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Le statistiche di Beatrice Parodi, la signora dei porti

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La bella Beatrice, signora dei porti del ponente ligure, secondo quanto riportato da La Stampa di oggi, attacca il governo Monti perché penalizzerebbe il settore della nautica che “crea turismo e posti di lavoro” e aggiunge:

Non dimentichiamo mai, e le statistiche lo confermano, che ogni posto barca tra diretto e indotto produce dai sei agli otto posti di lavoro.

Vorrei sapere chi ha stilato quelle statistiche e che qualcuno, all’atto pratico, mi dimostrasse che sono attendibili.
Mi viene in soccorso il suo fidanzato, Francesco Bellavista Caltagirone, che nella famosa intervista del settembre 2010 a Imperia TV dichiarava che il porto turistico di Imperia avrebbe creato, secondo i calcoli di Assonautica e altri esperti del settore, dai quattro ai cinque posti di lavoro che, moltiplicati per 1.400, farebbero 7.000.[Qui]
E quindi Beatrice dovrebbe essere contenta perché rispetto al 2010 i posti sono aumentati.
Però a maggio del 2011 Francesco Bellavista Caltagirone cominciava a lamentarsi e a chiedere i danni per il calo delle vendite di posti barca. All’epoca lo spread andava bene, al governo c’era Berlusconi  e Mario Monti era ancora lontano da Montecitorio. [Qui].
Come la mettiamo?

Scritto da Angelo Amoretti

12 gennaio, 2012 alle 12:17

Cavalli, Predator e asini che volano

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Se da una parte c’è una città triste sotto shock per l’avviso di garanzia notificato all’on. Claudio Scajola per la nota vicenda dell’appartamento di Roma con vista sul Colosseo, dall’altra ce n’è una felice: in porto ha ormeggiato il mega yacht dello stilista Roberto Cavalli, una bestia con una potenza di 7.000 cavalli (più uno).
Lo splendido esemplare si affiancherà a Predator, un altro esemplare di rara bellezza di proprietà di un multimiliardario uzbeco, magnate del rame, noi magnamo delle brioches. Si attende l’arrivo di Penetrator di proprietà di un noto attore di film porno degli anni ottanta il cui nome dice tutto e si sta cercando di fare spazio anche per il proprietario che quando scende, ammesso che scenda,  ha seri problemi con gli spigoli.
Nel frattempo approfitto di questo spazio per fare gli auguri di buon lavoro al nuovo Prefetto di Imperia, la bella Fiamma Spena [anche perché l'articolo a lei dedicato sul Secolo XIX è nella stessa pagina di Cavalli e Predator] che si è presentata dicendo: “Sono stata commissario in tre Comuni del Sud ad alto rischio di infiltrazioni mafiose“.
Praticamente una specie di ritorno a casa.

Scritto da Angelo Amoretti

30 agosto, 2011 alle 12:39

Silenzio assordante

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L’on. Claudio Scajola non ha ancora detto una parola sulle recenti vicende del porto turistico di Imperia.
I casi sono due: o non gli hanno fatto sapere niente, oppure teme di influenzare i mercati finanziari.

