a seguirlo, e sa anche che la partita portuale, tra le tante partite ahimé aperte in città e che vedono gli imperiesi tutti in enorme difficoltà è in assoluto la prioritaria, perché rischia di portare la città intera alla situazione di definitivo tracollo. Come sa che un commissario difficilmente avrà i poteri per traghettare la città fuori dalle secche.
Il gruppo PD in Consiglio Comunale ha dedicato anni di battaglie affinché l’interesse pubblico fosse il primo ed unico interesse da perseguire, lo ha fatto anche quando dire dei no significava essere additati dalla attuale e passata maggioranza come “contrari allo sviluppo ed al futuro”, lo ha fatto anche quando sapeva che certi temi di difficile comprensione per la loro complessità lo avrebbero penalizzato in campagna elettorale, lo ha fatto insieme a tutte le forze politiche cittadine di opposizione in maniera unitaria e convinta, e lo ha fatto perché leggendo le poche carte che gli veniva consentito di leggere aveva capito che rischiava di preannunciarsi una crisi economico sociale, con l’operazione porto, senza precedenti e di difficile sopportazione per una città che grazie ad una politica storicamente miope oggi è letteralmente in ginocchio.
Oggi il Sindaco si è risvegliato in un incubo e io non provo piacere, ma solo una grande amarezza per non essere stato minimamente ascoltato, ma il nostro primo ed unico obiettivo deve essere e per ciò che mi riguarda sarà sempre il bene della nostra città, a prescindere da casacche o colori politici.
In questo quadro ritengo che la cosa più giusta da fare sia ascoltarlo. Cercare di capire cosa ha i testa. Cercare di comprendere se la sua presa di posizione sia autentica e se vi siano, vedendo gli atti e leggendo le carte a cui non abbiamo ancora avuto accesso, possibili soluzioni da percorrere nell’esclusivo interesse cittadino.
Si scordi il Sindaco da parte mia o nostra appoggi “incondizionati” o acritici, sa bene che non ci appartiene quel metodo di lavoro.
Ma non sarò certo il PD a fare quello che Forza Italia ed il PDL han sempre fatto, ovvero portare avanti acriticamente e scioccamente posizioni finalizzate al puro interesse elettorale.
Faccia le sue proposte, pubblicamente, in Consiglio Comunale, e le valuteremo con grande attenzione.
Se proposte serie, percorribili, accoglibili, non ne ha, prenda atto della situazione e vada a dimissioni con geande onestà intellettuale.
Ma sappia che per ciò che mi riguarda tengo sempre a mente, indegnamente e nella piccola scala cittadina, il grande insegnamento di De Gasperi, che diceva “il politico guarda alle prossime elezioni. lo statista alle prossime generazioni.”

Giuseppe Zagarella – Capogruppo PD in Consiglio Comunale a Imperia

C. NATTERO - SINISTRA PER IMPERIA

E’ chiaro che Strescino si prepara a prendere decisioni pesanti e che, nonostante le dichiarazioni di facciata, pensa di non avere il completo appoggio della sua maggioranza.
Nasce da qui, cioè dalla gravità assoluta della situazione, sia per quello che sta emergendo dalle indagini della magistratura sia per lo stato più che preoccupante dei lavori del porto, il suo appello a tutto il Consiglio.
La prima cosa da rispondere è: convochi al più presto il Consiglio e il confronto tra le forze politiche avvenga alla luce del sole.
Alcune riflessioni immediate vorrei però anticiparle al Sindaco, all’attuale maggioranza e anche alle diverse forze che compongono la minoranza .
Non credo che la proposta di un “governissimo”, evocata dal sindaco tra le righe, possa rispondere ai problemi della città. Rendersi conto solo ora – come scrive il sindaco- della drammaticità della situazione, dopo sette anni di denunce dell’opposizione e dopo due anni dall’avvio della prima indagine sul porto, è il segno di una chiusura non solo sua personale ma del complesso della struttura comunale. Troppe diffuse sono state in questa vicenda le responsabilità e i silenzi, anche in tempi recenti. Serve davvero voltare pagina, serve una rottura di continuità. Perciò ritengo che la strada maestra per il sindaco sia quella delle dimissioni. Certo sarebbe una “crisi politica senza alternativa” in quanto porterebbe allo scioglimento del Consiglio. Ma vorrei osservare francamente che in una situazione gravissima come quella di Imperia il governo per un anno del commissario prefettizio, fino alle elezioni anticipate del 2013, non lo riterrei una sciagura ma un passaggio potenzialmente fecondo per riavviare su nuove basi l’attività amministrativa.
Capisco che il sindaco senta forte la sua responsabilità e non voglia che le sue dimissioni possano essere lette come una fuga. Penso allora, nel caso da noi auspicato che si arrivi al diniego della proroga, che ci possano essere le condizioni per discutere con un confronto chiaro e propositivo in Consiglio sulle scelte da fare sul futuro del porto turistico. Anche se non è detto che le ricette siano tutte uguali, perché noi in questi anni non abbiamo fatto soltanto una battaglia di legalità ma anche di merito: ne abbiamo sempre criticato il gigantismo, la residenzialità e abbiamo ricercato una maggiore differenziazione di funzioni all’interno del porto stesso. Dopo aver fatto rapidamente le scelte politiche e amministrative necessarie per il porto, messo un punto alla vicenda, il sindaco però deve dare le dimissioni, deve permettere ai cittadini di pronunciarsi nel 2013 e indicare la prospettiva per il futuro.

Carla Nattero – Sinistra per Imperia

Segnalo gli interventi di Giuseppe Fossati [FLI], Alessandro Gazzano [PDL] e Gianni Rollero [Con Imperia].
Invito anche a leggere le considerazioni di Giorgio Montanari [PD].

Scritto da Angelo Amoretti

12 marzo, 2012 alle 9:17