Scritto da Angelo Amoretti

11 luglio, 2011 alle 9:38

C’eravamo tanto amati

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Sono passate 24 ore da quando è stato reso noto che Caltagirone ha fatto “un passo indietro” o “lascia i lavori del porto turistico”, come si legge sulle locandina dei quotidiani locali e su Riviera24 e ancora non si hanno reazioni politiche di peso.
Quella del Sindaco Strescino è leggerissima: sulla Stampa si dice dispiaciuto e comprende l’amarezza di Caltagirone. Poi mette il disco che ormai, più che rotto, è fuso: “Se fosse per l’opposizione saremmo ancora ai gozzi a remi”.
Paolo Verda (Pd) si limita a dire che il porto “sta perdendo i pezzi”, ma nessuno ha ancora spiegato come mai Caltagirone è amareggiato e perché ha mollato tutto.
Capire gli intrighi della storia è difficile, ma sembra evidente che adesso la sua fidanzata, Beatrice Cozzi Parodi, abbia in mano molto di più rispetto a quello che aveva prima.
Caltagirone ha mollato perché è indagato per associazione a delinquere (insieme a Claudio Scajola, Carlo Conti, Domenico Gandolfo e Paolo Calzia) come si legge su un quotidiano locale, o perché la Carige gli ha chiesto di cacciare i 60 milioni che ha di esposizione e diversi debitucci con altre banche?
Chi sarebbe questa fantomatica azienda che sta tra il Canale della Manica e il Mar Baltico che subentrerebbe a Acquamare? (come sono simpatici certi cronisti che sanno le cose, ma le dicono a metà, forse per non scontentare qualcuno)
Si attendono chiarimenti e credo che la cittadinanza abbia il diritto di sapere, visto che, se la ragioniamo alla Strescino, il 60 e passa per cento voleva il porto e lo voleva finito entro il 2013 (ultima data pervenuta) e visto che almeno 7000 posti di lavoro (ultimi numeri dati) erano stati garantiti da Caltagirone. A cui, peraltro, credo che molti imperiesi pagheranno ancora il caffè quando lo incontreranno in città.
I link delle fonti:
Il Secolo XIX
Riviera24
Sanremonews
Ansa
Repubblica.it

Scritto da Angelo Amoretti

7 luglio, 2011 alle 16:42

Provaci ancora, Ste’!

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Appena il consigliere comunale del Pdl Stefano Pugi si era appellato ai cittadini di Imperia per dire a “quelli di sinistra” di smetterla di parlare del porto, sono partiti a raffica il comunicato di Carla Nattero e Dario Dal Mut (Sinistra per Imperia) e una puntualizzazione di Giuseppe Zagarella (Pd).
Si vede che nessuno li aveva ancora fermati.
Dal canto suo, anche Giuseppe Fossati che di sinistra non è, ma di FLI, ha inviato ai media una interessante dichiarazione.

Ogni giorno sul fronte del porto e del demanio ce n’è una nuova. E in genere sempre negativa. Ormai la situazione è come un tessuto liso. Si fa un rammendo da una parte, si apre un nuovo squarcio dall’altra. Non crediamo che sia più rappezzabile.
Amministratori e consiglieri non hanno nessuna consapevolezza della gravità della situazione, veramente ballano sul Titanic.
Come si fa per esempio oggi a dichiarare che il dott. Roggero “è stato preso dal panico” nel momento che ha ritirato le licenze delle attività commerciali degli impianti sportivi? Il funzionario ha il diritto e il dovere di ripristinare la legalità. Le conseguenze negative sulla funzionalità dei servizi non discendono da quest’atto che è dovuto, ma dalle scelte superficiali fatte a suo tempo.
Alla luce di quel che sta accadendo forse molti cittadini capiranno meglio i motivi della determinazione a cui è arrivato l’ing. Lunghi, dopo molti tentativi di chiarificazione, di revocare la concessione demaniale del porto turistico.
Ritornando al dibattito sul porto, ogni giorno che passa fa emergere con nettezza che una cosa sono le dichiarazioni di facciata della Porto di Imperia,un’altra i comportamenti concreti. La Presidente non aveva ancora finito di rassicurare tutti i capigruppo che la questione capannone si sarebbe conclusa presto con la demolizione ricostruzione dell’immobile secondo le cubature legali che apprendiamo del ricorso al TAR,presentato dall’Acquamare, contro l’ordinanza di demolizione. Perché è stato fatto il ricorso? Per prendere tempo? Per evitare la demolizione? Per provare a circoscrivere la gravità dell’abuso? Non lo sappiamo. Ci chiediamo se il Comune di Imperia intenda accettare passivamente questa ennesima tegola o voglia almeno costituirsi in giudizio per difendere il proprio provvedimento davanti al TAR.
Certo è che se mettiamo in fila tutto quello che è successo da marzo a oggi vediamo che la linea della collaborazione senza condizioni con la Porto di Imperia avviata dall’Amministrazione Comunale dopo la sentenza del TAR non ha dato nessun esito positivo. Tutti i problemi sono rimasti aperti. Le ricognizioni di Lunghi e Calzia di fine dicembre sono ancora attualissime perché praticamente nulla è stato risolto.
Siamo di fronte all’evidente fallimento della linea dell’accordo a tutti i costi. L’amministrazione a questo punto non è in grado di tracciare un’altra linea di comportamento capace di difendere l’interesse pubblico. E la validità di questo giudizio risulta tanto più evidente se si osserva lo scollamento sempre più marcato tra Amministrazione e dirigenti. La situazione è incartata, l’Amministrazione naviga a vista e imbarca acqua.
Carla Nattero e Dario Dal Mut – Sinistra per Imperia

Update: Anche Pasquale Indulgenza (Rifondazione Comunista), al riguardo, aveva inviato un comunicato ai media.

Scritto da Angelo Amoretti

17 giugno, 2011 alle 12:16

Pugi (Pdl), il porto e i cittadini

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Stefano Pugi (Pdl)
fonte: Sanremonews

Ho la sensazione che invece del porto si parlerà ancora e forse anche sui giornali nazionali, ma Pugi è sicuramente molto meglio informato di me e in ogni caso ci penserà lui a chiedere di smetterla.

Scritto da Angelo Amoretti

15 giugno, 2011 alle 15:27

Blitz della Polizia in Procura a Imperia

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Sabato, su “la Repubblica” e su “Il Fatto Quotidiano” online, sono comparsi due articoli che riporto a beneficio di chi se li fosse persi. Lo faccio anche perché occorre che la vicenda abbia la dovuta visibilità, perciò, nel mio piccolo, contribuisco anche io.
Ricordo quando tempo fa scrivevo del gran lavoro che stava svolgendo la polizia postale e che ci sarebbe stato bisogno di rafforzarla, oltre che sostenerla, e invece scopro che, stando a quanto raccontano Marco Preve e Ferruccio Sansa, qualcun altro voleva metterci del suo.
Non ho trovato la notizia sui nostri quotidiani locali perché probabilmente è sfuggita ai nostri cronisti e per dirla tutta, mi domando come mai venga fuori solo adesso, ma tant’è: è uscita e io la ripropongo di seguito.

LA REPUBBLICA - Marco Preve

Porto di Imperia, il blitz segreto della polizia
Manganelli invia i due vice per sottrarre le indagini alla Postale. Ma la procura dice no

E’ stata una missione segreta che ha creato qualche imbarazzo diplomatico, quella che ha portato i due vicecapo della polizia italiana, Nicola Izzo e Francesco Cirillo a Imperia, alla fine dello scorso anno. Due le ragioni di questo disagio percepito negli ambienti giudiziari del ponente ligure. Il primo è l’oggetto della missione: sostituire con gli investigatori della squadra mobile il gruppo di agenti della polizia postale impegnati da oltre un anno nelle delicate e riservatissime indagini sul nuovo porto che coinvolgono, tra gli altri, l’ex ministro Claudio Scajola e il costruttore Francesco Bellavista Caltagirone.
Secondo aspetto: il prefetto Izzo, uno dei due emissari del capo della polizia Antonio Manganelli, è indagato a Napoli in un’inchiesta che, seppur non a livello giudiziario, ha qualche punto di contatto con questo angolo della Liguria.
Così come li ha pure un altro indagato dell’inchiesta napoletana, l’ex questore di Genova e del capoluogo campano Oscar Fioriolli. Che oggi è il direttore centrale delle specialità da cui dipende anche la Polizia Postale.
Su questo “incontro particolare” è oggi possibile fare un po’ di luce. Al vertice che si tiene nel Palazzo di giustizia di Imperia partecipano i due prefetti Izzo e Cirillo, il facente funzioni di procuratore capo di Imperia Alessandro Bogliolo e il procuratore capo di Sanremo Roberto Cavallone. Il primo, con la collega Maria Antonia Di Lazzaro, è contitolare delle indagini che vedono indagate per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta una mezza dozzina di persone (ne parliamo in un altro articolo in questa stessa pagina).
Cavallone e i suoi pm, in un anno di indagini serrate, hanno invece rivoltato come un calzino l’estremo ponente portando alla luce intrecci tra politica, affari e criminalità che hanno prodotto anche il clamoroso scioglimento del Comune di Bordighera per infiltrazioni mafiose.
La sezione imperiese della polizia postale segue fin dall’inizio l’inchiesta sul porto mentre a Sanremo ha sviluppato con la procura un filone importantissimo sulle infiltrazioni malavitose in ambienti politici e istituzionali.
Andrebbero premiati, penserà qualcuno. Invece, da Roma, i due vice di Manganelli arrivano per chiedere che la polizia postale venga restituita ai suoi compiti di ufficio e sostituita, o perlomeno affiancata, da uffici specializzati come la squadra mobile. Le due procure, con cortesia istituzionale, rispondono picche. Formalmente perché le indagini sono iniziate con la postale e perché i pochi agenti del nucleo hanno anche continuato ad assolvere ai loro doveri di routine. Ma anche perché hanno dato massima garanzia di riservatezza e autonomia ad indagini che, per progredire, dovevano essere immuni da ogni possibile controllo gerarchico e interferenza ambientale.
I due prefetti tornano a Roma senza un risultato utile e lasciando anche un retrogusto amaro a Imperia. A Napoli, Izzo e Fioriolli sono indagati in una complessa indagine della Direzione distrettuale antimafia circa appalti per ristrutturazioni di commissariati e la realizzazione di un grande centro tecnologico. Si cerca di capire il ruolo di Finmeccanica e in particolare delle sue controllate Elsag Datamat, che ha sede a Genova, e Selex. Quest’ultima è amministrata da Marina Grossi, moglie di Pierfrancesco Guarguaglini presidente di Finmeccanica e manager di cui Claudio Scajola è sempre stato un grande sostenitore.
Così come – all’epoca nella veste di ministro dell’Interno – Scajola era vicino a Fioriolli, al punto di nominarlo questore di Genova nel torrido agosto post G8 del 2001. Vicende vecchie e recenti che si sono intrecciate a Imperia, in quella che, per i due prefetti, si è rivelata una “missione impossibile”.
Marco Preve – la Repubblica, 7 maggio 2011

IL FATTO QUOTIDIANO - Ferruccio Sansa

Inchiesta sul megaporto di Imperia e l’ingerenza dei vertici della polizia

I numeri due della Polizia (Francesco Cirillo e Nicola Izzo) si sono presentati in procura offrendosi di prendere in carico un’inchiesta scottante. Perché? A breve intanto sarannod epositate oltre 600 pagine di carte giudiziarie per un’indagine che vede indagato, tra gli altri, anche l’ex ministro Scajola.

I numeri due della Polizia (Francesco Cirillo e Nicola Izzo) che si scomodano ad andare a Imperia per offrire i loro servigi, per prendere in carico scottanti indagini affiancando o sostituendo i colleghi della Polizia Postale che le stanno seguendo. Un episodio insolito, che ha suscitato molte voci. Il motivo? L’inchiesta sulla realizzazione del megaporto turistico (un progetto da 130 milioni oggetto di polemiche e indagini) di Imperia fa tremare molti. Presto saranno depositate 600 pagine di accertamenti bancari e intercettazioni. Gli effetti potrebbero arrivare a Roma. Tra gli indagati figura Claudio Scajola (il padre del porto), ex ministro in corsa per i vertici del Pdl, che i pm Alessandro Bogliolo e Maria Antonia Di Lazzaro considerano capo dell’associazione a delinquere. Ma c’è anche Francesco Bellavista Caltagirone che ha riempito di porti il Mediterraneo (e che ha partecipato alla cordata Alitalia). Dagli atti, corre voce, gli accertamenti si potrebbero estendere ad altri porticcioli italiani. Potrebbero emergere altri nomi di politici e imprenditori. Così c’è chi ricorda: Gianpiero Fiorani a Imperia voleva reinvestire i soldi delle scalate bancarie. E poi c’è Angelo Balducci, amico della Cricca, nel 2008 nominato presidente della Commissione che vigilava sulle concessioni demaniali del porto di Imperia. Dalla Procura non esce una parola. E così cominciano gli attacchi, soprattutto contro la Polizia Postale: “Queste indagini non sono suo compito”. La Procura l’ha scelta perché preparata e riservata. Caratteristiche essenziali in una terra oggetto di infiltrazioni di ogni genere. Ma ecco l’episodio “incriminato”: l’improvviso arrivo dei due pezzi grossi nell’ufficio del Procuratore. Cirillo e Izzo si sono offerti di sostituire o affiancare la Postale che pure ha lavorato al meglio. Perché? Certamente i due vice capi volevano offrire un contributo alle indagini. C’è chi, però, non ha gradito. Qualcuno ha ricordato che Izzo è indagato a Napoli per concorso in turbativa d’asta, nell’inchiesta sugli appalti per la sicurezza in cui è chiamata in causa Finmeccanica. Un colloquio cortese, quello tra i numeri due della Polizia e i pm. Ma la risposta dei magistrati sarebbe stata ferma: vi siamo grati per l’offerta, ma grazie no.

Ferruccio Sansa – ilfattoquotidiano.it, 7 maggio 2011

Scritto da Angelo Amoretti

9 maggio, 2011 alle 8:35

Porto di Imperia: cattedrale nel deserto o rara opportunità?

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Sulla questione del porto l’opposizione e la maggioranza giocano al “di chi è la colpa” e quelli del PD giocano con più stile, occorre dirlo.
Sarebbe interessante invece sapere se il Sindaco c’è o ci fa quando continua a battere il tasto de “l’opposizione è contraria al porto“. Evidentemente non ha letto abbastanza perché ormai non è più solo scritto su “Il partito del cemento” di Preve e Sansa che Burlando e Scajola “le due C” erano d’accordo sul costruirlo.
E’ ora che i cittadini lo sappiano: smettiamola tutti di giocare e cerchiamo di informare seriamente gli elettori, i cittadini e tutti quelli che pagano le tasse.
Ultimamente ho riflettuto assai sulla decadenza della concessione per il porto e lì per lì, come credo sia successo alla maggioranza dei miei concittadini, la prima cosa che ho pensato è stata: “Speriamo che non rimanga una cattedrale nel deserto“.
Poi ci ho ragionato meglio e sono arrivato alla conclusione che, invece, quella è una grossa opportunità offerta alla città e cercherò di spiegarlo, dopo aver fatto una breve premessa.
Non conosco l’ing. Lunghi e non ho mai avuto il piacere di incontrarlo, lo dico a scanso di equivoci.
Mi sono meravigliato che del suo provvedimento si sia detto che è “abnorme” e mi è parso di capire che Lunghi abbia fatto nient’altro che il suo dovere di serio dirigente: ha riscontrato delle irregolarità e ha agito di conseguenza.
Il fatto è che ognuno la presenta a modo suo, guardandosi bene dal dire che invece di essere un disastro per la città, potrebbe essere manna caduta dal cielo.
Caltagirone è servito: ha ultimato le opere a mare, gli rimarrà un pugno di mosche in mano, ma considerata la situazione in cui si trova , l’unico problema che avrà, a parte quelli eventuali con la giustizia, saranno i creditori che andranno a rincorrerlo a Piombino o da qualche altra parte in cui deciderà di costruire un porto più bello del Mediterraneo. Anche l’Atlantico va bene, più lontano è, più i forconi rimarranno lontani dalla nostra città.
A quanto pare, al momento, si dice che quella che ci sta rimettendo sia la sua fidanzata. Ma sono affari di famiglia in cui non voglio mettere il naso.
La Porto di Imperia Spa sta perdendo pezzi e sarebbe da rottamare completamente, visto che è stato anche detto, da chi c’è dentro, che “si sono fatti degli errori“.
Dunque, vediamo lo scenario, a prescindere dalla politica: abbiamo le opere a mare terminate e il Comune che potrà ultimare quelle a terra con una gara d’appalto regolare, magari usufruendo di contributi europei, per esempio.
Il movimento a Porto Maurizio potrebbe essere gestito dalla Imperia Yacht e a Oneglia, che manterrebbe le tre funzionalità (commerciale, turistica e peschereccia) dalla Compagnia Maresca. Se tutti ci mettessero un po’ di buona volontà, si potrebbe fare. Il porto potrebbe iniziare a funzionare e a mettere in moto la macchina che dovrebbe dare opportunità e posti di lavoro anche se sul numero sparato inizialmente da Caltagirone preferisco stendere un velo pietoso: un terzo andrebbe già bene, visto che si parlava di 7.000.
Perché non lo dicono, il Sindaco e il PD?
Il Partito Democratico ha fatto un gran lavoro di ricerca e, checché ne dica il Sindaco, è servito a mettere in evidenza diversi aspetti poco chiari. Non è questione di volersi sostituire alla magistratura o fare gli investigatori: è semplicemente fare opposizione rendendo dotti i propri elettori e i cittadini. Punto.
Il guaio è che si sono fermati lì, dove in fondo era naturale che arrivassero: il capannone, lui sì, abnorme, era sotto gli occhi di tutti e un minimo di disappunto di fronte ai loro elettori doveva esserci.
Ma fatto questo, e visti gli sviluppi successivi, come mai il PD non dice che questa è una grossa opportunità per la città e che il Comune avrebbe tutto da guadagnarci e poco da perdere?
I maligni potrebbero pensare che se nel business c’è qualche privato, magari si possono soddisfare desideri “altri“, io non lo so e potrei anche sbagliare perché forse mi è sfuggito qualcosa, ma credo che sarebbe opportuno, per il bene della città, discutere sui fatti citati e cercare di informare correttamente la cittadinanza.

Scritto da Angelo Amoretti

1 febbraio, 2011 alle 0:33

Decadimento della concessione: rassegna stampa

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Il Secolo XIX di oggi titola a tutta pagina: “Il porto ora ha i giorni contati” e sotto: “L’incompiuta prende forma, ma la società e Acquamare minacciano ricorsi e richieste danni“.
E stila una sintesi della giornata di ieri.

La rabbia di Porto di Imperia spa e Acquamare. Via al ricorso al Tar e alle richieste danni, la parte più temuta dal Comune. «Noi abbiamo la coscienza di avere fatto le cose in piena regola e nell amassima trasparenza; il porto è bellissimo, sotto gli occhi di tutti e dà tanto lavoro». Si associa Acquamare: «Quanto accaduto non può che essere la conseguenza di un clima più volte denunciato, che è stato creato ad Imperia, per finalità e obiettivi che, comunque, contrastano totalmente coni veri interessi dei cittadini imperiesi».

Lo strappo della LegaNord. Assente alla conferenza stampa è stata informata in mattinata dell’accaduto e ha preso atto delle decisioni del dirigente del Demanio «che le avrà soppesate molto bene». Lo strappo si consuma evidente: «La politica non può interferire in un atto che è di esclusiva competenza del dirigente». Forte presa di distanza dal sindaco.

Fli al vetriolo. Anche se a livello nazionale non è in maggioranza in Comune a Imperia dà un appoggio esterno alla giunta. Appoggio ora in forte bilico. «Strescino è un emulo di Berlusconi, ci caccia come il Cavaliere ha fatto con Fini», è la bordata di Fossati.

La minoranza tifa per Lunghi. Tutte schierate a sostegno del responsabile del settore Demanio boccia in toto la linea dell’amministrazione.
Dal Pd a Rifondazione comunista si invoca una soluzione di alto profilo per il porto.

Maurizio Pellissone, in un commento affatto tenero dal titolo “Una città lasciata senza risposte“, a un certo punto chiede: “Ma Strescino dov’era quando venivano segnalate queste presunte inadempienze?
E le inadempienze, sempre a quanto scritto sul Secolo XIX, sarebbero:

1) La contabilità. La Porto di Imperia spa non ha mai ottemperato alle richieste
della Commissione di Vigilanza e collaudo di produrre documentazione tecnico contabile della direzione lavori.

2) La sub concessione. La costruzione del porto non sarebbe stata effettuata dal socio di Acquamare srl ma da Peschiera Edilizia srl.

3) Box abusivi in calata Anselmi.

4) Montagna di terra non rimossa.

La Stampa titola a quattro colonne: “Revoca alla Porto SpA, l’ira di Comune e privati. Nuovo scalo: la Giunta (senza la Lega) prende le distanze dall’ingegner Lunghi. Annunciata raffica di ricorsi, le dieci pagine dell’atto
Nell’articolo dal titolo: “La Giunta (senza Lega) ora prende le distanze. Il Sindaco Strescino: “Un provvedimento adottato con troppa fretta”, si legge che la decisione di Lunghi “è criticata da molti e invece da alcuni accolta con ingiustificata e superficiale soddisfazione [...]
Molti tra assessori e consiglieri Pdl, visibilmente preoccupati e indispettiti hanno usato parole dure: «Questo atto significherà perdita di posti di lavoro in questo momento attivi, perdita di quelli futuri, indisponibilità delle banche a concedere ulteriori finanziamenti, problemi ai diportisti, caduta verticale dell’immagine di Imperia
».”
In un altro titolo si legge: “Si tratta di un autogol di un giocatore solitario. L’ira di SpA e Acquamare. I soci privati preannunciano ricorso e si riservano di chiedere i danni”.
La fidanzata di Francesco Bellavista Caltagirone, Beatrice Parodi: “Assurdo. Opere regolari anche dal punto di vista contabile“.

Scritto da Angelo Amoretti

21 gennaio, 2011 alle 9:56

Decadimento della concessione per il Porto di Imperia

19 commenti al post

Non ho ancora avuto il tempo di scrivere la mia opinione sulla questione del decadimento della concessione del Porto di Imperia, e ormai saprete quello che è successo senza che stia a linkarvi gli articoli in cui la notizia è stata data.
Più che altro ho letto i quotidiani – online e di carta – e devo confessare che ci ho capito poco e forse male, se non che, appunto, la concessione è decaduta.
Aldilà delle varie dichiarazioni degli esponenti di maggioranza e opposizione, mi sono reso conto che di politica non capisco nulla perché non mi aspettavo una reazione fulminea dell’opposizione, a prescindere dal merito.
Cerco di spiegarmi meglio con una domanda.
Il fatto che Paolo Verda, Pasquale Indulgenza, Carla Nattero e Dario Dal Mut, se ne siano subito usciti con le loro dichiarazioni, secondo voi, non è come aver messo sul piatto d’argento agli Ambesi di turno: “Ecco la prova che voi volete fermare i lavori del porto!“?
Avrei preferito un giorno o due di riflessione e, al limite, che i suddetti consiglieri, di concerto e in una conferenza a breve, avessero informato gli elettori e i cittadini tutti, sui possibili scenari futuri del Porto di Imperia.
Secondo me avrebbero fatto un figurone, ma l’ho detto che di politica capisco poco.
Perché per quanto mi riguarda, a prescindere dalle dichiarazioni del Sindaco Strescino e di tutti quelli che sono alla corte del numero uno di Imperia, la sola remota possibilità che il porto rimanga una cattedrale del deserto e che faccia la fine di Monesi o della Statale 28, per portare due esempi a caso, mi fa venire i brividi.
Non gioisco per questa nuova svolta, in sostanza.
Che poi la Porto di Imperia SpA sia stata gestita male e che in Giunta ci vorrebbe un rimpastone per mandare a casa gli incapaci, è un altro discorso.
Ciò premesso, visto che Carla Nattero è stata così gentile da mandarmi una mail al riguardo, la pubblico volentieri.

Non è accettabile che il Sindaco consideri un atto autonomo e isolato la decadenza della concessione portuale che l’ing. Lunghi si è trovato nell’obbligo di firmare.
Perché le motivazioni di un atto di tale importanza stanno tutte in scelte di cui la parte politica ha una responsabilità preminente e rispetto alla legittimità di tali motivazioni il Sindaco si deve pronunciare, soprattutto se a mettere in rilievo il mancato rispetto della legge è un dirigente prudente e leale che ha collaborato per anni con l’Amministrazione.
Nel suo provvedimento l’ing. Lunghi ribadisce: che il porto turistico è un’opera pubblica, a differenza dell’interpretazione privatistica data dall’Amministrazione Comunale; che si è in presenza di una effettiva subconcessione alla Peschiera; che non sono stati rispettati norme e regolamenti nella costruzione del porto, a partire dalla mancata contabilità.
Su questi aspetti di capitale importanza il Sindaco non può rifugiarsi nella sorpresa di fronte alla firma dell’atto di decadenza della concessione, ma deve esprimere l’orientamento dell’Amministrazione, avendo come unica bussola la difesa dell’interesse pubblico.
Invece da l’impressione di non sapere che pesci pigliare, tenendo nei confronti dell’ing. Lunghi un atteggiamento di estraneità come se fosse il dirigente di un altro Comune. E alla fine il vero isolato rischia di essere proprio il Sindaco, visto che ha allontanato i consiglieri di FLI e nella conferenza stampa ha cominciato a non avere accanto a sé nemmeno i consiglieri della Lega.
Carla Nattero – Consigliere comunale de La Sinistra per Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

20 gennaio, 2011 alle 20:32